Pozzallo ricorda la nascita di Giorgio La Pira

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Fino 12 gennaio 2024, a Pozzallo, la diocesi di Noto, in collaborazione con il comune di Pozzallo, commemora il 120^ anniversario della nascita del venerabile Giorgio La Pira (9 gennaio 1904 – 9 gennaio 2024), il ‘sindaco santo’ di Firenze, padre costituente e ‘figlio’ della diocesi di Noto (nativo di Pozzallo), le cui celebrazioni prevedono un nutrito calendario di appuntamenti commemorativi, con una particolare attenzione al dramma dei migranti, verso i quali la città di Giorgio La Pira, ha manifestato sempre fattiva collaborazione, con la chiusura degli eventi da parte del vicario della custodia di Terra Santa, p. Ibrahim Faltas.

A rendere omaggio alla memoria di La Pira, anche la presenza del vescovo di Noto, mons. Salvatore Rumeo, il 12 gennaio, che nel messaggio ha sottolineato il valore della ricerca della pace: “Siamo tutti impegnati nella ricerca affannosa della pace e di affiancare i passi di chi semina, credendoci fortemente, in ogni parte del mondo, armonia e concordia!

Fatica ardua e impegnativa. Fare memoria, oggi, del Venerabile Giorgio La Pira, significa, adoperarsi perché la pace non sia soltanto oggetto dell’umano pensiero ma soprattutto favorisca la ricerca di vie che portino alla condivisione di progetti che aiutino a costruire le nostre città sul fondamento dei valori universali”.

‘Il sogno della Pace’ si intitola il messaggio del vescovo netino, il quale esordisce affermando che questa pace è ‘dono del Cielo’ e che essa esige di essere custodita nel cuore dell’uomo: “Cercare la pace e custodirla non è una scelta opzionale per il credente, bensì la vocazione fondamentale. Perché scegliere la pace è scegliere Cristo, cercare la pace è annunciare Cristo”.

Nel messaggio il vescovo sottolinea l’itinerario spirituale del sindaco fiorentino, iniziato nella Pasqua 1924: “Se l’Eucaristia è ‘culmine e fonte’ della vita cristiana, La Pira in quella Santa Comunione sperimentò pienamente l’unione con Cristo Sposo. Era il culmine di un incontro avvenuto attraverso l’Azione Cattolica, prima, e divenne la fonte di un itinerario spirituale, che avrebbe fatto di lui l’uomo pieno dello Spirito di Cristo, l’uomo della santità ‘feriale’. Da quel momento Giorgio La Pira divenne l’uomo della preghiera”.

L’altra caratteristica della vita di La Pira è la scelta di vivere in ‘povertà’, come via cristiana: “Egli l’additò come via indispensabile per seguire Cristo. Egli volle essere povero per amore di Cristo. Volle imitare il suo Maestro Divino nello stile semplice e umile di san Francesco.

Poverissima la sua abitazione a san Marco, ove tutto richiamava l’essenziale evangelico. La sua povertà non era solamente affettiva, ma effettiva, una povertà che non ostentava, perché era sempre dignitoso nel vestire, nel tratto e nell’essere in mezzo agli altri. Fu, prima di tutto una povertà interiore che lo spogliò del suo ‘io’, che lo rese umile e fu una povertà esteriore che lo faceva spogliare anche dei suoi abiti dinanzi a chi era più povero”.

Dalla profonda azione spirituale nasce quella caritativa: “Dalla contemplazione nacquero l’attività caritativa a San Procolo, la partecipazione alla Costituente, l’azione politica, l’accettazione del ruolo di sindaco a Firenze, l’azione sindacale per la Pignone, i convegni fiorentini per la pace, la missione in Vietnam e in Russia, la commemorazione del 7^ centenario della morte di S. Tommaso d’Aquino nel 1974 a Fossanova”.

Insomma La Pira sceglie una chiesa per mettere in pratica il Vangelo: “San Procolo è una chiesetta in piazza San Firenze. Lì, La Pira, giovane professore di università, iniziò con i suoi amati studenti gli incontri della carità. Radunò barboni, poveri ed emarginati.

Ogni domenica la chiesa si trasformava prima in una sala da barbiere, perché i suoi studenti facevano la barba a tanti, pulivano e rammendando vestiti. Seguiva la Santa Messa introdotta e conclusa da un pensiero di La Pira, infine a tutti veniva donato un pacco viveri”.

Altra azione rilevante è consistita negli incontri internazionali per la pace in un periodo sull’orlo di una crisi mondiale: “Altra azione del contemplativo La Pira fu, nel periodo della sua intensa attività di primo cittadino, l’organizzazione dei Convegni della Pace, che videro a Firenze uomini di varie nazioni, di varie religioni e di varia estrazione politica”.

Un’utopia della pace che alcuni anni dopo portò frutti: “Alcuni definirono quei convegni ‘utopia’, ma era l’utopia di colui che con grande fede pregava e faceva pregare. A conclusione di uno di questi convegni, ove erano presenti i sindaci di tutte le capitali delle varie nazioni, invitò tutti a recitare insieme la preghiera del ‘Padre Nostro’.

La sua utopia, già nel 1959, lo portava a sognare la caduta del muro di Berlino, che vedeva possibile, ma come un avvenimento che sarebbe certamente avvenuto, in un tempo non lontano e non per l’intreccio della diplomazia, ma per la forza della preghiera”.

Nel messaggio il vescovo niteno sottolinea l’attualità del sindaco fiorentino: “Bisogna orientare la riflessione antropologica al valore primario e assoluto delle relazioni interpersonali, alla riscoperta della primaria vocazione dell’uomo ad essere principalmente persona orientata al Cristo Signore e alle sue promesse.

Porre al centro del processo educativo, come suo fine e assoluto compimento, la comunione con Cristo Gesù che è la Via, la Verità e la Vita di ogni persona umana, vuol dire orientare tale processo alla centralità della persona, all’infaticabile ricerca di una verità che, pur conquistata con certezza al di là di ogni tentazione soggettivistica o relativista, non esaurisce mai la chiamata ad un fecondo e vero dialogo, stimolando la ragione a esercitarsi di fronte alla sorprendente novità dell’iniziativa divina nella storia”.

Il messaggio si conclude con una preghiera di Giorgio La Pira: “O buon Gesù, io Ti raccomando tutti coloro che piangono e soffrono, e tutti quelli che fanno piangere e soffrire. Ti raccomando i fanciulli abbandonati, la gioventù nello scandalo e nel pericolo, la vecchiaia nel bisogno, tutti coloro che soffrono nella povertà.

Ti raccomando chi piange la morte dei suoi cari, chi cerca lavoro e non lo trova, chi soffre nella solitudine, gli ammalati, gli handicappati, le vittime della droga e dell’alcool, i carcerati, i deportati, gli immigrati, gli oppressi, coloro che sono in guerra, i profughi, confortali! O Signore, aiutali, benedicili.

Ti raccomando la nostra terra. Ti raccomando il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti, le Suore, i Missionari, le famiglie. Ti raccomando quelli che ancora non ti conoscono e tutti coloro che sono lontani dalla Chiesa. Forma, O Signore, un solo ovile, con un solo pastore”.

(Foto: diocesi di Noto)

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