Da Lubiana un invito alla preghiera

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“In questi ultimi 18 mesi, la nostra comunità di Taizé ha vissuto un’avventura di fede: in collaborazione con rappresentanti di movimenti, comunità e organizzazioni di molte Chiese cristiane, abbiamo preparato un ‘Incontro del Popolo di Dio’ chiamato ‘Together/Insieme’. A partire dell’intuizione espressa da frère Alois in occasione dell’apertura del Sinodo sulla sinodalità nella Chiesa cattolica, la preparazione di ‘Together/Insieme’ ci ha portato a intensificare l’ascolto dell’altro, la ricerca dei doni presenti nelle diverse realtà ecclesiali, così come tra le persone di buona volontà nella società”.

Con questa lettera il nuovo priore di Taizè, frère Mathew, ha accolto a Lubiana i giovani per l’incontro europeo,  esprimendo gioia: “Quale gioia vederci tutti insieme questa sera a Lubiana! Siete venuti dai quattro angoli dell’Europa e anche più lontano. Molti di voi hanno fatto un lungo viaggio e le parrocchie che vi ospitano vi aspettano, quindi vi prometto di non parlare troppo a lungo”.

La meditazione si è soffermata sul valore della preghiera, che apre all’incontro: “E’ significativo che la nostra prima attività comune sia fermarci, pregare e soprattutto ringraziare Dio per l’opportunità che abbiamo in questi giorni di incontrarci, di scoprire la vita dei cristiani a Lubiana e dintorni e di camminare insieme”.

E’ un invito particolare a trovare un modo per pregare insieme secondo l’indicazione di Gesù nel vangelo di san Matteo: “Nel mondo di oggi è essenziale trovare il modo di praticare insieme la nostra fede, anche se veniamo da tradizioni cristiane diverse… Come dice Gesù nel Vangelo secondo san Matteo: ‘Voi avete un solo Maestro e siete tutti fratelli’ (Matteo 23, 8). Non sono tutti fratelli e sorelle i cristiani, uniti in una comunione ancora imperfetta ma concretissima?

Non è Cristo che ci chiama e ci apre la strada per andare avanti con Lui come compagni di viaggio, con coloro che vivono ai margini delle nostre società? In questo cammino, in un dialogo che riconcilia, vogliamo ricordare che abbiamo bisogno gli uni degli altri, non per imporre le nostre opinioni, ma per contribuire alla pace nella famiglia umana”.

Camminare insieme, allora, diventa un desiderio: “Il nostro cammino insieme in questi giorni è espressione del nostro desiderio di camminare con Cristo che accoglie tutti gli esseri umani senza eccezioni e che ci chiede di accogliere coloro che incrociano il nostro cammino. Quindi, ovunque siamo, diamo un piccolo ma reale contributo alla pace nel nostro mondo”.

Ma al contempo è un invito a non cadere nell’ingenuità: “Naturalmente non possiamo essere ingenui quando parliamo di pace. Situazioni presenti e passate di guerra e violenza hanno danneggiato il nostro continente europeo così come altre parti del mondo. I nostri cuori sono particolarmente rivolti ai nostri fratelli e sorelle dell’Ucraina che hanno potuto unirsi a noi in questi giorni. La pace duratura va sempre di pari passo con la giustizia per tutti, soprattutto per coloro che hanno sofferto”.

Gesù invita a ‘vedere’: “Ma quando, come nella lettura di stasera, sentiamo Gesù dire ‘Che cosa cerchi?’, ci viene incontro nei nostri desideri profondi e, se rispondiamo, ci invita a ‘venire e vedere’, a camminare con Lui, a vedere con i suoi occhi.

Siamo pronti a intraprendere questa avventura di fede, a fidarci di chi ci ama prima che noi lo amiamo, a restare con Lui?.. Siate disposti in questi giorni ad ascoltarci a vicenda, a ciò che l’altro ha da dire, così come alle Scritture e al silenzio del nostro cuore. Forse così scopriremo che Dio ci parla. Siamo pronti per questo?”

Dio chiama l’ascolto un atto d’amore: “Ascoltare è un atto d’amore. L’ascolto è al centro di ogni rapporto di fiducia. Senza ascolto, molto poco può crescere o svilupparsi. Nessuna relazione può funzionare senza di esso. Quando ascoltiamo con altruismo, diamo alle persone lo spazio per esistere. Gli permettiamo di esprimere ciò che hanno bisogno di esprimere, a volte anche ciò che non può essere detto a parole. E al centro dell’ascolto c’è il silenzio”.

In mezzo ad una società che grida Dio invita ad ascoltare la ’brezza’ del silenzio: “Oggi abbiamo spesso l’impressione che chi grida più forte riesca a prevalere. La violenza sembra aumentare in così tanti luoghi che non sappiamo più dove rivolgerci. Ma Dio non è mai autore della violenza e non si impone mai…

La strada da seguire non è forse quella di cercare di ascoltare e di comprendere l’altro? Lungi dal renderci arrendevoli o dall’ impedirci di parlare di fronte all’ingiustizia, un ‘cuore in ascolto’ ci permette di prendere decisioni coraggiose e creative, radicate nel profondo delle nostre convinzioni interiori, dove Dio è più vicino a noi di quanto osiamo sperare”.

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