Papa Francesco ai vescovi ucraini: La Chiesa vi è vicina

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Mercoledì scorso papa Francesco ha ricevuto i vescovi del Sinodo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina (UGCC), che hanno espresso dolore e sofferenza con una certa delusione del popolo ucraino per alcune frasi pronunciate dal papa nelle ultime settimane.

I vescovi dell’UGCC hanno chiesto a papa Francesco di aprire l’incontro con una preghiera comune per una pace giusta in Ucraina e per tutti coloro ‘che stanno morendo in questo momento nel nostro Paese per mano dell’aggressore russo’, come ha sottolineato Sua Beatitudine Sviatoslav, capo dell’Ugcc:

“Nel colloquio con il Santo Padre abbiamo espresso al papa tutto ciò che i nostri fedeli in Ucraina e nel mondo ci hanno affidato di trasmettere a Sua Santità. I ​​nostri vescovi hanno parlato in ucraino, inglese, portoghese e italiano. I vescovi hanno affermato che alcune dichiarazioni e gesti della Santa Sede e di Vostra Santità sono dolorosi e difficili per il popolo ucraino, che attualmente sanguina nella lotta per la propria dignità e indipendenza”.

Riferendosi alle proprie parole e ai paragoni che aveva rivolto, in particolare, ai giovani russi, il papa aveva già spiegato il significato delle parole:

“Di ritorno dalla Mongolia, ho affermato che il vero dolore è quando il patrimonio culturale di un popolo subisce una ‘diluizione’ ed è sottoposto alle manipolazioni da parte di un certo potere statale, a seguito delle quali esso si trasforma in un’ideologia che distrugge e uccide. E’ una grande tragedia quando tale ideologia si intromette nella Chiesa e sostituisce il Vangelo di Cristo”.

Infine i vescovi ucraini hanno ringraziato papa Francesco per il suo costante sostegno all’Ucraina a livello internazionale attraverso le azioni umanitarie e la missione di pace dell’inviato speciale, card. Matteo Zuppi: “I giovani ucraini sono stati sinceramente commossi dalla umiltà delle tue parole nel chiedere perdono per il fatto che non era possibile fare di più per porre fine alla guerra in Ucraina”.

Inoltre la Sala Stampa della Santa Sede ha reso noto che “papa Francesco ha ascoltato con attenzione le parole a lui rivolte, manifestando con alcuni brevi interventi i suoi sentimenti di vicinanza e partecipazione alla tragedia che vivono gli ucraini, con una ‘dimensione di martirialità’ di cui non si parla abbastanza, sottoposti a crudeltà e criminalità”.

Il Papa ha “espresso il suo dolore per il senso di impotenza che si sperimenta davanti alla guerra, ‘una cosa del diavolo, che vuole distruggere’, con un pensiero particolare per i bambini ucraini incontrati durante le udienze: ‘ti guardano e hanno dimenticato il sorriso’, aggiungendo: Questo è uno dei frutti della guerra: togliere il sorriso ai bambini”.

Infine la Sala Stampa della Santa Sede ha sottolineato che “per rispondere alla crudeltà della guerra, è emerso il bisogno di più preghiera, per la conversione e la fine del conflitto, e, dando seguito a una richiesta ricevuta durante l’incontro, il papa ha manifestato il desiderio che nel mese di ottobre, particolarmente nei santuari, si dedichi la preghiera del rosario alla pace e alla pace in Ucraina”.

Mentre nel giorno precedente i vescovi ucraini avevano incontrato il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ed il card. Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani. Il card. Pietro Parolin ha annunciato ai vescovi che ‘accogliendo la proposta da tempo avanzata di Sua Beatitudine Sviatoslav’ ci sarà anche un incontro della Commissione Interdicasteriale Permanente per la Chiesa in Europa Orientale, lodando l’impegno della Chiesa greco-cattolica ucraina, e ribadendo la vicinanza della Santa Sede alle sofferenze del popolo ucraino:

“In quell’occasione, inoltre, dopo i difficili anni della pandemia da COVID-19 e nel contesto della tragica guerra scatenata cinque mesi prima con l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia, non vi siete limitati a considerazioni teologiche teoriche, ma siete scesi nel concreto, mettendovi alla ricerca di nuovi modi di vicinanza e di accompagnamento pastorale dei fedeli e dell’intera popolazione ucraina, a prescindere dalla sua professione religiosa, per curarne le ferite”.

Ed ha ribadito che l’Ucraina non è sola: “Vi è vicina la Santa Sede, vi è vicino personalmente il Santo Padre. Ricordo i suoi appelli pubblici, iniziati subito dopo il 24 febbraio 2022, la lettera del 24 novembre 2022, l’ingente azione del Papa per l’Ucraina, agli albori della guerra, gli aiuti umanitari portati dal Card. Krajewski.

Di fronte a tali ripetuti e significativi gesti sarebbe ingiusto dubitare del suo affetto per il popolo ucraino e del suo sforzo, non sempre compreso e apprezzato, di contribuire a porre fine alla tragedia in atto e ad assicurare una pace giusta e stabile attraverso il negoziato”.

Attenzione dimostrata attraverso alcune ‘azioni’ particolari: “Non minore attenzione è venuta dalla Segreteria di Stato, che, al fianco del Santo Padre, si è interessata dello scambio dei prigionieri, del rimpatrio dei bambini ucraini dalla Russia (questione sulla quale si è focalizzata la missione del Card. Zuppi, Inviato speciale del Papa, nelle sue visite a Kyiv e Mosca), dell’accordo sull’esportazione del grano, degli aspetti umanitari del piano di pace proposto dalle Autorità ucraine.

Si è cercato di mettersi in ascolto soprattutto della gente, tramite le rispettive Autorità governative e i rappresentanti religiosi, radunati in Ucraina nel Consiglio Panucraino delle Chiese e delle Organizzazioni religiose, sia di numerosi esponenti della comunità internazionale, per favorire il loro coinvolgimento per una soluzione pacifica giusta”.

Infine un’invocazione a san Giosafat: “Affidiamo la nostra ‘buona battaglia’ all’intercessione del Santo Martire Giosafat, nel quarto centenario della sua morte (12 novembre 2023)…

Che, per la sua intercessione e per l’intercessione della Madre di Dio, questa comunione della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina con il Successore di Pietro divenga sempre più salda e il Signore si degni di esaudire la nostra supplica affinché la guerra in Ucraina finisca al più presto e il caro popolo ucraino possa vivere in dignità, libertà, prosperità e pace”.

(Foto: Ansa)

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