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Papa Francesco invita ad ascoltare le vittime degli abusi

Nella lotta agli abusi papa Francesco ha raccomandato di non dimenticare mai l’ascolto e la compassione per le vittime, ricevendo i membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, in occasione dell’Assemblea Plenaria:

“Negli ultimi dieci anni il vostro compito di offrire ‘consiglio e consulenza e altresì proporre le più opportune iniziative per la salvaguardia dei minori e delle persone vulnerabili’ si è notevolmente allargato. Esso ha assunto una fisionomia più definita, dal momento che vi ho chiesto di concentrarvi nell’aiutare a rendere la Chiesa un luogo sempre più sicuro per i minori e gli adulti più fragili.

Mi rallegra vedere che oggi siete qui numerosi, come pure poter ascoltare gli aggiornamenti sulle vostre attività. Vi esorto a continuare in questo servizio, con spirito di squadra: costruendo ponti e collaborazioni che possano rendere più efficace la vostra cura per gli altri”.

E’ stato un invito a studiare bene il Rapporto Annuale sulle Politiche e le Procedure di Tutela nella Chiesa senza scoraggiarsi: “Di fronte allo scandalo degli abusi e alla sofferenza delle vittime potremmo scoraggiarci, perché la sfida di ricostruire il tessuto di vite infrante e di guarire il dolore è grande e complessa. Ma non deve venire meno il nostro impegno; anzi, vi incoraggio ad andare avanti, perché la Chiesa sia sempre e dappertutto un luogo dove ciascuno possa sentirsi a casa e ogni persona sia ritenuta sacra”.

E’ stato soprattutto ad aver cura delle sofferenze delle vittime: “Per vivere bene questo servizio dobbiamo fare nostri i sentimenti di Cristo: la sua compassione, il suo modo di toccare le ferite dell’umanità, il suo Cuore trafitto d’amore per noi. Gesù è Colui che si è fatto vicino; nella sua carne Dio Padre si è avvicinato a noi oltre ogni limite e, così, ci mostra che non è distante dai nostri bisogni e dalle nostre preoccupazioni.

In Gesù Egli si fa carico delle nostre sofferenze e porta su di sé le nostre piaghe, come afferma il quarto poema del Servo sofferente nel Libro del profeta Isaia. E anche noi, impariamolo: non possiamo aiutare un altro a portare i suoi pesi senza metterli sulle nostre spalle, senza praticare la vicinanza e la compassione”.

E la vicinanza alle vittime si esprime con gesti concreti: “Nel nostro ministero ecclesiale di tutela, la vicinanza alle vittime di abuso non è un concetto astratto: è una realtà molto concreta, fatta di ascolto, di interventi, di prevenzione, di aiuto.

Siamo chiamati tutti, in particolare le autorità ecclesiastiche, a conoscere direttamente l’impatto degli abusi e a lasciarci scuotere dalla sofferenza delle vittime, ascoltando direttamente la loro voce e praticando quella prossimità che, attraverso scelte concrete, le sollevi, le aiuti e prepari un futuro diverso per tutti.

La risposta a coloro che hanno subito abusi nasce da questo sguardo del cuore, da questa vicinanza. Non deve accadere che questi fratelli e sorelle non vengano accolti e ascoltati, perché questo può aggravare moltissimo la loro sofferenza. C’è bisogno di prendersene cura con un impegno personale, così come è necessario che ciò sia portato avanti con l’aiuto di collaboratori competenti”.

Però ha chiesto anche di vedere i ‘frutti’: “Ringrazio voi per tutto quello che fate per accompagnare le vittime e i sopravvissuti. Gran parte di questo servizio viene svolto in modo riservato, come è giusto che sia per rispetto delle persone. Ma, nello stesso tempo, i suoi frutti dovrebbero diventare visibili: si dovrebbe sapere e vedere il lavoro che fate accompagnando il ministero di tutela delle Chiese locali.

La vostra vicinanza alle autorità delle Chiese locali le rafforzerà nella condivisione di buone pratiche e nella verifica dell’adeguatezza delle misure che sono state poste in atto. Vi ho già chiesto di assicurare la conformità con ‘Vos estis lux mundi’, in modo che ci siano mezzi affidabili per accogliere e prendersi cura di vittime e sopravvissuti, come anche per assicurare che l’esperienza e la testimonianza di queste comunità sostenga il lavoro di protezione e prevenzione”.

Infine ha esortato i membri a promuovere una rete di solidarietà con le vittime: “So che il vostro servizio alle Chiese locali sta già portando grandi frutti e sono incoraggiato nel vedere l’iniziativa Memorare prendere forma, in collaborazione con le Chiese di tanti Paesi del mondo.

Questo è un modo molto concreto per la Commissione di dimostrare la sua vicinanza alle autorità di queste Chiese, mentre rafforzate gli sforzi esistenti per la tutela. Col tempo, ciò darà vita a una rete di solidarietà con le vittime e con coloro che promuovono i loro diritti, specialmente dove le risorse e l’esperienza scarseggiano”.

(Foto: Santa Sede)

Sinodo 2023-2024: primo (parziale) bilancio.

A fine ottobre si è conclusa la prima tappa del Sinodo sulla sinodalità voluto da Papa Francesco. Per ragioni legate all’attualità, ormai non se ne parla più, ma, a ben vedere, mancano pochi mesi all’altra decisiva tappa prevista per il prossimo ottobre. Nei mesi scorsi alcuni autorevoli partecipanti hanno preso la parola e detto la loro. Pensiamo a quanto hanno scritto Piero Coda e Severino Dianich su SettimanaNews, seppure con accenti diversi: il primo entusiasta, il secondo tiepido. Ma oggi, che siamo quasi a metà strada tra le due tappe, cosa resta?

In primo luogo ci sono le persone che vi hanno preso parte che, giustamente, nel silenzio stanno custodendo l’ascolto che in quella sede hanno sperimentato. Lo stesso cardinal Grech ha ammesso, a conclusione del Sinodo, che moli partecipanti sono entrati in assemblea scettici e ne sono usciti spiazzati. Non solo perché prima il processo sinodale non era, di fatto, avviato e, quindi, hanno sperimentato cosa significa “fare” un Sinodo, ma perché le notizie che arrivavano dalla Terra Santa li ha sconvolti.

Inoltre perché i partecipanti vengono da ogni parte del mondo e ascoltare ciò che lo Spirito suscita in altre parti del mondo può e deve lasciare sorpresi; vuol dire a tutti gli effetti uscire dal proprio orticello, mettersi in uscita, come ci invita Papa Francesco.

In secondo luogo rimane un documento che ha cercato di fare sintesi. Come è naturale che sia, ogni sintesi è sempre un po’ imperfetta: qualcosa manca, qualcosa viene lasciato o meglio tralasciato anche involontariamente. Certamente in quel documento la teologia veniva chiamata a svegliarsi, ad attivarsi perché rimodulare la Chiesa in senso sinodale non è operazione semplice. Sotto questo aspetto sembra di vedere la teologia ancora ripiegata su stessa,soprattutto dopo la pubblicazione di “Fiducia supplicans”.

Inoltre in quel documento si auspicava un riforma del Codice di diritto canonico che non mi pare aver preso avvio: ufficialmente non è stata istituita nessuna commissione. C’è da augurarsi che questa riforma prenda seriamente avvio perché il Codice ha di fatto bloccato la visione della Chiesa voluta dal Concilio Vaticano II in strutture tridentine che stentano ad essere superate.

Basti pensare al contrato tra uguale dignità di tutti i fedeli in forza del sacramento del battesimo, di cui tanto si parla nei documenti del Concilio, e il laico suddito, così come viene definito nel Codice. L’imperfezione, pertanto, di quel documento si fa sentire, ma ci sono ancora dei mesi e, soprattutto, la sessione del prossimo ottobre.

Un timido frutto di questa prima tappa sinodale con tutta onestà va detto che c’è stato. Il Dicastero della dottrina della fede ha pubblicato la dichiarazione “Fiducia supplicans” che offre a tutti la possibilità di ricevere una benedizione fuori dal rito, non liturgica. A tutti e, quindi, anche a chi vive una situazione irregolare dal punto di vista morale, se così si può dire.

Lo scalpore per il testo è stato davvero sproporzionato, frutto di una non attenta delicata lettura del testo, ma di una lettura dei titoloni sui giornali. Se questo frutto ha destato scalpore, figuriamoci se nei prossimi mesi dovessero venir pubblicati testi pieni di vere novità! D’altronde chi può dirsi oggettivamente puro, “regolare” di fronte a Dio?

E poi chi non ha chiesto mai una benedizione ad un sacerdote fuori da ogni contesto rituale–liturgico? Tra una prima tappa, già celebrata, e una seconda, da celebrare, il cammino prosegue e il vero attore del Sinodo, lo Spirito Santo, come ha più volte detto Papa Francesco, è all’opera.

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Seconda domenica di Quaresima: Gesù si trasfigura

La Trasfigurazione di Gesù è collegata con il Battesimo; nel fiume Giordano inizia l’attività pubblica di Gesù  dicendo : convertitevi!; sul monte Tabor comincia la fase conclusiva che porta al Calvario. Il cristianesimo non è una dottrina da conoscere, da imparare; essere cristiani significa accettare Cristo Gesù vero Dio e vero uomo; aderire a Cristo con il quale costituiamo un sol corpo: Io sono il capo, dice Gesù, voi le membra; io la vite, voi i tralci. Gli Apostoli avevano accettato l’invito di Gesù: ‘Vi farò pescatori di uomini’, ma le loro idee sul Regno di Dio non erano affatto chiare, tanto meno accettavano la sua futura passione e morte.

Con la Trasfigurazione Gesù vuole offrire ai suoi discepoli qualcosa di forte per rigenerare in loro la gioia di avere accettato di seguirlo. Seguire Gesù, essere suoi discepoli non significa solo sofferenza, croce, morte, quanto invece essere rivestiti di luce e di splendore L’uomo per natura  aspira alla gioia, vuole quella luce che fece esclamare a Pietro: ‘E’ bello per noi stare qui, siamo in Paradiso; facciamo tre tende’ e così eterniamo questo momento. La Trasfigurazione è il Paradiso raggiunto; ma bisogna ascoltare Cristo; da qui la voce del Padre: ‘Questi, dice il Padre, è il mio figlio , l’amato. Ascoltatelo’.

Il cammino quaresimale ha senso se porta alla nostra adesione a Cristo con le parole e le opere: Cristo, Figlio prediletto del Padre: ‘Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero’. La Trasfigurazione è uno squarcio di luce divina, che Gesù ha voluto offrire ai suoi discepoli per prepararli al momento drammatico della passione per la quale Egli si era incarnato. Gesù è l’anello che congiunge l’Antico e il Nuovo Testamento, da qui la presenza di Mosè ed Elia: il grande legislatore del popolo ebreo e il grande profeta di Dio.

La grandezza della religione cristiana sta proprio nella divinità di Cristo , che sbandiera l’amore di Dio per l’umanità con il sacrificio di Cristo che muore per salvare il mondo intero, per riscattare l’uomo e riportarlo alla dignità di figlio di Dio. Come discepoli di Cristo, la Trasfigurazione ci apre lo sguardo sull’amore di Dio e ci impegna, come discepoli di Gesù, a vivere sempre meglio la nostra fede e l’adesione a Cristo Gesù. 

Ascoltare Cristo è oggi una cosa assai ardua: non è sentire quello che dice, ma realizzarlo nella nostra vita quotidiana: ‘Chi vuole essere mio discepolo prenda la croce e mi segua’. Solo in queste coordinate ha senso la prova di Abramo, a cui Dio disse: prendi il tuo diletto figlio Isacco, che ami, Sali sul monte a sacrificalo. Una prova terribile, una prova che verte non su qualcosa di accessorio o secondario, ma sul figlio (osso delle mie ossa, carne della mia carne).

Abramo, uomo di fede, risponde: ‘Eccomi!’ Ma Dio non vuole sacrifici umani; non vuole la morte sacrificale, come era uso nelle religioni pagane, Dio vuole amore, perdono, misericordia. Solo Dio, il Padre, permetterà il sacrificio di Cristo Gesù. E Gesù dirà agli Apostoli: ‘Andiamo a Gerusalemme, là, il Figlio dell’uomo sarà messo in croce, ma il terzo giorno risorgerà’. E’ il grande sacrificio per cui il Verbo eterno si fece carne per riconciliare il cielo con la terra, l’uomo con Dio.

Forse chiedi ancora: chi è Gesù?  Per la gente è il profeta, per l’apostolo Pietro è il Messia atteso, per il Padre, che sta nei cieli: ‘Questi è mio  Figlio. L’Amato, ascoltatelo’. Nelle parole del Padre c’è tutto il programma della Quaresima: dobbiamo metterci in ascolto di Gesù, che ci rivela il Padre e il suo amore misericordioso. Gesù, come figlio dell’uomo, nato da Maria Vergine, della stirpe di David, Gesù è nostro fratello maggiore che ci ha aperto le porte del Regno dei cieli. 

Gesù nobilita veramente la natura umana laddove ascoltiamo la sua parola e la tramutiamo in opere di amore, di misericordia, di perdono. Il Vangelo definisce Maria ‘beata perché hai creduto nell’adempimento  delle parole del Signore’. Maria è madre di Gesù e madre nostra, madre della Chiesa, Regina del cielo e della terra ; noi oggi la invochiamo perché ci aiuti ad entrare in sintonia con le parole del Padre: ‘E’ mio Figlio, l’amato, ascoltatelo’.

Cristo Gesù ci parla di conversione: ‘il Regno di Dio è vicino: convertitevi’. Prepariamoci alla Pasqua, amici carissimi, da uomini nuovi, uomini della Nuova Alleanza: da veri figli di Dio  seguendo Cristo Gesù fratello Maggiore. Allora è veramente Pasqua di risurrezione.

Papa Francesco: la pace ha necessità di educazione

Nel quinto anniversario del Documento sulla Fratellanza Umana, e Giornata Internazionale proclamata dall’Onu, papa Francesco, in un messaggio durante un evento nella Casa della Famiglia Abramitica di Abu Dhabi, ha sottolineato che nel mondo l’assenza di solidarietà fraterna provoca distruzione dell’ambiente e degrado sociale, congratulandosi per il tema scelto:

Da Lubiana un invito alla preghiera

“In questi ultimi 18 mesi, la nostra comunità di Taizé ha vissuto un’avventura di fede: in collaborazione con rappresentanti di movimenti, comunità e organizzazioni di molte Chiese cristiane, abbiamo preparato un ‘Incontro del Popolo di Dio’ chiamato ‘Together/Insieme’. A partire dell’intuizione espressa da frère Alois in occasione dell’apertura del Sinodo sulla sinodalità nella Chiesa cattolica, la preparazione di ‘Together/Insieme’ ci ha portato a intensificare l’ascolto dell’altro, la ricerca dei doni presenti nelle diverse realtà ecclesiali, così come tra le persone di buona volontà nella società”.

Da Lubiana i giovani camminano per la pace

Alla fine di ogni anno migliaia di giovani provenienti da vari Paesi si riuniscono per cinque giorni in una città europea, per pregare e condividere la vita della popolazione e delle comunità ecclesiali locali; e così, dopo Madrid, Breslavia, Torino e Rostock, il 46° Meeting europeo della Comunità di Taizé si incontra da oggi fino a lunedì 1° gennaio 2024 a Lubiana, che ha come filo conduttore la lettera per il 2024 scritta dal nuovo priore di Taizé, fratel Matthew, intitolata ‘Camminare insieme’, secondo la testimonianza di un giovane, appena arrivato nella capitale slovena:

Il Sinodo dei vescovi si prepara al prossimo anno

‘Come cresce la Chiesa sinodale in missione?’: è la domanda guida per il lavoro di preparazione per la prossima sessione della Assemblea sinodale del prossimo anno, contenuta in documento con le linee guida operative inviato a vescovi e patriarchi lunedì 11 dicembre. La domanda guida richiede di essere affrontata a livello di ciascuna Chiesa locale e delle relazioni tra Chiese, tra raggruppamenti di Chiese ai diversi livelli e con il Vescovo di Roma.

Gli auguri di papa Francesco: camminare nel Mistero del Natale

Giornata di auguri natalizi per papa Francesco ai dipendenti della Santa Sede e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, con i propri familiari, proponendo una riflessione su nascondimento e piccolezza:

La profezia della ‘Russia cristiana’ di Padre Romano Scalfi a 100 anni dalla nascita

“L’idea di farmi prete mi venne chiara e distinta a circa quattro anni. Nessuno, né prima né dopo, mi incoraggiò a incamminarmi su questa via, ma non venne mai meno, neppure nei momenti di maggior difficoltà, la coscienza di essere chiamato al sacerdozio; neppure quando a dodici anni mi innamorai di una ragazzina, neppure quando in terza ginnasio il rettore mi chiamò per dirmi che non era assolutamente adatto a diventar prete per la mia insubordinatezza. Dopo il mio contributo all’insipienza adolescenziale, in seminario ho tra scorso anni belli, gustosi, in buona compagnia”.

Papa Francesco invita a curare le ferite

Oggi la Chiesa italiana celebra la terza Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi ed i partecipanti al primo incontro dei referenti territoriali del Servizio messo in campo dalla Cei per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili sono stati ricevuti in udienza da papa Francesco riceve in udienza. Mentre ieri sono state illustrate le buone pratiche che la Chiesa italiana ha messo in campo per contrastare il triste fenomeno degli abusi, come ha ricordato l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, mons. Lorenzo Ghizzoni, presidente del Servizio per la Tutela dei minori della Cei:

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