Vita comunitaria
“La Fede: una vita che cambia”:a Napoli il Meeting del Movimento Giovanile Guanelliano
Al via oggi a Napoli, nel quartiere di Secondigliano, il XII meeting nazionale del Movimento Giovanile Guanelliano, l’appuntamento che annualmente riunisce i giovani delle realtà orientate dal carisma del santo comasco per un incontro di preghiera e di festa. 150 giovani in arrivo dal centro e sud Italia (Calabria, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia) si incontreranno dal 25 aprile fino a domenica 28 sul tema «La Fede: una vita che cambia», in sintonia con l’Anno della Fede inaugurato lo scorso ottobre da Benedetto XVI.
Si parte questa sera con l’incontro-testimonianza con Claudia Koll e la Via Lucis per le strade del quartiere. Domani i giovani incontreranno l’arcivescovo di Napoli, il card. Crescenzio Sepe. Poi il Santo Rosario a Pompei e la visita ai “luoghi della Fede”. E ancora, momenti di incontro, musica, festa, fino a domenica mattina, con la Celebrazione eucaristica conclusiva.
L’oratorio, luogo di educazione alla vita buona del Vangelo
“Tutti guardiamo in direzione vostra, poiché noi tutti, grazie a voi, in un certo senso ridiventiamo di continuo giovani. Pertanto, la vostra giovinezza non è solo proprietà vostra, proprietà personale o di una generazione: essa appartiene al complesso di quello spazio, che ogni uomo percorre nell’itinerario della sua vita, ed è al tempo stesso un bene speciale di tutti. È un bene dell’umanità stessa”. Queste sono le dolci parole di Giovanni Paolo II nella Lettera ai giovani Dilecti Amici. Proprio pensando a queste parole, le Commissioni episcopali per la Cultura, per le Comunicazioni Sociali e per la Famiglia e la Vita della Cei, hanno presentato oggi il documento pastorale “ Il laboratorio dei talenti”, che riconosce l’importanza fondamentale dell’educazione alla fede giovanile attraverso il luogo dell’oratorio parrocchiale. Un documento tra memoria e profezia che legge in modo unitario l’esperienza di 450 anni di vita degli oratori e li rilancia verso le sfide poste dalla modernità.
Pregando in visita ai Sepolcri della chiese di Trastevere
Ogni anno, il giovedì Santo, nel Rione Trastevere ha luogo l’immacabile appuntamento del “giro dei sepolcri”. Dopo la Messa della Lavanda dei piedi e dell’Istituzione Eucaristica, si visita quello che in linguaggio popolare viene chiamato “sepolcro”, passando da una chiesa all’altra dello storico rione di Roma. E korazym.org ha seguito questa antica tradizione. Il termine “sepolcro” viene utilizzato ancor oggi nel linguaggio popolare di alcune regioni del Sud Italia per indicare quello che più propriamente andrebbe definito come “altare” o “cappella” della Reposizione.
I ragazzi del Papa, quelli di Casal del Marmo
Le celle sono da 2 a 4 posti, ma ce n’è qualcuna singola, per i più grandi o per quelli che sono qui da più tempo. Le storie sono molto simili, e raccontano di disagio socio-economico, spesso legato a storie di immigrazione. Dei 50 ragazzi attualmente detenuti 42 sono stranieri, molti nati in Italia, alcuni arrivati da soli, soprattutto dall’Est europeo e dai paesi del Maghreb. Sono storie di strumentalizzazione da parte di connazionali adulti, che insistono su un contesto di povertà economica e sociale, e così i giovanissimi diventano piccoli spacciatori o ladri: i reati più comuni sono quelli contro il patrimonio (furto, rapina, spaccio). Per alcuni è la prima volta dietro le sbarre, altri invece tornano periodicamente. Don Nicolò Ceccolini, della Fraternità sacerdotale San Carlo Borromeo, da due anni presta servizio in questo carcere. Giovedì sarà vicino a Papa Francesco come diacono. “Sono tutti molto giovani, ma i loro occhi e i loro volti rivelano una vita vissuta già carica di anni.
Ci rechiamo lì una volta a settimana innanzitutto per stare con loro – racconta -.Entriamo nelle palazzine dove trascorrono la loro ora d’aria quotidiana tra il calciobalilla e qualche sigaretta oppure al campetto per correre dietro a un pallone. A volte capita che non facciano caso alla nostra presenza, presi dai loro pensieri, dalla fatica e dalla rabbia che sembrano avere il sopravvento. Altre volte invece iniziano a raccontare come sono arrivati lì, per piccoli furti, per spaccio, per delitti anche più gravi. Ti mettono davanti agli occhi le loro ferite, il loro dramma che quasi sempre è prima di tutto familiare. Un ragazzino ci raccontava che l’unica persona rimastagli era la nonna, la madre era morta e il padre si trovava rinchiuso nel carcere di Rebibbia”.
Con loro “la cosa più importante è la fedeltà. La settimana che non riusciamo ad andare se lo ricordano molto bene. Ora ci aspettano e ci attendono. Con alcuni siamo diventati amici, pur nella provvisorietà e precarietà del rapporto”. Come quel giorno che “nella palazzina dei più piccoli rincontriamo un ragazzo che ci aveva chiesto, settimane prima, di portargli una corona del rosario. Gliela diamo in mano e lui ci dice che sarebbe uscito di lì a poche ore per andare in una comunità. ‘Con questa corona ti ricorderai e ci terremo legati’. Il rosario diventa così il filo della speranza”. Padre Gaetano è il cappellano del carcere da oltre trent’anni. I ragazzi si sentono voluti bene da lui e quando lo vedono arrivare, lo chiamano: “padre”. Molti esprimono il desiderio, una volta terminato il periodo di detenzione, di andare a vivere nella casa d’accoglienza “Borgo Amigo” che padre Gaetano ha fondato e in cui attualmente vive con undici ragazzi destinati alle “pene alternative”. Alla Messa saranno presenti tutti coloro che vivono e prestano la loro opera nel carcere: ragazzi in primis, operatori e volontari.
Unici ospiti esterni il ministro della Giustizia Paola Severino e il capo dipartimento delle Giustizia minorile, Caterina Chinnici. Un ragazzo leggerà la prima lettura, un agente di Polizia penitenziaria il salmo, e un volontario la seconda lettura. Le preghiere dei fedeli sono state preparate dai giovani detenuti. Dice ancora don Nicolò: “Questo penso sia l’essenza del nostro andare in carcere e anche della visita del Papa: non c’è sbaglio che possa cancellare l’unicità e il valore di ogni persona. Proprio perché hanno sbagliato e sono caduti, sono ancora di più al centro del cuore di Cristo, del Papa, della Chiesa”.
Gli agostiniani per Papa Francesco
Il Priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino, Padre Robert F. Prevost, ha indirizzato a tutto l’Ordine una lettera di ringraziamento per l’elezione a Pontefice del cardinale Bergoglio “ben conosciuto per lo stile semplice di vita” in quanto il nuovo Papa da cardinale viveva in un piccolo appartamento e usava trasporto pubblico, “e per il suo impegno con i poveri, che finora si è dedicato a servire il popolo di Argentina, chiamato ad assumere il ministero petrino in questo momento della storia della Chiesa, pieno di sfide”. Padre Prevost si sofferma sul nome del nuovo Pontefice, Francesco, che ricorda sia il poverello d’Assisi che San Francesco Saverio, missionario gesuita che ha annunciato il Vangelo con grande coraggio soprattutto in Asia.
Un concistoro per tre (e più) nuovi santi
Ci saranno tre nuovi santi da festeggiare nel calendario cristiano. Anzi, più di tre, perché vengono canonizzati anche un gruppo di martiri. Il Concistoro Ordinario Pubblico – riunitosi oggi nella Sala del Concistoro del Palazzo del Laterano – ha dato il via libera alla canonizzazione del Beato Primaldo e Compagni, di Laura di Santa Caterina Montoya y Upegui e di Anastasia Guadalupe Garcia Zayala. Con il concistoro ordinario pubblico – una riunione dei cardinali che sono presenti a Roma, mentre quando è straordinario la convocazione è per i cardinali provenienti da tutto il mondo – termina il complesso iter di canonizzazione. Benedetto XVI ha stabilito che i tre nuovi santi saranno canonizzati il prossimo 12 maggio.
Giornata del Farmaco e Giornata del Malato: la carità della Chiesa
Oggi, 9 febbraio, torna la Giornata Nazionale di Raccolta del Farmaco in oltre 3200 farmacie distribuite nei 1200 comuni italiani; 12.200 volontari, 500.000 assistiti attraverso 1449 enti caritatevoli, organizzata dalla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus, in collaborazione con Federfarma e Compagnia delle Opere Sociali, giunta al suo tredicesimo anno. E lunedì 11 febbraio, nella ricorrenza della memoria della Beata Vergine di Lourdes, si celebra la XX Giornata Mondiale del Malato. Papa Benedetto XVI nel messaggio: ‘Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!’, pone l’accento sui sacramenti di guarigione: “La fede di quell’unico lebbroso che, vedendosi sanato, pieno di stupore e di gioia, a differenza degli altri, ritorna subito da Gesù per manifestare la propria riconoscenza, lascia intravedere che la salute riacquistata è segno di qualcosa di più prezioso della semplice guarigione fisica, è segno della salvezza che Dio ci dona attraverso Cristo; essa trova espressione nelle parole di Gesù: la tua fede ti ha salvato. Chi, nella propria sofferenza e malattia, invoca il Signore è certo che il Suo amore non lo abbandona mai, e che anche l’amore della Chiesa, prolungamento nel tempo della sua opera salvifica, non viene mai meno. La guarigione fisica, espressione della salvezza più profonda, rivela così l’importanza che l’uomo, nella sua interezza di anima e di corpo, riveste per il Signore”.
Apurimac Sant’ Agostino in Perù
La Provincia Agostiniana d’Italia è in festa per l’elezione del nuovo responsabile religioso della missione di Apurímac, in Perù, missione affidata agli Agostiniani d’Italia da Paolo VI. Il nuovo Vicario, Padre Lizardo Estrada Herrera, è originario di Cotabambas ed è il primo religioso peruviano ad assumere la guida della missione posta in una zona del Perù molto povera anche se ora calata in una nuova fase della sua storia per la presenza di multinazionali straniere, per lo più svizzere, interessate allo sfruttamento dei giacimenti di oro e rame recentemente scoperti. Padre Lizardo, sacerdote dal 2005, ha vissuto per due anni nel Professorio di S. Agostino di Roma, dove ha conseguito la licenza in morale: ha svolto il suo ministero pastorale in Perù, Colombia e negli Stati Uniti. La presenza agostiniana in Apurímac risale ufficialmente alla fine degli anni ’60 del secolo scorso anche se, una volta arrivati, i Padri hanno scoperto tracce del passaggio di confratelli spagnoli giunti all’epoca dei Conquistadores.
Card. Scola: i Magi sono cercatori di Dio
Il card. Angelo Scola ha celebrato sabato 5 gennaio nella chiesa di San Bartolomeo a Brugherio la solennità dell’Epifania: “E’ con una gioia commossa che celebro con voi questa sera la santa Eucaristia nella solennità dell’Epifania, che tra voi assume una tonalità del tutto speciale. Grazie al grande antichissimo dono della presenza delle reliquie dei Magi a cui vedo, da questo grande concorso di folla che la chiesa non riesce a contenere, quanto voi siate affezionati e legati”. Infatti in questa chiesa sono conservate le reliquie dei Magi, che dall’Oriente portarono doni a Gesù Bambino e in questo anno si celebra il 400’ anniversario della traslazione delle reliquie dalla chiesetta di Sant’Ambrogio alla chiesa di San Bartolomeo, avvenuta il 27 maggio 1613. Nell’omelia il card. Scola ha sottolineato che nel pellegrinaggio terreno “noi abbiamo bisogno nel modo più assoluto che Qualcuno ci assicuri soprattutto davanti alle nostre contraddizioni e ai nostri peccati, alle nostre fragilità, al passaggio della morte. I Magi rappresentano questo e voi l’avete colto molto bene. Brugherio senza le reliquie non sarebbe la città che è. Questa presenza ha fatto e fa la vostra storia e voi lo testimoniate”. I Magi sono santi “che si sono messi in cammino dietro a una stella, segno che Colui che cerchiamo, in realtà è venuto a cercarci Lui”.
Italia: nella loro festa le famiglie preferiscono l’estero
La Chiesa festeggia oggi la Santa Famiglia di Nazareth, modello per tutte le coppie cristiane; nell’ultima udienza generale papa Benedetto XVI aveva affermato, ricordando il 30^ anniversario dell’enciclica ‘Familiaris Consortio’: “La famiglia è Chiesa domestica e deve essere la prima scuola di preghiera”. Ed il 1 dicembre nel discorso alla Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia sempre il papa aveva sottolineato che la famiglia è ‘via della Chiesa’: “Nel nostro tempo, come già in epoche passate, l’eclissi di Dio, la diffusione di ideologie contrarie alla famiglia e il degrado dell’etica sessuale appaiono collegati tra loro. E come sono in relazione l’eclissi di Dio e la crisi della famiglia, così la nuova evangelizzazione è inseparabile dalla famiglia cristiana… La famiglia cristiana, nella misura in cui, attraverso un cammino di conversione permanente sostenuto dalla grazia di Dio, riesce a vivere l’amore come comunione e servizio, come dono reciproco e apertura verso tutti, riflette nel mondo lo splendore di Cristo e la bellezza della Trinità divina”.