Vita fraterna

Rinnovamento nello Spirito per una nuova evangelizzazione

Domenica 4 novembre a Rimini si è conclusa la 36° conferenza nazionale degli animatori. Nei messaggi inaugurali, il presidente del Consiglio per i Laici, card. Stanislaw Rylko, ha scritto: “E’ con questo animo che voglio esortare tutti i partecipanti al vostro raduno, prendendo in prestito le parole del Santo Padre ad: ‘annunciare nuovamente Cristo là dove la luce della fede si è indebolita, là dove il fuoco di Dio è un fuoco di brace, che chiede di essere ravvivato, perché sia fiamma viva che dà luce e calore a tutta la casa’. E’ questo di cui ha bisogno oggi la Chiesa per impegnarsi nella nuova evangelizzazione”. Il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, mons. Rino Fisichella, ha annunciato il prossimo incontro di tutti i movimenti a Roma nella vigilia di Pentecoste: “Sia questo un momento per ringraziare il Signore per la fede ricevuta, per approfondirla e per trasmetterla agli altri sotto la costante azione dello Spirito Santo che accompagna la sua Chiesa. Importante appuntamento dell’Anno della Fede, al quale anche voi tutti siete invitati, sarà il 18 maggio prossimo, vigilia di Pentecoste, in cui vivremo, insieme a papa Benedetto XVI, il pellegrinaggio alla tomba di Pietro di tutti i movimenti, associazioni ed aggregazioni laicali”. Infine il messaggio di mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, ha ricordato: “La chiamata che il nostro tempo ci fa giungere da Dio è proprio quella di aprire tutte le strade possibile, perché ogni uomo possa incontrarLo e fare esperienza del Suo amore vivificante”.

 

Torino: ricominciano gli incontri dell’Università del Dialogo del Sermig

Al Sermig di Torino ricominciano gli incontri dell’Università del Dialogo del Sermig; la sessione 2012-2013 (sette incontri da ottobre a maggio) avrà come tema ‘Oltre Babele. Dal caos alla responsabilità’. Il primo incontro è previsto giovedì 25 ottobre alle ore 19 con il prof. Mario Deaglio, docente ordinario di economia internazionale presso la Facoltà di Economia dell’Università di Torino ed editorialista economico de La Stampa, sul tema: ‘L’Europa conviene’. Infatti, nell’economia, in politica e nelle relazioni personali, persino nella Chiesa e nello sport, i giovani sono immersi in un clima di rabbia, confusione, disorientamento, scandalo, che per alcuni si traduce nel disimpegno e nell’indifferenza sociale, per altri diventa motivo di protesta, di disfattismo e indignazione. Alla base di questi sentimenti ci sono la sfiducia e la delusione.

Il GenFest non è finito. E riparte dal viaggio del Papa in Libano

Nell’esortazione post-sinodale che sarà consegnata dal Papa alle Chiese del Medioriente ci sarà sicuramente la richiesta di un appello di pace per le popolazioni per il Medioriente. Ne è sicuro Joe, 25 anni, ingegnere meccanico, libanese. Lui sarà tra i giovani che accoglieranno Benedetto XVI nel Paese dei cedri. Mentre tra quelli che andranno a salutarlo all’aeroporto ci sarà Lara, 23 anni, che adesso sta prendendo un master. Portano con loro l’entusiamo del GenFest, 12 mila ragazzi di oltre 100 nazionalità che si sono riuniti a Budapest al grido di “Let’s Bridge”. Il loro ideale è il mondo unito, tanto che al GenFest hanno lanciato anche lo United World Project, e su internet gira già una loro petizione per il Mondo Unito da inviare all’ONU. E a Castel Gandolfo, dove 1700 di questi giovani provenienti da 41 Paesi extraeuropei si sono riuniti appena dopo l’evento di Budapest, si respira molto entusiasmo. Sono giovani, professionisti, pieni di ideali, e sono tutti d’accordo: “Il GenFest comincia adesso”.

 

Comunità di Sant’Egidio: da Auschwitz a Sarajevo contro ogni guerra e violenza

A 20 anni dal drammatico assedio di Sarajevo, la Comunità di Sant’Egidio e l’Arcidiocesi di Vrhbosna-Sarajevo promuovono l’Incontro Mondiale per la Pace ‘Uomini e Religioni’, che si terrà  nella città bosniaca dal 9 al 11 settembre. L’iniziativa, che è in collaborazione con tutte le realtà religiose, politiche e culturali della Bosnia ed Erzegovina, vedrà la partecipazione di leader di tutte le grandi religioni, di esponenti del mondo politico e culturale internazionale oltre a diversi rappresentanti di governo. Il meeting si colloca nella linea degli eventi annuali di dialogo interreligioso, promossi dalla Comunità di Sant’Egidio nello spirito di Assisi, la storica Giornata di Preghiera voluta dal Beato Giovanni Paolo II nel 1986. L’incontro intende coinvolgere le realtà culturali e politiche di tutti i Paesi dell’Europa, per riaffermare, ripartendo da Sarajevo, luogo di sofferenza e di speranza, antica società della convivenza tra diversi, la cultura del vivere insieme come valore europeo e proposta dell’Europa al mondo.

Il cuore del mondo unito è giovane. E batte a Budapest per il GenFest

“Guardate in alto, guardate lontano”. Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, parla così ai 12 mila ragazzi di un centinaio di nazionalità si sono radunate a Budapest per il GenFest, il raduno dei giovani del Movimento dei Focolari nato ormai 40 anni fa. Non c’erano GenFest dal 2000. Ma quando i Giovani per un Mondo Unito si riuniscono, il tempo sembra non essere mai passato. E c’è la voglia di non rendere l’esperienza sterile. Il motto del GenFest di Budapest è “Let’s bridge”, facciamo ponti, e calza a pennello con la geografia della capitale ungherese, fatta di ponti che portano da una parte all’altra della città. E da lì lanciano lo “United World Project”, ovvero il progetto di stringere “un patto mondiale per la fraternità” e creare di conseguenza “un network della fraternità” che impegni personalmente chi vi aderisce, sostenuto da un “osservatorio permanente della fraternità”.

 

Al Meeting di Rimini entrano politica e libertà religiosa

Meeting di Rimini

Le giornate conclusive sono state intense per il Meeting riminese e la politica irrompe nella Fiera con un incontro sulla crisi economica e le opportunità per i giovani. Alessandro Benetton, presidente di ‘Benetton Group’, ha ribadito: “Sembra non ci sia più futuro. Ma i giovani sono sempre portatori di futuro, di fiducia. E nei momenti di discontinuità si aprono nuovi spazi. È il momento in cui talento e capacità possono fare la differenza, perché trovano lo spazio per esprimersi. Da questo punto di vista la mia storia, il mio percorso umano e professionale, ne possono essere un esempio… Non esiste una ricetta precisa e univoca per ottenere questi risultati però se non avessi vissuto le mie esperienze, non mi fossi misurato con decisioni ‘discontinue’ con ciò che avevo intorno, non mi sarei mai sentito di assumermi una responsabilità cosi grande. Sono presidente di un gruppo presente in 120 Paesi, con 10.000 dipendenti. Penso che in certi momenti bisogna dimostrare coraggio e non sentirsi mai tranquilli. Viviamo in un mondo che cambia ogni giorno e dobbiamo tenerne il passo. Non ci sono strade preconfezionate per nessuno e dobbiamo sempre cogliere l’occasione che ci troviamo di fronte”.

 

Meeting di Rimini: cosa è l’uomo perché te ne curi?

Meeting di Rimini

L’edizione del quotidiano del Meeting di mercoledì 22 agosto ha dedicato un articolo al genetista francese Jérome Lejeune: “Quando nel 1958 Jerome Lejeune scoprì la causa della sindrome di Down, un cromosoma soprannumerario nella coppia numero 21 del Dna, disse chiaramente di non voler ignorare le ‘leggi dello Spirito’ che muovevano la natura dell’uomo. E nel 1970, di fronte alla proposta di legge di Peyret che introduceva la soppressione del feto, nel caso di un’embriopatia incurabile, Lejeune portò con forza la propria critica davanti ai fotografi e alle telecamere, suscitando un aspro dibattito che si prolungò per mesi: non poteva sopportare che le sue scoperte fossero lo strumento con cui realizzare, sotto le mentite spoglie della libertà di scelta, un nuovo

progetto di ‘selezione della specie’… Il genetista transalpino portò per tutta la vita di fronte al mondo l’esperienza della natura umana che l’aveva portato a scoperte rivoluzionarie: durante un’assemblea dell’Onu sull’aborto, Lejeune prese la parola e raccontò di fronte alla stampa internazionale di quel bambino unico e irripetibile che potrebbe non vedere la luce della vita. Poi, rivolto ai membri dell’assemblea, descrisse il tentativo delle Nazioni Unite di favorire la pratica dell’aborto come ‘un’istituzione per la salute che si trasforma in istituzione di morte’. La battaglia per la vita costò molti sacrifici al genetista transalpino, che dopo il discorso pronunciato a New York di fronte all’assemblea dell’Onu, vide sfumare l’opportunità del premio Nobel”.

 

Al Meeting di Rimini si educa al rapporto con l’infinito

Meeting di Rimini

Quella di martedì è stata la giornata fondamentale del Meeting dell’Amicizia fra i Popoli, in svolgimento a Rimini, con la relazione del prof. Javier Prades Lòpez, rettore dell’Università San Dàmaso di Madrid, sul tema centrale della settimana: ‘La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito’, che ha citato lo scrittore spagnolo Gustavo Martín Garzo: “L’eterna dissociazione tra realtà e desiderio da sempre tribola e fa penare l’uomo. Ognuno di noi deve accettare che la vita che l’aspetta è troppo limitata perché ci possano albergare tutti quei desideri che ci portiamo dentro”, di fronte a 12.000 persone. Introducendo l’incontro, il presidente della fondazione Meeting, Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting, ha ribadito la validità culturale e religiosa del Meeting nel campo educativo: “Già in questi giorni abbiamo visto che il tema di quest’anno comporta un modo diverso di guardare il mondo, penso ad esempio alle mostre sul rock o su Dostoevskij, alle danze del Caracalla Dance Theatre o alla presenza di personalità come Habukawa”. Infine ha posto una domanda al rettore spagnolo: ma perché la natura dell’uomo si contraddistingue proprio per il rapporto con l’infinito?

 

Al Meeting di Rimini la sfida dell’homo religiosus

Meeting di Rimini

Giornata interessante quella di lunedì con il grande tributo reso dal popolo ciellino al prof. Julien Ries (creato da papa Benedetto XVI cardinale a febbraio scorso), professore emerito di Storia delle Religioni all’Università Cattolica di Louvain-la-Neuve, quale riconoscimento per la sua profonda ricerca, fino dal 1968, della religiosità dell’uomo. Il prof. Ries ha ricordato il suo rapporto con il professor Ratzinger, quando nel 1978 pubblicò uno studio sul problema della morte nelle religioni e l’allora professor Ratzinger lo invitò ad approfondire questo rapporto nel cristianesimo. Il rapporto del prof. (così lo chiama il popolo ciellino, che gli ha tributato un lunghissimo applauso) risale al 1982 (e da allora nacque l’idea di fare un’opera omnia sulle religioni), e da allora ha presenziato a una quarantina di incontri, seminari e tavole rotonde, sempre con un’alta affluenza.  Quest’anno non era presente fisicamente, ma è intervenuto con un collegamento video nell’incontro ‘Homo religiosus’, a cui hanno partecipato ‘dal vivo’ Stefano Alberto, docente di Teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Shōdō Habukawa, abate del Muryoko-in Temple del Monte Koya in Giappone, con l’introduzione di Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting, la quale precisa che ‘si tratta di uno dei temi più cari al Meeting e che ne è il fondamento’.

A Rimini il Meeting si è aperto con il presidente Monti e mons. Kaigama

 

Nella prima conferenza stampa di questa edizione del meeting, che è stato aperto dall’incontro con il presidente del consiglio dei ministri, Mario Monti, il presidente dell’associazione del Meeting per l’amicizia tra i popoli, Emilia Guarnieri ha sottolineato: “La pretesa del Meeting è dire qualcosa che ha a che fare con l’oggi. Così è del titolo di quest’anno: la crisi, infatti, in cui ci troviamo a vivere ha una natura certamente economica, ma ultimamente antropologica: riguarda cioè la coscienza dell’uomo”. Poi ha sottolineato  che nei temi che verranno affrontati (scienza e ricerca scientifica, organizzazione civile, economia, giustizia e diritto, libertà religiosa) si gioca la diversità delle posizioni umane da cui si parte: “Al Meeting il mondo è di casa e ciò che può consentire l’amicizia fra i popoli è qualcosa che c’è già in comune: il desiderio di infinito presente in ogni uomo. Il Meeting conta perché è un luogo di educazione, per giovani e adulti. Infatti ciò che educa è incontrare un’esperienza”. Nel pomeriggio il presidente Monti, prima di arrivare all’auditorium, stracolmo di persone, ha visitato la mostra ‘Imprevedibile istante. Giovani per la crescita’, che ha riguardato certamente le ultime generazioni, ma è un richiamo per tutti, poiché mette al centro la persona, ‘che è sempre più grande delle circostanze in cui si trova’, uno dei temi centrali del Meeting di quest’anno. Infatti la tematica dei giovani per la crescita si aggancia al Meeting dello scorso anno, dove era messo a fuoco il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia con la mostra ‘150 anni di sussidiarietà’, tesa a mostrare come l’Italia nella sua storia fosse sempre uscita dalla crisi grazie alla esperienza ideale e alla forza di fede che ha affrontato ogni momento di travaglio come una possibilità di cambiamento, prima del singolo e poi dell’intera società.

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