Dai vescovi un messaggio di speranza per l’Italia

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Ad Assisi si è conclusa la 78^ Assemblea Generale Straordinaria della CEI sotto la guida del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, a cui hanno partecipato il Nunzio Apostolico in Italia, card. Emil Paul Tscherrig, 202 membri e 10 Vescovi emeriti, alcuni rappresentanti di presbiteri, religiosi e religiose, degli Istituti secolari e della Consulta Nazionale delle Aggregazioni laicali.

Il tema conduttore è stato quello della speranza, che è la fonte costitutiva della Chiesa: “E’ la speranza a costituire la Chiesa nella sua identità più profonda, missionaria di pace e di riconciliazione nel mondo. Per questo, la Chiesa può a sua volta essere generatrice di speranza.

Questo messaggio è rivolto anzitutto alle nuove generazioni, portatrici sane di grandi idee e sempre aperte alle novità positive. Preparare questo futuro è responsabilità di ogni persona di buona volontà e la comunità credente si sente in prima linea in questa sfida.

Abitando le periferie e ascoltando il dolore e i desideri della gente, soprattutto dei più poveri, la Chiesa desidera anche farsi voce di chi non ce l’ha. Nell’accoglienza e nella comunione concreta di vita può fiorire la speranza che le cose possano cambiare davvero in meglio”.

Con questa visione i vescovi hanno concordato sulla necessità di guardare alle sfide dell’Italia e del mondo con un atteggiamento propositivo e di fiducia: “Va in questa direzione l’invito a prestare maggiore attenzione ai giovani, spesso lontani dalle comunità ma bisognosi di riferimenti.

Senza con questo dimenticare alcune fatiche molto concrete, come il caro affitti e quelle condizioni abitative che precludono una certa stabilità. In linea con quanto emerso anche dal Cammino sinodale e dal percorso del Sinodo universale, occorre allora investire su una pastorale che, con linguaggio e modalità nuovi, riesca a veicolare la speranza nel presente e nel futuro, ovvero in un mondo in cui ciascuno veda riconosciuti e garantiti i propri diritti umani.

A partire dai migranti, che rischiano di essere destinatari di scelte di dubbia realizzazione e di dubbio contenuto. E ancora: le persone più deboli e fragili, a cui va assicurato il diritto di vivere dignitosamente e di ricevere sempre cure adeguate”.

Per questo hanno ribadito l’esigenza di tessere una rete di relazione: “Dinanzi al rischio di confondere dei meri desideri con libertà garantite dalla legge, i Vescovi hanno ribadito che nel riconoscimento e nell’esercizio dei diritti umani è necessario aver riguardo della rete di relazioni in cui ogni persona è inserita, considerando ogni essere umano nel tessuto della propria comunità e non in un astratto ed egoista individualismo”.

E dopo l’intervento del card. Pizzaballa i vescovi hanno espresso preoccupazione per i conflitti in Terra Santa e nel mondo: “Un pensiero particolare alla Terra Santa e a tutti i conflitti in corso è stato rivolto dai Vescovi italiani nella Celebrazione Eucaristica per la pace che si è svolta nel pomeriggio del 15 novembre nella Chiesa Inferiore della Basilica di San Francesco, al termine della processione partita dalla Basilica di Santa Chiara”.

Quindi hanno ricordato anche gli altri conflitti che destano preoccupazione: “Insieme al Medio Oriente, il nostro pensiero va anche all’Ucraina, al Sud Sudan e ai tanti altri luoghi segnati da conflitti spesso dimenticati.

Non possiamo rassegnarci al silenzio: sentiamo forte l’imperativo a comunicare il Vangelo dell’unità e della riconciliazione in un mondo sprofondato nelle tenebre ma desideroso di luce.

Da Assisi, la Città della Pace, con l’intercessione di san Francesco, eleviamo la preghiera a Cristo nostra pace, che ha la forza per abbattere il muro di inimicizia”.

Infine in vista della terza giornata di preghiera per le vittime ed i sopravvissuti agli abusi i vescovi hanno puntualizzato la situazione: “Tra gli elementi più significativi certamente l’incremento e il consolidamento della rete dei Servizi e dei Centri di ascolto e il fatto che, dalla prima Rilevazione il numero degli incontri formativi è triplicato così come il numero dei contatti.

Si è dunque dato seguito alle Linee di azione approvate dalla 76ª Assemblea Generale (23-27 maggio 2022), in particolare circa la diffusione capillare dei Servizi e dei Centri di ascolto. Intanto, stanno proseguendo le attività che vedono coinvolti l’Istituto degli Innocenti di Firenze e il Centro Interdisciplinare sulla vittimologia e sulla sicurezza dell’Università di Bologna attraverso la predisposizione di una griglia di lettura di dati statistici. Allo studio poi altre iniziative per favorire l’ascolto anche a livello nazionale e la preparazione di operatori specializzati nell’ambito penale canonico”.

Infatti al termine dell’assemblea dei vescovi è stato presentato il documento ‘Proteggere, prevenire, formare’, che contiene la seconda rilevazione sulla rete territoriale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili: negli ultimi tre anni sono cresciuti in maniera decisa sia le iniziative di formazione che i partecipanti a questi incontri formativi.

In particolare il numero degli appuntamenti promossi dai Servizi diocesani e interdiocesani per la tutela dei minori (che sono presenti in tutte le diocesi italiane) è passato dai 272 incontri del 2020 ai 428 del 2021 e ai 901 del 2022:

“L’obiettivo della rilevazione è stato quello di aggiornare il quadro relativo all’attivazione del Servizio diocesano od inter-diocesano per la tutela dei minori, del Centro di ascolto e del Servizio regionale per la tutela dei minori nelle diocesi italiane”.

Pur non proponendosi come un report completo sui casi di abusi sono riportati i dati dei presunti casi segnalati nel 2022, che sono stati 32, riguardanti 54 vittime.

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