Le priorità di Papa Francesco

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 01.05.2024 – Andrea Gagliarducci] – La grande novità alla fine della scorsa settimana era, che Papa Francesco parteciperà all’incontro del G7 previsto per la metà di giugno di quest’anno, in Puglia, in particolare per parlare di Intelligenza Artificiale. Il Papa parteciperà ad una sessione per i Paesi invitati, non essendo la Santa Sede parte del G7. In generale, la Santa Sede ha sempre guardato con un certo sospetto alle sessioni G (G7, G8, G20), trattandosi di “club di amici” e non di arene multilaterali in cui ogni Paese, anche il più piccolo, ha voce e un certo peso. Tuttavia, il fatto che il Papa accetti di parlare al G7 in una sessione laterale, dimostra che vuole essere un attore importante sulla scena mondiale, e i potenti del mondo sembrano pronti ad accontentarlo.
Un’altra voce è, che Papa Francesco si recherà a New York a settembre per il Summit of the Future delle Nazioni Unite [QUI]. Il Papa si è rivolto più recentemente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 14 giugno 2023 [QUI]. Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Segretaria di Stato, ha letto il discorso in un evento appositamente organizzato per far parlare tramite videomessaggio il Papa e il Grande Imam di al Azhar, Ahmed al Tayyeb. Non è chiaro se il Papa si rivolgerà all’ONU in video o in presenza. Tuttavia, il Papa potrebbe effettivamente voler essere a New York.
Se così fosse, la prevista visita del Papa in Belgio (e Lussemburgo?) dovrebbe slittare. Il suo viaggio in Asia dal 2 al 13 settembre rimarrebbe in calendario, rendendo il nono mese del 2024 un viaggio estenuante per il 87enne pontefice, che non gode di ottima salute. Per ora la notizia del viaggio del Papa a New York è solo un’indiscrezione. Deve ancora essere confermato. Tra le mura vaticane, tra l’altro, molti dubitano anche che Papa Francesco possa intraprendere il viaggio in Asia, che lo vedrebbe visitare quattro Paesi (Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore) in poco più di dieci giorni. Se le condizioni di salute di Papa Francesco complicassero un viaggio in Asia, sarebbe ancora più complicato far seguire a quel viaggio un altro lungo viaggio, che lo porterebbe attraverso diversi fusi orari nella direzione opposta.
Per ora, il Papa e la Santa Sede si accontentano di lasciare che le voci circolino. Questo fatto indica qualcosa della precisa volontà di Papa Francesco.
Papa Francesco ha ricevuto un invito personale dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, con il quale mantiene un ottimo rapporto. Papa Francesco ha registrato un videomessaggio congiunto con Guterres a margine della visita di Guterres in Vaticano il 20 dicembre 2019, un evento più unico che raro nella storia delle udienze papali. Il Papa sarebbe quindi disposto a rispondere sì, ad intraprendere un viaggio complicato, e a tornare una seconda volta sul podio delle Nazioni Unite per lanciare al mondo il suo messaggio. Il viaggio in Belgio verrebbe leggermente posticipato al 2025.
Se tutto venisse confermato, le priorità di Papa Francesco e le modalità con cui esercita il suo pontificato sarebbero definitivamente chiare.
Non c’è niente di sbagliato nel fatto che il Papa voglia parlare nei forum internazionali. Tuttavia, non c’è mai stato un Papa che abbia interpretato la sua presenza alle assemblee internazionali nel modo pragmatico e politico di Papa Francesco. Papa Francesco parla da politico tra i politici; adotta il loro linguaggio e diventa leader sociale quando dialoga con il mondo politico. Se ne parla fin dall’inizio del pontificato: gli incontri con i leader dei movimenti popolari, l’indicazione della tratta degli esseri umani come tema centrale per le riunioni della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, l’individuazione della questione del cambiamento climatico a seguito di un colloquio con Ségolène Royale, che lo ha invitato a scrivere un documento in vista della COP21 di Parigi.
C’è infatti bisogno che la Chiesa parli nei forum internazionali e rappresenti i poveri e gli oppressi. Questo è lo scopo della diplomazia papale, e questo è lo scopo del ruolo peculiare del Papa sulla scena mondiale. C’è, in altre parole, una linea sottile che separa il Papa come leader morale dagli aspetti del suo ruolo che lo definirebbero un mero leader globale come tutti gli altri. In Sudamerica il confine tra l’essere vescovo e l’essere attore sociale è sottile. In definitiva, è una questione di come interpreti il ruolo. Papa Francesco ha costantemente interpretato il papato come una piattaforma globale per lanciare il grido dei poveri e degli oppressi e delineare la sua Chiesa in uscita.
E se la Chiesa fosse sì in uscita, ma fuori da se stessa? Questa è la grande domanda oggi. Se Papa Francesco accettasse l’invito alle Nazioni Unite, la sua ambizione di essere un leader globale diventerebbe pienamente evidente.
Sono questi gli scenari dove il Papa preferisce parlare. Avrebbe parlato anche alla COP28 di Dubai lo scorso dicembre, e lo avrebbe fatto solo in qualità di Capo dello Stato. La COP28 è un incontro che riunisce capi di governo e ministri. La decisione di andare alla COP28 è stata particolarmente eccessiva dal punto di vista del protocollo. Tuttavia, è giustificato dall’idea di utilizzare il peso morale del pontificato per portare avanti questioni care a chi ne ricopre l’incarico.
D’altra parte, Papa Francesco ha preso parte a incontri di piattaforme interreligiose, che non avrebbero previsto la presenza del Papa in sé, come le Conferenze di Abu Dhabi sulla fraternità umana, la Conferenza di pace del Cairo e l’Incontro dei leader religiosi in Kazakistan.
Per Papa Francesco l’importante è essere presente, parlare ed evidenziare la sua opinione. Da qui la seconda priorità di Papa Francesco: controllare la narrazione [QUI].
Questa priorità è una conseguenza del suo impegno a parlare come leader globale. Tutti i leader devono controllare la narrativa che li circonda. Nel corso della scorsa settimana, Papa Francesco ha concesso alla CBS la sua ennesima intervista (se ne sono contate più di cento), nella quale ha ribadito i suoi concetti di pace, cura della casa comune e amore per i bambini. L’intervista è stata organizzata in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia, ed è chiaro che il Papa ha accettato di dare prestigio e risalto all’evento, perché deve dire qualcosa su di lui e sul suo pontificato. La Giornata Mondiale dell’Infanzia, dopo tutto, è un’istituzione completamente nuova che passerà alla storia perché Papa Francesco l’ha istituita.
Tutte le interviste del Papa – comprese quelle lunghe un libro – sono creature alle quali Papa Francesco ha acconsentito personalmente e senza il filtro dei dipartimenti curiali. Servono a raccontare qualcosa di diverso sul pontificato, a introdurre nuove categorie narrative, che solo il Papa può controllare (come quella sul Conclave che lo ha eletto perché nessuno potrà smentirlo), a creare un’immagine delle sue decisioni e del suo governo.
Però, ciò che appare in controluce, è un leader solo al comando, che lavora sulla percezione di sé, più che su riforme concrete. Infatti, quando intraprende le riforme, le attua in modo personalista o le affronta con una microgestione a livello superficiale. È un Papa che vuole essere un riformatore, ma non può riformare, perché la sua visione è quella di agire da solo, con pochi collaboratori fidati, e senza perdere troppo tempo in grandi piani strategici e ideologici.
Pertanto, la terza priorità è la riforma volta a cambiare le mentalità senza riforme strutturali.
Il Papa fa due passi avanti e uno indietro sui temi della dottrina e delle questioni pastorali sottostanti. Il documento sulla benedizione delle coppie irregolari, Fiducia supplicans, porta avanti la mentalità della benedizione delle coppie omosessuali. Il documento sulla dignità umana, Dignitas infinita, riafferma la dottrina della Chiesa sulle coppie omosessuali. Il Dicastero per la Dottrina della Fede autorizza le persone transessuali a essere anche padrini nel Battesimo o nella Cresima. Ancora una volta Dignitas infinita sottolinea che il cambiamento di sesso è sempre un tradimento del disegno di Dio.
Non si tratta di cambiare tutto per non cambiare nulla, come leggiamo nel romanzo di Lampedusa, Il Gattopardo. Invece, è un cambiamento di nulla per cambiare tutto.
Questo articolo nella nostra traduzione italiana è stato pubblicato dall’autore in inglese sul suo blog Monday Vatican [QUI].