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Persona, cura, dedizione e solidarietà: i quattro pilastri dell’ecosistema Gemelli

‘Persona, cura, dedizione e solidarietà sono i pilastri sui quali si fonda l’ecosistema Gemelli’, cui danno vita il Policlinico insieme alla Facoltà di Medicina e chirurgia: ‘un sistema integrato di condivisione ideale e competenza scientifica’: nel suo discorso inaugurale nella sede di Roma dell’Università Cattolica del Sacro Cuore il rettore Elena Beccalli ha proposto l’orizzonte ideale che fa del Gemelli ‘un punto di riferimento per la sanità nazionale’.

Nel suo discorso il rettore ha tratteggiato il ‘quadro difficile e articolato’ della sanità italiana: “La sanità è una questione nevralgica per il paese… Eppure, una sanità accessibile è una forma di “diritto di cittadinanza” riconosciuto dalla nostra Carta Costituzionale nell’articolo 32, che recita: ‘La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività’. Un principio che trova attuazione nel Servizio Sanitario Nazionale istituito nel 1978 proprio da una nostra laureata”,

Ed ha sottolineato l’importanza del Servizio sanitario: “Tina Anselmi, prima donna a ricoprire l’incarico di Ministro della Salute della Repubblica italiana. Un Servizio finemente definito dallo stesso Presidente Matterella «presidio insostituibile di unità del paese» e pertanto ‘un patrimonio prezioso da difendere ed adeguare’. Un diritto che dobbiamo salvaguardare con ancora maggiore tenacia di fronte alle forti disuguaglianze, alle laceranti polarizzazioni e alle crescenti povertà che sempre più riscontriamo nei nostri territori”.

Però ha sottolineato che il Servizio sanitario è ad un bivio: “Senza i giusti interventi, non certo semplici da individuare data la complessità delle questioni sanitarie, il rischio che ne consegue è un aumento delle già profonde divaricazioni presenti nella nostra società. Come sottolinea l’articolo che ricordavo, una riforma sistemica rappresenta l’unica via per garantire un’assistenza equa ed efficiente, preservando la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale”.

Ed ecco i quattro pilastri a cui l’Università Cattolica non può rinunciare: “Dunque, se dovessi riassumere l’orizzonte ideale verso il quale auspico debba rivolgersi la nostra azione, sarei propensa a utilizzare quattro termini: persona, cura, dedizione, solidarietà. Nelle attività del Policlinico presupposto imprescindibile è l’avere un’attenzione alla persona nella sua interezza, che può essere assicurata solo da una genuina vocazione alla cura di medici e operatori sanitari.

Tutto ciò deve avvenire, giorno dopo giorno, con quella dedizione che muove coloro che sono al servizio delle istituzioni nell’ottica di contribuire al bene comune. E, allo stesso tempo, con spirito di solidarietà, uno dei cardini della Dottrina sociale della Chiesa, cui il personale docente e sanitario è chiamato a ispirare il lavoro quotidiano per l’edificazione propria e di tutta la società”.

Da qui lo sviluppo di un piano per l’Africa: “Declinata in questo modo, la solidarietà diviene il presupposto principale per l’ideazione e l’attuazione del Piano Africa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Si tratta di una struttura d’azione, in coerenza con l’indirizzo di apertura proprio di una Università che vuole essere la migliore per il mondo, con l’intento di porre il continente africano al cuore delle progettualità sanitarie, assistenziali, educative, di ricerca e di terza missione. In uno spirito di reciprocità con l’Africa, l’Ateneo intende diventare polo educativo dalla triplice finalità: formare medici in Africa, offrire ai giovani africani di seconda generazione opportunità di studio, integrare le esperienze di volontariato dei nostri studenti nei percorsi accademici”.

Il preside della Facoltà di Medicina e chirurgia, prof. Antonio Gasbarrini,  ha sottolineato che “un aspetto cruciale del nostro operato risiede nella collaborazione costante con le istituzioni sanitarie, in particolare con la Regione Lazio, nostro principale committente in ambito sanitario pubblico, e con il ministero della Salute, che stabilisce le regole e crea le opportunità per garantire una sanità pubblica nazionale equa e accessibile…

Oltre al nostro ruolo nelle patologie elettive, infatti, stiamo sviluppando con entrambe le istituzioni, regionale e nazionale, politiche al servizio della cruciale rete dell’emergenza/urgenza, quella rete che rappresenta la colonna portante delle politiche sanitarie», «fondamentale per salvare vite, ridurre le complicanze e garantire la presa in carico integrata del paziente, dal primo intervento alla riabilitazione”.

All’inaugurazione dell’anno accademico è intervenuto anche il direttore di ‘Medici con l’Africa Cuamm’, organizzazione che da 75 anni è impegnata in Africa, don Dante Carraro: “Nel nostro nome è racchiuso lo stile che guida il nostro intervento: non ‘per’ ma ‘con’ l’Africa. Camminiamo a fianco delle popolazioni locali, all’interno del sistema sanitario cercando di esserne lievito, intervenendo in partnership con le autorità locali e partendo dai bisogni reali. Non caliamo interventi dall’alto, ma costruiamo insieme delle risposte che possano essere sostenibili e possano garantire futuro.

Ci stanno a cuore, soprattutto, le mamme e i bambini, fragili tra i fragili, specie nel momento del parto e nei primi mesi di vita. Infine, crediamo che una leva fondamentale di cambiamento sia l’investimento in formazione, dei giovani italiani e anche africani, per questo collaboriamo con 39 università italiane e con tanti partner di ricerca nel mondo, così da poter dare solidità al nostro intervento, perché siamo convinti che una medicina per i poveri, non debba essere una medicina povera”.

(Foto: Università Cattolica)

A Caltagirone un progetto della Società di San Vincenzo De Paoli per l’invecchiamento attivo

L’ODV Società di San Vincenzo De Paoli – Consiglio Centrale di Caltagirone ha vinto il bando del Dipartimento della Famiglia e delle Politiche Sociali della Regione Sicilia per la realizzazione di progetti volti all’Invecchiamento attivo per favorire l’integrazione e l’inclusione dei cittadini anziani.  

Il progetto coinvolgerà le Conferenze di Caltagirone e di Vizzini, comuni dove sono stati registrati numeri preoccupanti a causa del progressivo invecchiamento della popolazione residente. Dai dati Istat del 2023 è emerso che ci sono 182,3 anziani ogni cento giovani con un indice di natalità che è passato dal 10,3 del 2003 al 7,2 del 2023 confermando la tendenza ad essere una struttura di popolazione ‘regressiva’.

Anche nel territorio del comune di Vizzini i dati Istat del 2023 confermano la tendenza all’invecchiamento della popolazione. Nel 2023 ci sono 222,1 anziani ogni cento giovani con un indice di natalità che è passato dal 9,6% del 2002 al 6,3% del 2022. L’obiettivo è di contribuire a dare risposte efficaci attraverso l’attuazione di specifiche azioni che puntino a considerare i ‘bisogni attivi degli anziani e garantiscano sostegno, solidarietà e relazionalità.

Il progetto intende contrastare fenomeni come la solitudine, l’isolamento sociale, la lontananza dagli affetti più cari partendo da azioni di prossimità nelle aree fragili delle “periferie”, nei piccoli e medi centri. Con attività di coinvolgimento, di formazione, di aggregazione, di socializzazione, di scambi intergenerazionali si lavorerà a migliorare la consapevolezza, la comprensione reciproca e a contribuire a costruire comunità più coese. In particolare, per favorire lo scambio intergenerazionale saranno organizzati incontri con gli studenti delle varie fasce d’età coinvolgendo le scuole e i giovani della Consulta giovanile della città di Caltagirone.

Le iniziative progettuali punteranno inoltre all’alfabetizzazione digitale con l’acquisizione delle conoscenze digitali di base che permetteranno agli over 65 di rendersi il più possibile autonomi nell’uso dei dispositivi e più consapevoli dei rischi di esposizione alla rete. Tempo e spazio sarà rivolto all’adozione di corretti stili di vita grazie a corsi informativi con esperti nutrizionisti.

Sono previsti anche incontri di socializzazione con la preparazione e il consumo conviviale di cibi e piatti tipici e salutari. Non mancheranno corsi di ginnastica, balli di gruppo, camminate ecologiche, perché l’attività fisica favorisce un invecchiamento attivo e allontana il rischio di malattie degenerative.

Per aiutare l’anziano a riconoscere le situazioni di rischio, come la dipendenza da gioco, e sapere cosa è meglio fare per affrontarle, sarà rivolta attenzione anche all’ uso consapevole del denaro. Inoltre, saranno veicolate corrette abitudini per evitare incidenti domestici e stradali, riducendo il rischio di cadute. Sono previsti anche altri servizi di supporto, tutela e accoglienza che garantiranno la giusta rassicurazione sociale alle persone deboli.

Alcune iniziative punteranno a dare una nuova visione della terza e quarta età che renda gli over 65 consapevoli di essere una risorsa attiva della vita comunitaria attraverso la proposta di ricette di dolci tipici, il racconto di giochi che animavano la vita sociale dell’epoca, la riscoperta di canti della tradizione popolare e l’impegno sociale a favore della collettività e di chi ha particolari necessità.

Gli anziani potranno affiancare i volontari nell’espletamento delle iniziative delle varie associazioni per essere insieme protagonisti della cura e dell’attenzione verso l’altro. Un proposito che vuole essere da stimolo per gli over 65 a riscoprire la bellezza di essere parte attiva e integrante della società:

“Il Consiglio Centrale di Caltagirone lavora incessantemente con una serie di iniziative e progetti mirati a contrastare l’esclusione sociale e le diverse forme di marginalità. Anche attraverso questo lavoro vogliamo stare vicini a chi ha bisogno partecipando attivamente alle loro storie di vita”, dichiara Mario Sortino, Coordinatore della Società di San Vincenzo De Paoli siciliana.

La Società di San Vincenzo De Paoli si dedica all’esercizio della carità, con un focus particolare sul sostegno alle persone in situazioni di vulnerabilità. Vive la fede attraverso azioni concrete di aiuto e accompagnamento. Offre supporti personalizzato a chi si trova in momenti difficili, fornendo non solo aiuti materiali ma anche percorsi di supporto per superare le avversità. L’approccio è basato su un rapporto diretto e personale, fondato sull’amicizia e il rispetto reciproco.

‘Sacerdoti Insieme’: il primo meeting sulla ‘Fraternità Sacerdotale’ organizzato dal Centro per l’Evangelizzazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue

«È stata una tre giorni ricca di grazia quella che si è svolta dal 27 al 29 gennaio presso il Collegio del Preziosissimo Sangue di Roma, che ha visto la presenza di oltre 20 sacerdoti provenienti da tutta Italia. Un meeting sulla “Fraternità Sacerdotale”per tutti quei confratelli nel sacerdozio che ho avuto la possibilità di incontrare, nelle varie occasioni di predicazioni e missioni al popolo, su tutto il territorio nazionale» afferma don Flavio Calicchia, Missionario del Preziosissimo Sangue e direttore del Centro per l’Evangelizzazione della Provincia Italiana.

 «Prima di programmare iniziative concretecontinua don Flavio – abbiamo sentito il bisogno di ritrovarci insieme per condividere, in semplicità, la nostra esperienza ministeriale, promuovendo una forma di “spiritualità della comunione”, tanto cara al nostro fondatore San Gaspare del Bufalo. “Nessun presbitero è in condizione di realizzare a fondo la propria missione se agisce da solo e per proprio conto, senza unire le proprie forze a quelle degli altri presbiteri, sotto la guida di coloro che governano la Chiesa!” (PO 7). I contatti regolari con il Vescovo e con gli altri sacerdoti, la mutua collaborazione, la vita comune o fraterna tra sacerdoti, sono mezzi molto utili per superare gli effetti negativi della solitudine che alcune volte il sacerdote può sperimentare e per superare una certa sfiducia e scontentezza così diffusa tra i sacerdoti».

Don Ambrogio Monforte, uno dei sacerdoti partecipanti, racconta: «Ci siamo ritrovati in quella concreta fraternità sacerdotale dove le parole e la vita del confratello accanto ci hanno permesso di riprendere la vita di ogni giorno ricaricati, con la grinta di voler donare all’altro qualcosa della propria ricchezza e di incrementare meglio la vocazione propria e dell’amico (cfr. 2 Pt 3, 10). Ecco perché per noi sacerdoti diocesani, vivere la spiritualità del Preziosissimo Sangue significa vivere la spiritualità che riesce a dare luce a ciò che già c’è, ossia il nostro ministero sacerdotale, proprio come il sangue che ha la capacità di ossigenare e rivitalizzare tutto il corpo.

Proprio come lo fu per il Beato Giovanni Merlini che, già da sacerdote, conoscendo san Gaspare si perfezionò nel suo ministero: anche noi sacerdoti diocesani che viviamo questa spiritualità ci sentiamo di scegliere quanto abbiamo già scelto: innamorarci in maniera nuova di ciò che già siamo». «Nella relazione centrale che ci è stata offerta, – continua il presbitero – don Luigi Maria Epicoco, ha voluto sottolineare proprio questo legame tra sacerdoti definendolo a partire da ciò che Gesù dice nel vangelo di Giovanni con la categoria più importante, quella dell’amicizia: “Non vi chiamo più servi ma amici” (cfr. Gv 15, 12-17): nell’amicizia sacerdotale tra i santi cappadoci Basilio e Gregorio ci ha mostrato quella custodia premurosa vicendevole e la bellezza di fare strada all’altro senza farsi strada.

Dopo il pellegrinaggio alla Porta Santa della Basilica Vaticana, abbiamo concelebrato la santa messa pomeridiana con il card. Mauro Gambetti, il quale ci ha ricordato il legame di parentela che noi abbiamo con Gesù: nella misura in cui siamo sempre più servitori e annunciatori instancabili della Parola riusciamo a generarLo negli altri diventando suoi fratelli, sorelle e madri (cfr. Mc 3, 35). E così, forti di questa esperienza, abbiamo concluso le nostre giornate con un giro di condivisione di esperienze e la celebrazione presieduta da don Benedetto Labate, direttore della Provincia Italiana dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Le parole risuonate nella nostra vita diventano una linfa vitale di grazia, ci rafforzano nel ministero, ci invitano a raggiungere e donarci a quanti il Signore mette sul nostro cammino, come il Sangue prezioso di Cristo che dalla Croce scorre come un fiume verso tutti».

Il monastero Santa Rita da Cascia ha una nuova vicaria: suor Maria Giacomina Stuani

E’ suor Maria Giacomina Stuani la nuova Vicaria delle agostiniane di Santa Rita da Cascia, nominata per volere delle sue consorelle, impegnate nel Capitolo elettivo per l’intera settimana, alla presenza del Priore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino, Padre Alejandro Moral Anton.

Classe 1960, arriva dall’Alto Montovano nel monastero ritiano, dove vive da 26 anni. Chiamata dal Signore, proprio partecipando a un corso vocazionale delle monache di Cascia e parlando della sua inquietudine con la monaca da cui oggi eredita il ruolo di Vicaria, ha le risposte e pronuncia il suo sì.

In questi ultimi otto anni è stata l’economa della Comunità, occupandosi anche dell’accoglienza vocazionale e di quella nei parlatori per devoti e pellegrini. Inoltre è direttrice editoriale della Rivista di Santa Rita “Dalle Api alle Rose”, il bimestrale che da oltre 100 anni unisce la famiglia di devoti ritiani in tutto il mondo, essendo oggi diffusa in 7 lingue (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, polacco e portoghese) e spedita dalle agostiniane in 250.000 copie.

Dal Capitolo delle monache, che prosegue per l’intera settimana al fine di definire il consiglio e tutti i ruoli, arrivano anche i ringraziamenti colmi di gratitudine per suor Maria Rosa Bernardinis, priora uscente per i suoi otto anni di ufficio continuativo, e suor Maria Natalina Todeschini, vicaria uscente che, in diversi mandati, da oltre 20 anni è punto di riferimento per il monastero.  

Per il Giubileo settimana di mobilitazione contro la tratta

‘Ambasciatori di speranza. Insieme contro la tratta di persone’ è il tema scelto, in continuità con il Giubileo in corso, per l’undicesima Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, che si celebra ogni anno l’8 febbraio, in occasione della festa di santa Bakhita, donna e suora sudanese vittima di tratta e simbolo universale dell’impegno della Chiesa contro questo fenomeno.

Giovani della rete globale contro la tratta, provenienti da tutti i continenti, sono giunti a Roma in occasione della Giornata, per una settimana di formazione e incontri, con un momento centrale di preghiera e riflessione insieme a papa Francesco, che ha istituito nel 2015 la Giornata, affidandone la promozione all’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg) e all’Unione dei superiori generali (Usg) e il coordinamento a ‘Talitha Kum’, la rete internazionale anti-tratta che conta più di 6.000 suore, amici e partner in tutto il mondo.

Secondo le Nazioni Unite, sono 50.000.000 le persone vittime della tratta a livello globale. Coloro che ne soffrono maggiormente le conseguenze sono donne, bambini, migranti e rifugiati. Una vittima su tre è un bambino, mentre il 79% delle vittime dello sfruttamento sessuale a livello globale sono donne e ragazze. Le persone costrette alla migrazione forzata sono circa 120.000.000.

Guerre, conflitti, violenze, povertà e catastrofi ambientali li portano ad abbandonare le proprie case, rendendoli particolarmente vulnerabili alla tratta e allo sfruttamento per la pericolosità delle rotte e perché spesso si fa ricorso a trafficanti o al mercato nero per spostarsi da un Paese all’altro. A questo si aggiunge un’altra forma di tratta, che è lo sfruttamento online.

Oggi continuano  le attività di formazione e sensibilizzazione sul tema della tratta; giovedì 6 febbraio, al mattino, pellegrinaggio dei giovani attraverso le Porte Sante, mentre il pomeriggio, dalle 17 alle 19, all’Università Pontificia della Santa Croce di Roma si svolgerà l’evento Appello alla speranza e alla guarigione, con le testimonianze di alcuni sopravvissuti alla tratta, giovani attivisti e la performance di artisti come la band Gen Verde.

La mattina di venerdì 7 febbraio papa Francesco incontrerà la delegazione dei giovani ambasciatori, i sopravvissuti e i rappresentanti della rete delle organizzazioni promotrici della Giornata. Subito dopo ci sarà il pellegrinaggio online di preghiera e riflessione contro la tratta, che attraverserà tutti i continenti e i fusi orari: dall’Oceania all’Asia, Medio Oriente, Africa, Europa, Sud America e, infine, il Nord America. L’evento sarà trasmesso in diretta streaming in cinque lingue (inglese, spagnolo, portoghese, francese, italiano) su www.preghieracontrotratta.org/yt/it.

Sabato 8 febbraio, i giovani ambasciatori si riuniranno per un giorno intero di dialogo e lavoro, che culminerà con il lancio della nuova chiamata all’azione globale contro la tratta, che diventerà un nuovo strumento di sensibilizzazione e mobilitazione da usare in tutto il mondo. Gli organizzatori invitano tutti a dedicare un post, un tweet e condividerlo il 7 e l’8 febbraio usando gli hashtag ufficiali #PrayAgainstTrafficking #iubilaeum2025.

Ed ecco la storia di Grace, raccontata nel sito della rete: “Grace è fuggita dai suoi trafficanti a Dubai e ha cercato subito aiuto in una chiesa locale. Lì ha incontrato un sacerdote e delle suore che l’hanno messa rapidamente in contatto con le Sorelle di Talitha Kum nel suo Paese d’origine, la Nigeria. Grazie al loro sostegno, ha potuto lasciare gli Emirati Arabi Uniti ed è stata accolta calorosamente dalle suore di Villa Bakhita all’aeroporto. Grace ricorda quanto siano state premurose mentre elaborava il trauma della sua esperienza, dandole modo di condividere la sua storia solo quando si fosse sentita pronta.

Durante il periodo trascorso al rifugio, Grace ha avuto la possibilità di andare regolarmente a Messa e ha instaurato un forte legame con le suore. Speranzosa e determinata a proseguire gli studi, le suore le hanno offerto corsi di informatica e una formazione pratica in cucina e pasticceria. Talitha Kum infatti mette a disposizione anche corsi di catering, sartoria e parruccheria per consentire ai sopravvissuti di recuperare l’indipendenza e reintegrarsi nella società.

La vicenda di Grace porta con sé un potente messaggio di speranza, non solo per i sopravvissuti, ma anche per chi li assiste. Una sorella di Villa Bakhita ha detto: Storie come la sua sono molto incoraggianti. Questo lavoro può essere impegnativo e frustrante, ma quando si è testimoni di persone che rispondono e collaborano, si rafforza la motivazione a continuare e ci si rassicura che c’è speranza. E’ un forte messaggio di speranza per tutti gli altri sopravvissuti”.

(Foto: Talitha Kum)

Suor Maria Grazia Cossu è la nuova priora del monastero ‘Santa Rita’ da Cascia

Suor Maria Grazia Cossu è stata oggi eletta dalle sue consorelle e alla presenza del Priore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino, Padre Alejandro Moral Anton, nel ruolo di Priora del Monastero Santa Rita di Cascia, che guiderà per i prossimi quattro anni. Suor Maria Rosa Bernardinis, Priora uscente, chiuderà i suoi 8 anni di mandato passando formalmente il testimone alla nuova eletta nei prossimi giorni.

Originaria della Sardegna, Suor Maria Grazia è entrata nella famiglia delle claustrali di Cascia come postulante il 10 ottobre 2011, ed ha celebrato la sua consacrazione definitiva al Signore l’8 dicembre 2016. Negli ultimi anni si è presa cura delle consorelle più anziane, svolgendo il suo servizio presso l’infermeria del monastero, e contemporaneamente delle migliaia di persone che ogni giorno vengono ascoltate dalle monache, presso i parlatori per il loro ministero della consolazione, e che giungono a Cascia alla ricerca di nuova speranza e luce, attraverso la voce di Dio e il messaggio di Santa Rita.

Il capitolo del Monastero Santa Rita è ancora in corso, e nei prossimi giorni le monache definiranno anche gli altri ruoli della comunità, tra cui la vicaria, vice della Priora, e l’economa, fino a definire il nuovo consiglio, organo di governo della Comunità. Per i prossimi quattro anni sarà alla guida della comunità delle claustrali, eredi e custodi del messaggio della santa degli impossibili.

Una volta compiuti i passi formali, raccoglierà il testimone da Suor Maria Rosa Bernardinis, che termina il suo mandato dopo otto anni consecutivi. Nei prossimi giorni attese anche le elezioni della Vicaria e del consiglio del Monastero.

Suor Maria Grazia Cossu, succederà a suor Maria Rosa Bernardinis, anche nel ruolo di Presidente della Fondazione Santa Rita da Cascia, che sarà formalizzato a fine febbraio. La Fondazione è l’Ente del Terzo Settore che le monache hanno fondato nel 2012: da allora cammina al fianco del Monastero e di altre organizzazioni che sostiene in Italia e nel mondo, con l’obiettivo di rendere concreto l’esempio di Santa Rita, per contribuire a migliore la vita di chi si trova in situazioni di fragilità, attraverso progetti rivolti a infanzia, salute, formazione, sicurezza alimentare e inclusione sociale che portano speranza e costruiscono opportunità.

(Foto: Fondazione Santa Rita da Cascia)

Papa Francesco vuole preparare un’esortazione per i bambini

“Per dare continuità a questo impegno e promuoverlo in tutta la Chiesa, ho intenzione di preparare, una lettera, un’esortazione dedicata ai bambini”: lo ha detto papa Francesco in conclusione dei lavori del Summit mondiale sui diritti dei bambini, dal titolo ‘Amiamoli e proteggiamoli’, organizzato dal Pontificio Comitato per la Giornata Mondiale dei Bambini.

Dopo aver espresso gratitudine ai partecipanti, il papa ha osservato che “le sale del Palazzo Apostolico oggi sono diventate un osservatorio aperto sulla realtà dell’infanzia nel mondo intero, un’infanzia che purtroppo è spesso ferita, sfruttata, negata… La vostra presenza, la vostra esperienza e la vostra compassione hanno dato vita a un osservatorio e soprattutto a un laboratorio: in diversi gruppi tematici avete elaborato proposte per la tutela dei diritti dei bambini, considerandoli non come dei numeri, ma come dei volti. Tutto questo dà gloria a Dio, e a Lui noi lo affidiamo, perché il suo Santo Spirito lo renda fecondo e fruttuoso. I bambini ci guardano per vedere come mandiamo avanti la vita”.

Prima dell’intervento conclusivo il papa aveva letto la lettera consegnatagli da una rappresentanza di bambini: “Ti scriviamo a nome dei bambini di tutta la terra, ti vogliamo ringraziare perché ti preoccupi per noi e per il nostro futuro, ci vuoi bene e ci proteggi”.

La lettera dei bambini è stata un ringraziamento per il suo impegno: “Grazie per tutto quello che fai per noi! Grazie perché ascolti le nostre domande e ti prendi del tempo per rispondere, come nella Giornata Mondiale dei Bambini, quel giorno, abbiamo imparato tante cose ed è stato bello sentire e capire quello che ci dicevi… Quel giorno abbiamo capito che tu vuoi il nostro aiuto per cambiare il mondo: come è adesso a te non piace e non piace neanche a noi! Troppi bambini soffrono per la fame, per la guerra, per il colore della pelle diverso, per i disastri ambientali”.

Ed hanno delineato il mondo che vorrebbero: “Vorremmo un mondo più giusto, senza divisioni tra i popoli, tra ricchi e poveri, tra giovani e anziani… Un mondo che sia anche più pulito, in cui l’inquinamento non distrugge le foreste, sporca il mare e uccide tanti animali, abbiamo capito che è più importante salvare la terra che avere tanti soldi. Vorremmo un mondo per tutti, nessuno escluso! Un mondo in cui tutti i bambini possano crescere bene, studiare, giocare, vivere sereni. Vogliamo la pace!”

Quindi un mondo senza guerra, concludono nella lettera, chiedendo l’aiuto del papa: “Non vogliamo vivere in un mondo con la guerra… La guerra non si deve fare, non serve a niente: distrugge, uccide e rende tutti più tristi ma questo, ancora, certi grandi non lo sanno! Insieme a te vogliamo ripulire il Mondo dalle cose brutte, colorarlo con l’amicizia e il rispetto, e aiutarti a costruire un futuro bello per tutti! E’ difficile? Ma se tu ci aiuti diventa più facile!”.

In questo summit p. Ibrahim Faltas, vicario della Custodia in Terra Santa, ha raccontato la vita dei bambini in Terra Santa: “La guerra iniziata sedici mesi fa ha portato morte e distruzione, ha moltiplicato la sofferenza dei bambini palestinesi e dei bambini israeliani… La pace è il diritto fondamentale dei bambini, che devono essere allontanati da qualsiasi cultura che incita all’odio e alla violenza… A Gaza i bambini hanno sofferto la fame, la sete, il freddo, il caldo, la mancanza di cura e di istruzione”.

Ed ha invocato la pace: “Sono mancati i bisogni e i diritti essenziali. La tregua e la tanta desiderata pace potranno dare sollievo alle necessità fisiche e materiali dei bambini, ma sarà difficile cancellare i traumi visibili e invisibili che hanno lasciato sul corpo e la mente dei bambini. Tanti bambini sono nati in questi sedici mesi di guerra: la vita che risplende tra le macerie sia segno di speranza.

Sono tanti i bambini morti in questi sedici mesi, tanti non hanno avuto la possibilità di salvarsi… Per il secondo anno consecutivo i bambini non possono andare a scuola, perché le scuole sono state distrutte. Trentanovemila ragazzi non hanno potuto affrontare gli esami di maturità, e sarà così per tanti di loro anche quest’anno. Non vedono il loro futuro e stanno perdendo la speranza del futuro”.

Il Gruppo Banca Etica si espande nell’asset management e rafforza la sua indipendenza

Banca Etica ha acquisito il 70% di IMPact SGR nell’ambito di un’operazione strategica per espandere il business del Gruppo nel settore del wealth management e del risparmio gestito, e per consolidare l’indipendenza e la distintività dell’unico Gruppo bancario italiano interamente dedito alla finanza etica.

IMPact SGR, società di gestione del risparmio italiana specializzata esclusivamente nella finanza di impatto, offre soluzioni d’investimento che uniscono performance finanziarie e misurazione dell’impatto sociale e ambientale. La missione di IMPact SGR è quella di contribuire ad allocare i capitali a favore delle imprese in grado di generare un impatto netto positivo per le persone e l’ambiente. Una missione pienamente coerente con quella che il Gruppo Banca Etica persegue da 25 anni.

Il Gruppo Banca Etica già include Etica Sgr, società di gestione del risparmio italiana che propone esclusivamente fondi comuni d’investimento etici (classificati ex. articolo 8 e 9 ai sensi della normativa europea Sustainable Finance Disclosure Regulation – SFDR) e che gestisce un patrimonio di circa € 7.400.000.000 per conto di oltre 400.000 clienti.

L’accordo prevede anche il successivo trasferimento a IMPact SGR della delega per la gestione finanziaria dei fondi di Etica Sgr, fin qui curata da Anima Sgr, che ha gestito attivamente il portafoglio sulla base dell’Universo Investibile e della Politica di Investimento Sostenibile e Responsabile definiti da Etica Sgr. L’esecuzione degli accordi di acquisto e di trasferimento della delega di gestione è subordinata all’ottenimento dell’autorizzazione da parte di Banca d’Italia.

“Con l’acquisizione di IMPact SGR il Gruppo Banca Etica accelera il suo percorso di crescita e rafforzamento consolidando l’indipendenza e la distintività dell’unico Gruppo bancario italiano interamente dedito alla finanza etica. Etica Sgr potrà beneficiare delle sinergie con un gestore finanziario dedicato e in linea con la missione del Gruppo, al fine di potenziare l’offerta dei prodotti di finanza etica, l’apertura verso nuovi mercati ed essere ancor più vicini alle esigenze dei risparmiatori e di tutti gli stakeholder.

In questi primi 25 anni la gestione da parte di Anima Sgr ha permesso a Etica Sgr di affiancare una gestione finanziaria di qualità alla rigorosa selezione degli investimenti sulla base di criteri etici. La scelta di sviluppare e accrescere all’interno del Gruppo le competenze di gestione finanziaria dei fondi attraverso l’acquisizione di una società di gestione del risparmio in linea con i nostri valori risponde all’esigenza del Gruppo Banca Etica di entrare pienamente in una nuova fase di sviluppo, diventando un Gruppo finanziario più forte e completo, consolidando e approfondendo i tratti distintivi della finanza etica. I rigorosi criteri di selezione etica degli investimenti resteranno invariati e la gestione fin qui esternalizzata potrà essere svolta internamente al Gruppo, avvalendoci della pluriennale e comprovata esperienza dei gestori di IMPact SGR”, dice Anna Fasano, presidente di Banca Etica.

“Etica Sgr continuerà a promuovere pratiche di investimento etiche e responsabili per creare valore per tutti gli stakeholder anche grazie al convinto lavoro di collocamento svolto da tutte le banche socie di Etica Sgr e da tutti i collocatori che, con dedizione, hanno contribuito e contribuiranno alla diffusione dei valori della finanza etica nei mercati finanziari”, dichiara Marco Carlizzi, presidente di Etica Sgr.

“L’ingresso nel capitale di IMPact SGR del Gruppo leader del settore della finanza etica in Italia rappresenta un’importante opportunità per sviluppare la gestione di prodotti di finanza etica e di impatto. L’accordo con Banca Etica si articola in un contesto di condivisione degli ideali che nel 2017 ci hanno portato alla costituzione di IMPact SGR. Le sinergie con Etica Sgr porteranno a una crescita sostanziale nella capacità di generare ricerca interna di sostenibilità, crescita del team di gestione e innovazione di prodotto nel rispetto e in continuità con le rigorose regole di selezione degli investimenti del Gruppo”, aggiunge Fausto Artoni, presidente e co-fondatore di IMPact SGR.

In relazione all’operazione descritta, Banca Etica pubblicherà un supplemento al Prospetto Informativo depositato presso Consob in data 25 luglio 2024. Il Supplemento una volta approvato da Consob, sarà reso disponibile, unitamente al Prospetto, presso la sede legale dell’Emittente in Padova, Via Niccolò Tommaseo n. 7; sul sito internet dell’Emittente www.bancaetica.it; presso le Filiali dell’Emittente e presso i suoi consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede.

La traduzione in spagnolo del Supplemento sarà disponibile presso le Succursali spagnole dell’Emittente con sede in Bilbao, Barcellona e Madrid, nonché sul sito internet in lingua spagnola dell’Emittente www.fiarebancaetica.coop.

Banca Etica ha acquisito il 70% di IMPact SGR nell’ambito di un’operazione strategica per espandere il business del Gruppo nel settore del wealth management e del risparmio gestito, e per consolidare l’indipendenza e la distintività dell’unico Gruppo bancario italiano interamente dedito alla finanza etica.

IMPact SGR, società di gestione del risparmio italiana specializzata esclusivamente nella finanza di impatto, offre soluzioni d’investimento che uniscono performance finanziarie e misurazione dell’impatto sociale e ambientale. La missione di IMPact SGR è quella di contribuire ad allocare i capitali a favore delle imprese in grado di generare un impatto netto positivo per le persone e l’ambiente. Una missione pienamente coerente con quella che il Gruppo Banca Etica persegue da 25 anni.

Il Gruppo Banca Etica già include Etica Sgr, società di gestione del risparmio italiana che propone esclusivamente fondi comuni d’investimento etici (classificati ex. articolo 8 e 9 ai sensi della normativa europea Sustainable Finance Disclosure Regulation – SFDR) e che gestisce un patrimonio di circa € 7.400.000.000 per conto di oltre 400.000 clienti.

L’accordo prevede anche il successivo trasferimento a IMPact SGR della delega per la gestione finanziaria dei fondi di Etica Sgr, fin qui curata da Anima Sgr, che ha gestito attivamente il portafoglio sulla base dell’Universo Investibile e della Politica di Investimento Sostenibile e Responsabile definiti da Etica Sgr. L’esecuzione degli accordi di acquisto e di trasferimento della delega di gestione è subordinata all’ottenimento dell’autorizzazione da parte di Banca d’Italia.

“Con l’acquisizione di IMPact SGR il Gruppo Banca Etica accelera il suo percorso di crescita e rafforzamento consolidando l’indipendenza e la distintività dell’unico Gruppo bancario italiano interamente dedito alla finanza etica. Etica Sgr potrà beneficiare delle sinergie con un gestore finanziario dedicato e in linea con la missione del Gruppo, al fine di potenziare l’offerta dei prodotti di finanza etica, l’apertura verso nuovi mercati ed essere ancor più vicini alle esigenze dei risparmiatori e di tutti gli stakeholder.

In questi primi 25 anni la gestione da parte di Anima Sgr ha permesso a Etica Sgr di affiancare una gestione finanziaria di qualità alla rigorosa selezione degli investimenti sulla base di criteri etici. La scelta di sviluppare e accrescere all’interno del Gruppo le competenze di gestione finanziaria dei fondi attraverso l’acquisizione di una società di gestione del risparmio in linea con i nostri valori risponde all’esigenza del Gruppo Banca Etica di entrare pienamente in una nuova fase di sviluppo, diventando un Gruppo finanziario più forte e completo, consolidando e approfondendo i tratti distintivi della finanza etica. I rigorosi criteri di selezione etica degli investimenti resteranno invariati e la gestione fin qui esternalizzata potrà essere svolta internamente al Gruppo, avvalendoci della pluriennale e comprovata esperienza dei gestori di IMPact SGR”, dice Anna Fasano, presidente di Banca Etica.

“Etica Sgr continuerà a promuovere pratiche di investimento etiche e responsabili per creare valore per tutti gli stakeholder anche grazie al convinto lavoro di collocamento svolto da tutte le banche socie di Etica Sgr e da tutti i collocatori che, con dedizione, hanno contribuito e contribuiranno alla diffusione dei valori della finanza etica nei mercati finanziari”, dichiara Marco Carlizzi, presidente di Etica Sgr.

“L’ingresso nel capitale di IMPact SGR del Gruppo leader del settore della finanza etica in Italia rappresenta un’importante opportunità per sviluppare la gestione di prodotti di finanza etica e di impatto. L’accordo con Banca Etica si articola in un contesto di condivisione degli ideali che nel 2017 ci hanno portato alla costituzione di IMPact SGR. Le sinergie con Etica Sgr porteranno a una crescita sostanziale nella capacità di generare ricerca interna di sostenibilità, crescita del team di gestione e innovazione di prodotto nel rispetto e in continuità con le rigorose regole di selezione degli investimenti del Gruppo”, aggiunge Fausto Artoni, presidente e co-fondatore di IMPact SGR.

In relazione all’operazione descritta, Banca Etica pubblicherà un supplemento al Prospetto Informativo depositato presso Consob in data 25 luglio 2024. Il Supplemento una volta approvato da Consob, sarà reso disponibile, unitamente al Prospetto, presso la sede legale dell’Emittente in Padova, Via Niccolò Tommaseo n. 7; sul sito internet dell’Emittente www.bancaetica.it; presso le Filiali dell’Emittente e presso i suoi consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede.

La traduzione in spagnolo del Supplemento sarà disponibile presso le Succursali spagnole dell’Emittente con sede in Bilbao, Barcellona e Madrid, nonché sul sito internet in lingua spagnola dell’Emittente www.fiarebancaetica.coop.

 

Riccardo Moro: ‘La remissione del debito è il nome della pace’

L’associazionismo cattolico e laico ha raccolto l’appello di papa Francesco che, nel messaggio per la 58ª Giornata Mondiale della Pace del 1º gennaio, ha scelto il titolo: ‘Rimetti a noi i nostri debiti: concedici la tua pace’ in un incontro organizzato, nei primi giorni dell’anno, all’Università Lateranense dall’Istituto di Diritto Internazionale della Pace ‘Giuseppe Toniolo’, in collaborazione con Azione Cattolica Italiana, Pontificia Università Lateranense, Forum Internazionale di Azione Cattolica e Caritas Italiana, aperto dal  prof. Giulio Alfano, delegato del ciclo di studi in ‘Scienze della Pace e Cooperazione Internazionale’ dell’Università Lateranense.

I promotori hanno spiegato che il messaggio di papa Francesco richiama con urgenza la necessità di condonare i debiti e di promuovere modelli economici fondati su giustizia e solidarietà; la remissione del debito si inserisce nel contesto del Giubileo, ispirandosi alla tradizione giubilare ebraica: “E’ un passo essenziale per liberare i popoli oppressi da vincoli economici iniqui, che soffocano il presente e ipotecano il futuro”.

Negli interventi il prof. Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale di Azione Cattolica, ha dichiarato: “La speranza non è semplice ottimismo, ma si concretizza nei gesti e nei segni che possiamo compiere. Questo Giubileo è un’occasione per ripensare il nostro modo di abitare la casa comune. Guerre, cambiamento climatico, disuguaglianze: è il momento di cambiare rotta”. Mentre da Bangkok, Sandro Calvani, presidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto Toniolo, ha ribadito: “Dio ci ha affidato la custodia della creazione. Il primo passo per ristabilire la pace è il perdono, spinta iniziale per riattivare il motore delle relazioni”.

Don Paolo Asolan, teologo e docente alla Pontificia Università Lateranense, ha approfondito il tema della remissione dei peccati e della cancellazione dei debiti in chiave giubilare e l’economista Riccardo Moro, docente di Politiche dello Sviluppo all’Università Statale di Milano, ha ricordato il percorso iniziato nel 2000 con la cancellazione del debito di alcuni Stati africani: “All’epoca si era raggiunto un risultato storico, ma oggi ci ritroviamo con le stesse problematiche. Le crisi economiche, la pandemia e nuovi prestiti spesso predatori hanno aggravato la situazione”, proponendo di creare presso le Nazioni Unite un forum dedicato alla gestione delle crisi di sovraindebitamento, integrando anche il debito climatico.

Infine Chiara Mariotti, rappresentante dell’Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani, ha evidenziato che “il debito è un ostacolo insormontabile per il progresso verso giustizia sociale e diritti umani. Nel 2023, i Paesi in via di sviluppo hanno accumulato un debito estero di $ 8.000.000.000.000, con più di 3.000.000.000 di persone che vivono in nazioni dove si spende più per interessi sul debito che per servizi pubblici”.

Sull’importanza del messaggio per la pace di papa Francesco avevamo incontrato, nei giorni precedenti al convegno, il prof. Riccardo Moro, invitato all’Abbadia di Fiastra di Tolentino da don Rino Ramaccioni, in collaborazione con l’Azione Cattolica della diocesi di Macerata, il Sermir di Recanati ed il Sermit di Tolentino: per quale motivo papa Francesco abbina la remissione dei debiti alla pace?

“Per avere pace abbiamo bisogno di condizioni di vita, in cui la dignità di tutti gli esseri umani sia riconosciuta e sia consentita. In questo momento abbiamo una clamorosa disparità nelle condizioni di vita tra Paesi ricchi e Paesi a basso e medio reddito, che generano condizioni di vulnerabilità nei Paesi più poveri, che hanno un debito verso l’estero molto consistente, come era successo già 25 anni fa, perché questi Paesi possano investire nella salute, nell’istruzione e nelle infrastrutture necessarie a cambiare le condizioni di vita, è necessario che dispongano di risorse finanziarie.

La maggior parte delle loro risorse finanziarie è, oggi, sottratta dal pagamento dei debiti, quindi è necessario trasformare i debiti in modo che non ostacolino questi interventi. Finché ci sono queste condizioni di disparità e di vulnerabilità non si ha una pace autentica. La cancellazione del debito è uno degli strumenti che concorrono a creare condizioni perché la pace possa diventare autentica”.

Quali cambiamenti culturali chiede il papa?

“Richiede un lavoro che ragioni sulle qualità delle nostre relazioni, da quelle politiche ed internazionali a quelle finanziarie, ma anche a partire dalle nostre relazioni personali ed all’interno delle nostre comunità. Nel momento in cui orientiamo le relazioni al rispetto della dignità dell’altro, cioè si fanno carico dell’umanità dell’altro, noi costruiamo pace, mentre nel momento in cui non lo facciamo la pace non è alimentata: per questo il papa parla anche di relazioni riconcilianti, che dobbiamo avere”.

Inoltre nel messaggio il papa propone alcune azioni da compiere: in quale modo?

“Da un lato occorre sostenere il percorso che i soggetti del dialogo politico hanno: ci sono le reti di società civile che si stanno muovendo per dialogare con governi ed istituzioni internazionali su una definizione di nuove regole del debito e la conseguente cancellazione di esso, che è diventato insostenibile. Dall’altro lato, con un percorso sul territorio di formazione culturale, che serve ad un’animazione del tempo del giubileo per quanto riguarda la comunità cristiana e dall’altro lato serve a formare la nostra comunità civile per costruire consenso più consistente intorno a leggi nazionali ed internazionali improntate alla solidarietà. Da questo punto di vista sta nascendo una campagna, che si chiama ‘Cambiamo la rotta’, lanciata durante il convegno da parte di molte aggregazioni laicali del mondo cattolico”.    

E’ ripetibile un’operazione come quella proposta da san Giovanni Paolo II durante il Giubileo del 2000?

“Bisogna essere obiettivi. Le condizioni sono diverse rispetto a 25 anni fa. Nonostante le regole, prestatori spregiudicati hanno cominciato a concedere soldi facili a leader altrettanto spregiudicati soprattutto nelle zone in cui si concentrano risorse minerarie di interesse strategico per le economie progredite. Quindi l’indebitamento è aumentato di nuovo, con la differenza rispetto al 2000 che ora spesso i creditori non sono più i governi o il Fondo Monetario Internazionale o la Banca Mondiale, ma soggetti privati e gruppi finanziari con i quali è molto più difficile imbastire un dialogo politico come avvenne allora”.

(Tratto da Aci Stampa)

La nascita del primo figlio: tra risorse della coppia e della comunità

Cosa implica la nascita del primo figlio in una relazione di coppia? E come il fare e l’essere famiglia arricchisce la comunità? Facoltà teologica del Triveneto e Centro della famiglia di Treviso organizzano un webinar gratuito per un qualificato servizio pastorale al territorio sui temi della vita familiare.  

Cosa implica la nascita del primo figlio in una relazione di coppia? È possibile una narrazione alternativa a quella corrente che sottolinea solo le fatiche e non la ricchezza dell’esperienza? Quali risorse una comunità mette in campo per sostenere il fare e l’essere famiglia in un momento cruciale della vita familiare come la nascita del primo figlio? E come il fare e l’essere famiglia arricchisce la comunità?

Nasce da queste domande il webinar gratuito La nascita del primo figlio. Tra risorse della coppia e della comunità promosso dalla Facoltà teologica del Triveneto e dal Centro della famiglia di Treviso, in collaborazione con il Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia e con la Faculté de théologie et sciences religieuses – Université Laval (Québec, Canada), in programma lunedì 10 febbraio 2025, dalle ore 18 alle 19 su piattaforma Zoom. La partecipazione al webinar è libera, previa iscrizione al link https://bit.ly/42aQuRv entro lunedì 3 febbraio.

Il seminario sarà aperto dai saluti del preside della Facoltà teologica del Triveneto, Maurizio Girolami. Seguiranno gli interventi di Francesco Carotenuto (Centro della Famiglia): Il primo figlio: fattori critici e risorse inaspettate; Vincenzo Rosito (Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del matrimonio e della famiglia): L’attivazione della comunità attorno ai nuovi arrivati. Assunta Steccanella (Facoltà teologica del Triveneto) presenterà il progetto di ricerca ‘Primo figlio’. Modera Francesco Pesce (direttore del Centro della famiglia).

La proposta è destinata, in particolare, a docenti e studenti universitari, associazioni familiari, presbiteri, operatori e operatrici di pastorale familiare, ma è aperta a chiunque sia interessato al tema: “La proposta nasce dal desiderio di approfondire alcuni temi relativi alla vita familiare, spiegano gli organizzatori, con l’intento di offrire un più qualificato servizio pastorale al territorio, ma anche di aiutare le comunità cristiane a riscoprire la propria generatività in dialogo con quel nucleo generativo che è costituito da ciascuna famiglia. Si è scelto pertanto di partire da un tema circoscritto, antropologicamente rilevante ed ecclesialmente significativo: la nascita del primo figlio”.

Questo appuntamento apre un progetto ricerca che Facoltà e Centro della famiglia intendono portare avanti a partire dall’ascolto diretto delle famiglie (indagine qualitativa), con un’analisi antropologica, psicologica, teologica, che mira a chiarire che cosa significa “comunità generativa” e come le relazioni tra le comunità cristiane e le famiglie possano contribuire a consolidare questa dimensione in entrambi i soggetti collettivi coinvolti. Sullo sfondo sta anche la presa in carico dell’attuale pastorale battesimale, al fine di offrire un contributo per un suo approfondimento e per un eventuale rinnovamento.

Il comitato scientifico è composto da Francesco Pesce (Centro della famiglia), Assunta Steccanella (Facoltà teologica del Triveneto), Francesco Carotenuto (Centro della famiglia), Paola Milani (Università di Padova), Vincenzo Rosito (Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del matrimonio e della famiglia), Jean-François Lapierre (Université Laval, Québec – Canada), Maurizio Girolami (Facoltà teologica del Triveneto).

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