Papa Francesco alla Rota romana: il matrimonio è un bene
Inaugurando l’anno giudiziale della Rota romana, nella scorsa settimana, papa Francesco ha riflettuto sul valore del matrimonio, in quanto è necessario riscoprire il valore dell’unione coniugale “tra uomo e donna su cui si fonda la famiglia. Infatti, un aspetto certamente non secondario della crisi che colpisce tante famiglie è l’ignoranza pratica, personale e collettiva, circa il matrimonio”.
E’ questo l’assunto principale per cui anche la Chiesa “può dirsi una grande famiglia, e in modo tutto particolare attraverso la vita di coloro che formano una chiesa domestica riceve e trasmette la luce di Cristo e del suo Vangelo nell’ambito familiare”.
Per tale motivo è importante scoprire il ‘vangelo della famiglia’, come è stato descritto nell’esortazione apostolica ‘Familiaris Consortio’: “E questo essere una sola carne si inserisce nel disegno divino della redenzione…
Il matrimonio secondo la Rivelazione cristiana non è una cerimonia o un evento sociale, né una formalità; non è nemmeno un ideale astratto: è una realtà con la sua precisa consistenza, non ‘una mera forma di gratificazione affettiva che può costituirsi in qualsiasi modo e modificarsi secondo la sensibilità di ognuno’”.
E’ un invito ad assaporare lo stupore del matrimonio: “Gesù ci dà una risposta semplice e nello stesso tempo profonda: ‘L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto’… Infatti gli sposi danno vita alla loro unione, con il libero consenso, ma solo lo Spirito Santo ha il potere di fare di un uomo e di una donna una sola esistenza.
Inoltre, ‘il Salvatore degli uomini e sposo della Chiesa viene incontro ai coniugi cristiani attraverso il sacramento del matrimonio’. Tutto ciò ci porta a riconoscere che ogni vero matrimonio, anche quello non sacramentale, è un dono di Dio ai coniugi. Sempre il matrimonio è un dono!
La fedeltà coniugale poggia sulla fedeltà divina, la fecondità coniugale si fonda sulla fecondità divina. L’uomo e la donna sono chiamati ad accogliere questo dono e a corrispondervi liberamente con il reciproco dono di sé”.
Ed il matrimonio è inseparabile dall’amore coniugale: “L’indissolubilità viene spesso concepita come un ideale, e tende a prevalere la mentalità secondo la quale il matrimonio dura finché c’è amore. Ma di quale amore si tratta?
Anche qui vi è spesso inconsapevolezza del vero amore coniugale, ridotto al piano sentimentale oppure a mere soddisfazioni egoistiche. Invece l’amore matrimoniale è inseparabile dal matrimonio stesso, in cui l’amore umano, fragile e limitato, si incontra con l’amore divino, sempre fedele e misericordioso”.
Per il papa il matrimonio non è un amore ‘dovuto’: “L risposta la si trova nel comandamento dell’amore, così come Cristo lo ha detto: ‘Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri’.
Possiamo applicare questo comandamento all’amore coniugale, anch’esso dono di Dio. Si può adempiere questo comandamento perché è Lui stesso a sostenere i coniugi con la sua grazia: ‘come io vi ho amato, così amatevi’.
Si tratta di un dono affidato alla loro libertà con i suoi limiti e le sue cadute, per cui il volersi bene tra marito e moglie ha bisogno continuamente di purificazione e maturazione, di comprensione e perdono reciproco. Quest’ultima cosa voglio sottolinearla: le crisi nascoste non si risolvono nel nascondimento, ma nel perdono reciproco”.
Quindi non è bene idealizzare il matrimonio: “Il disegno di Dio, essendo posto nelle nostre mani, si realizza sempre in modo imperfetto, e tuttavia «la presenza del Signore abita nella famiglia reale e concreta, con tutte le sue sofferenze, lotte, gioie e i suoi propositi quotidiani. Quando si vive in famiglia, lì è difficile fingere e mentire, non possiamo mostrare una maschera. Se l’amore anima questa autenticità, il Signore vi regna con la sua gioia e la sua pace”.
E’ un invito a riscoprire il matrimonio come ‘vincolo’: “Occorre riscoprire la realtà permanente del matrimonio come vincolo. Questa parola viene talvolta guardata con sospetto, come se si trattasse di un’imposizione esterna, di un peso, di un ‘laccio’ in opposizione all’autenticità e libertà dell’amore.
Se invece il vincolo viene compreso proprio come legame d’amore, allora si rivela come il nucleo del matrimonio, come dono divino che è fonte di vera libertà e che custodisce la vita matrimoniale”.
Il matrimonio è un bene, che apre alla santità: “Un bene straordinario, un bene di straordinario valore per tutti: per gli stessi coniugi, per i loro figli, per tutte le famiglie con cui entrano in relazione, per l’intera Chiesa, per tutta l’umanità.
E’ un bene che è diffusivo, che attira i giovani a rispondere con gioia alla vocazione matrimoniale, che conforta e ravviva continuamente gli sposi, che porta tanti e diversi frutti nella comunione ecclesiale e nella società civile.
Nell’economia cristiana della salvezza il matrimonio costituisce anzitutto la via maestra per la santità dei coniugi stessi, una santità vissuta nel quotidiano della vita: questo è un aspetto essenziale del Vangelo della famiglia. E’ significativo che la Chiesa stia oggi proponendo come esempi di santità alcune coppie di coniugi”.
Per questo la Chiesa ha il compito di sostenere le famiglie con amore: “La risposta pastorale della Chiesa intende trasmettere vitalmente il Vangelo della famiglia.
In questo senso, una risorsa fondamentale per affrontare e superare le crisi è rinnovare la consapevolezza del dono ricevuto nel sacramento del matrimonio, un dono irrevocabile, una sorgente di grazia sulla quale possiamo sempre contare.
Nella complessità delle situazioni concrete, che richiedono talvolta la collaborazione delle scienze umane, questa luce sul proprio matrimonio è parte essenziale del cammino di riconciliazione. Così la fragilità, che sempre rimane e accompagna anche la vita coniugale, non porterà alla rottura, grazie alla forza dello Spirito Santo”.
(Foto: Santa Sede)