La diocesi di san Miniato festeggia il Giubileo

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A san Miniato domenica 4 dicembre è stata aperta la ‘porta del Giubileo’ da mons. Andrea Migliavacca per celebrare l’anniversario dei 400 anni dalla fondazione della diocesi di san Miniato (5 dicembre 1622). Durante tutto l’anno giubilare, che si concluderà l’8 dicembre 2023, sarà possibile ottenere l’indulgenza plenaria visitando la cattedrale di San Miniato. Tra le iniziative di carattere spirituale, sono previste giornate dedicate a specifiche categorie, che potranno compiere in quel giorno il pellegrinaggio alla Cattedrale.

In alcuni casi queste giornate si collocano in concomitanza con appuntamenti annuali ormai tradizionali, come la consegna del Messaggio della Pace ai sindaci, l’8 gennaio, che coinciderà col Giubileo dei politici e degli amministratori. Così, ad esempio, il Giubileo della Vita consacrata in febbraio, per la festa della Presentazione al Tempio e il Giubileo dello Sport, in concomitanza con il tradizionale aperitivo del vescovo coi giovani.

Aprendo il Giubileo mons. Migliavacca, che è diventato vescovo anche di Arezzo-Cortona-SanSepolcro, ha raccontato la storia di questa diocesi: “Scartabellando tra carte, decreti e bolle pontificie, raccolte e ben custodite nell’archivio diocesano, ritroviamo una bolla di papa Gregorio XV: è datata 5 dicembre 1622.

E’ l’atto con cui viene eretta la diocesi di san Miniato, scorporandola da quella di Lucca, e unendo strategicamente questo territorio dal punto di vista politico al Granducato di Toscana. In concomitanza con l’intervento pontificio, il Granducato eleva il borgo di san Miniato alla dignità di città.

Una donna è la grande artefice di questa operazione che porta a riconoscere l’autonomia di un territorio di Chiesa che già viveva con una propria rilevanza, la nostra diocesi appunto, ed è Maria Maddalena d’Austria, moglie di Cosimo II, defunto però nel 1621 e quindi lei reggente del Granducato”.

Quello di mons. Migliavacca è un racconto fatto di volti, che si sono succeduti dal 1622: “Oggi ci sono i nostri volti a popolare la Cattedrale in questa celebrazione di apertura dell’anno giubilare. Sono i volti, i nostri, della storia della Chiesa oggi, volti che la rendono viva, bella, fedele al vangelo, capace di sperimentare insieme al peccato anche la misericordia di Dio… Oggi è la vostra festa, il nostro giubileo”.

E dopo i saluti ai celebranti, in modo particolare al card. Ernst Simoni, mons. Migliavacca si è lasciato guidare dalla lettera di san Paolo ai Romani: “Si tratta non solo di un testo, di una lettera, ma è la nostra storia, sono gli anni, i secoli che ci precedono e che raccontano la vita di una Chiesa, la dedizione di tanti credenti per far vivere la comunità, cammini di testimonianza del vangelo che hanno consentito che l’annuncio di fede, il dono della fede giungesse fino a noi…

Ciò che è stato scritto prima di noi… è una storia di cui fare memoria, sono quattrocento anni e poi anche quelli che li precedono, nel cammino di Chiesa insieme a Lucca… Una storia di fede, di annuncio, di carità. E’ la nostra diocesi. Ed è storia di cui fare memoria, da custodire. Ecco il giubileo, il senso di un anno di festeggiamenti e di Grazia”.

Questo evento non è solo un fatto storico, ma soprattutto evangelico: “La parola di Paolo e la celebrazione del giubileo ci invitano a riconoscere che la storia che ci precede è storia di vangelo. Vuol dire che le vicende di quattrocento anni che ci portano all’oggi sono la storia che il Signore ha fatto con noi, raccontano la sua fedeltà e il suo amore.

E’ quanto volevamo dire con il motto del Giubileo che ci ha accompagnato anche nei tre anni di preparazione: ‘Per Cristo, con Cristo e in Cristo’. E’ il Signore al centro della storia di sempre, è il Risorto al centro della storia della nostra diocesi. E’ Lui e il dono del suo Spirito il grande regista del cammino di un popolo, noi, il popolo di Dio”.

Il messaggio del Giubileo è uno sguardo in avanti e non al passato: ““Se quattrocento anni di storia sembrano suggerire di guardare all’indietro, alla storia che ci precede, in realtà il senso del giubileo è guardare in avanti, alla novità che ci attende e che è promessa. Si tratta di vivere il Giubileo nella nostra comunità guardando a quanto compie di nuovo il Signore, a come opera Lui, a dove ci conduce il Risorto, a cosa ci chiede di rinnovare, di intensificare magari o di correggere.

Celebrare un giubileo significa ricevere l’invito a camminare, a guardare avanti, che significa fissare lo sguardo su Gesù, il Vivente e vivere la storia che ci attende dietro a Lui. Si tratta di fidarci e di imparare a vedere. Questo dovrà essere il Giubileo: fidarci di Lui e imparare a vedere”.

Ed il vangelo con l’annuncio di Giovanni Battista alla conversione introduce al vero significato del Giubileo: “Ci consegna un forte invito alla conversione. E anche questo è il giubileo, un grande appello alla conversione, al cambiare vita, al tornare al Signore e alla autenticità del vangelo.

E’ questo il grande richiamo di Giovanni Battista. Ed è eco di questo tempo di avvento che ci accompagna ad accogliere il Signore che sta per venire (‘il regno dei cieli è vicino’)”.

Il Vangelo testimonia che Dio si è fatto uomo: “Giovanni Battista ci dice: il Signore viene, sta per venire, lo potrai incontrare. E allora ecco la conversione, non anzitutto uno sforzo etico, morale, di cambiamento, ma la scoperta che il Signore che viene ti rinnova, ti cambia la vita. Ed il Battista con la sua predicazione interroga su quale frutto degno della conversione si possa portare”.

(Foto: diocesi di san Miniato)

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