Dai vescovi un invito ai giovani a vivere la realtà con Cristo

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“Infine, la via della pace passa per l’educazione, che è il principale investimento sul futuro e sulle giovani generazioni. Ho ancora vivo il ricordo della Giornata Mondiale della Gioventù svoltasi in Portogallo nell’agosto scorso. Mentre ringrazio nuovamente le Autorità portoghesi, civili e religiose, per l’impegno profuso nell’organizzazione, conservo nel cuore l’incontro con più di un milione di giovani, provenienti da ogni parte del mondo, pieni di entusiasmo e voglia di vivere… Nei tempi moderni, parte della sfida educativa riguarda un uso etico delle nuove tecnologie. Esse possono facilmente diventare strumenti di divisione o di diffusione di menzogna, le cosiddette fake news, ma sono anche mezzo di incontro, di scambi reciproci e un importante veicolo di pace”.

Sono parole di papa Francesco pronunciate nei giorni scorsi ai membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede per dimostrare la sollecitudine della Chiesa nei confronti dei giovani, capaci di sfide; ugualmente il vescovo di Isernia-Venafro, mons. Camillo Cibotti, ha indirizzato una lettera aperta indirizzata ai giovani della diocesi, partendo dal messaggio papale per la giornata mondiale della pace e da quello del presidente della repubblica italiana, rivolto agli italiani:

“Ve lo confesso, carissime ragazze e carissimi ragazzi: ascoltando attentamente queste parole, ho pensato innanzitutto a voi che siete il nostro presente ed il nostro futuro: perché il tempo presente, caratterizzato da eventi dolorosissimi come le guerre nelle diverse parti del mondo ed i femminicidi e le violenze di ogni genere, sembra mettere a rischio la nostra esistenza e, con essa, le attese di quest’anno che inizia, il 2024. E’ innegabile: il persistere delle guerre è un’aperta sconfitta dell’umanità!”

Ed avverte che il mondo costruito intorno potrebbe essere illusione: “Nello stesso tempo, sentiamo un bel parlare della pace in modo ossessionante! Tutto, sempre, per creare atmosfera e portare ognuno di noi ad illudersi che luci e scintillii possano immergerci  in un mondo diverso, tanto da farci uscire dalla realtà e pensare che quanto accade lontano da noi sia prossimo a scomparire definitivamente. C’è un problema a ben guardare: questo mondo che guardiamo attraverso gli schermi di tv e telefoni è magico, ma irreale!”

Quindi ha spiegato il motivo della lettera, affinché siano spronati a vivere la vita reale: “So che siete catturati dai giochi di ruolo e che spesso vi immergete talmente in essi da identificarvi nei protagonisti. Io non vi propongo un gioco di ruolo! Ma desidero che possiate mettervi in gioco nella vostra vita!

Con la vostra profonda intelligenza provate a pensare cosa fareste se foste voi a capo delle superpotenze: provate ad immaginare quali scelte fareste se da voi dipendessero le sorti della terra e degli uomini che la abitano. Sì, perché la nostra storia locale è profondamente intrecciata a quella nazionale ed internazionale… e voi potete farne parte!”

E, dopo aver proposto loro alcune domande, li ha sollecitati a rispondere: “Vi supplico di prendere sul serio queste domande! Sono convinto che potete farcela e dare il meglio di voi stessi! Questa volta non per una competizione ludica, ma per dare un piccolo contributo alla soluzione dei problemi del mondo… Da parte mia sono ansioso di leggere le vostre proposte e di farle diventare strumento di lavoro per chi occupa i posti di responsabilità nella nostra società.

Vi sembrerò un sognatore, ma faccio miei i vostri sogni. E lo prometto: invierò i risultati di questo nostro dialogo epistolare agli uomini e donne che rivestono ruoli importanti nel panorama regionale e nazionale, perché chiamati ad amministrare la politica e l’economia locale”.

Anche il vescovo di Teramo-Arti, mons. Lorenzo Leuzzi, nella consueta lettera mensile ha invitato i giovani a ‘portare’ sempre con loro Gesù: “La sua semplicità ci ricorda che Lui ha voluto condividere con noi la nostra esperienza. Vorrei ricordare a tutti voi questo desiderio di Gesù: condividere la nostra condizione umana. Lui non è rimasto in alto comunicandoci interessanti messaggi! Oggi sono tanti che ci inviano messaggi accattivanti! Tutti sperimentiamo la delusione!”

Nella domanda per il nuovo anno ha chiesto ai giovani se condividono la comunità in cui vivono: “Cari giovani, per camminare con serenità verso il futuro bisogna imparare a condividere la realtà nella quale vivo. La mia vita non sarà mai migliore se non la condivido.

Quel Bambino che abbiamo trovato nella grotta di Betlemme mi invita a non aver paura di conoscermi, con i miei limiti e i miei talenti. Ma Lui è con me perché possa crescere e migliorare! Avere paura di prendere sul serio la propria esistenza è il grande limite della società dei messaggi!”

L’augurio per il nuovo anno è quello di portare Gesù sempre con loro: “Chi non conosce la propria esistenza o vuole evitare di conoscerla, rischia di costruire nel vuoto e nell’utopia, danneggiando se stesso e gli altri. Il tempo ci viene donato per nuovi orizzonti che i messaggi da soli non sono in grado di indicare. Chi c’è dietro il messaggio? Molti si presentano come innovatori e fondatori, nuovi messia! Tu, invece, porta Gesù Bambino sempre con te! Non lasciarlo nel presepe!”

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