Pronta la fase 2 del Sinodo

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Venerdì scorso è stata presentata la seconda tappa del processo sinodale sul tema ‘Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione’, dopochè lunedì 15 agosto si è chiusa la prima fase della consultazione del popolo di Dio per il Sinodo dei vescovi.

I contributi stanno ancora arrivando, molte sintesi in realtà sono già al vaglio, ed il card. Mario Grech, Segretario Generale della Segreteria Generale del Sinodo, ha sottolineato che non ci si deve aspettare che tutti i contributi siano della stessa qualità, né che il principio della consultazione sia stato applicato allo stesso modo da ogni Chiesa particolare:

“Proprio in questa consultazione si rivela la natura della Chiesa sinodale come «camminare insieme» del Popolo di Dio. Le sintesi pervenute riveleranno quanto questo principio (stile) ecclesiale sia stato vissuto nelle chiese locali e dal risultato capiremo quanto possiamo ancora lavorare per rendere tutti più responsabili e partecipi”.

E’ stato rivolto un ringraziamento a chi ha partecipato: “Proprio perché nella Chiesa nessuno ha l’esclusiva della verità, la consultazione del Popolo di Dio domanda il discernimento. Per capire il processo sinodale, bisogna pensare a una circolarità feconda di profezia e discernimento. Se tutti sono profeti nel Popolo di Dio, non ogni cosa detta è voce dello Spirito: bisogna cogliere dentro il suono delle voci la voce dello Spirito”.

E’ questo il discernimento chiesto dal papa: “ Sta qui la funzione del discernimento, che già è operante nel processo di ascolto, quando la comunità converge su un punto. Si tratta di avere intelligenza piena di quanto lo Spirito dice alla Chiesa attraverso un processo di lettura in profondità, che assomiglia a un processo di decantazione.

La certezza su ciò che lo Spirito dice alla Chiesa si ha unicamente con il sentire insieme, anzi il con-sentire, il convergere nella fede del Popolo di Dio, che avviene attraverso l’ascolto gli uni degli altri”.

Il Sinodo è un momento non solo di elaborazione, ma soprattutto di attenzioni alle varie voci ecclesiali: “Questo ulteriore livello di discernimento non può in alcun modo ridursi alla celebrazione di un’Assemblea ecclesiale. Per questo è necessario che si realizzi il principio della circolarità attraverso un atto di restituzione del Documento non a un’Assemblea, ma alle Chiese particolari.

Lì si è svolta la consultazione, lì il Documento ritorna. Questa restituzione garantisce il rispetto degli attori del processo sinodale: in effetti, rendendo al soggetto della consultazione il frutto del loro ascolto, si offre la possibilità ad ogni Chiesa particolare di rispondere con un altro atto eminentemente ecclesiale: quello della recezione.

Con questo atto ogni Chiesa fa proprio il Documento, i suoi contenuti e ne valuta la corrispondenza con la sua identità di Chiesa che è chiamata ad incarnare in un luogo il Vangelo di Cristo.

Per questo è richiesto ad ogni Vescovo di portare il Documento a conoscenza della sua Chiesa e di farne una lettura attenta almeno negli organi di partecipazione e di redigere con l’équipe sinodale eventuali osservazioni da inoltrare alla Conferenza episcopale o alla Segreteria dell’Assemblea continentale”.

Il card. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Luxembourg e relatore Generale della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, ha presentato la sintesi dei lavori giunti: “Le sintesi pervenute alla Segreteria Generale del Sinodo al 25 agosto 2022 possono essere ripartite tra le seguenti 5 categorie:

Dalle Conferenze Episcopali. Generalmente la sintesi di una singola conferenza episcopale è frutto di un lavoro di discernimento a partire dalle sintesi pervenute dalle diocesi che, a loro volta, sono il frutto del discernimento delle varie istanze ecclesiali a livello diocesano: parrocchie, associazioni, movimenti, congregazioni religiose, così come di varie altre istanze ecclesiali nazionali federazioni scuole, cattoliche, università cattoliche, associazioni…

Già il 98% delle 114 Conferenze Episcopali aveva nominato un referente o un team sinodale. Le sintesi ad oggi pervenute sono 100 … e stanno ancora arrivando. Questo incredibile dato ci dice che si, la Chiesa è in sinodo!

Chiese Orientali Cattoliche. Le singole Chiese Orientali Cattoliche sono state invitate a inviare una propria e specifica sintesi. E’ chiaro che nei territori tradizionalmente di rito latino, le eparchie presenti sul territorio hanno anche inviato il loro contributo alla Conferenze Episcopali di appartenenza.

Dall’USG e UISG. L’Unione Superiori Generali e l’Unione Internazionale delle Superiori Generali hanno inviato il loro specifico contributo realizzato a partire dai contributi delle Congregazioni Religiose (maschili e femminili) e degli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica (maschili e femminili).

Esprimo la mia gratitudine a queste due istituzioni per il loro importante e generoso investimento. Queste comunità hanno un patrimonio ‘sinodale’ da offrire a tutta la Chiesa e il processo sinodale glielo ha e ce lo ha ricordato.

Dai Dicasteri Vaticani. Anche i Dicasteri Vaticani hanno inviato un contributo. Alcuni di loro, inoltre, sono stati incaricati di raccogliere le sintesi di istanze ecclesiali specifiche. E’ il caso del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica che ha raccolto ed elaborato le sintesi di un ulteriore cammino di discernimento delle Congregazioni Religiose e degli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

Dal canto suo, il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita è stato incaricato di raccogliere e lavorare sulle sintesi delle associazioni e movimenti ecclesiali. Il Dicastero segue anche la realizzazione di una sintesi realizzata a partire dall’ascolto e discernimento effettuato da realtà che si occupano della pastorale delle persone disabili.

Oltre al proprio cammino interno di ascolto e discernimento, il Dicastero per la Comunicazione ha anche seguito la realizzazione di un progetto pilota (avviato dalla rete RIIAL in collaborazione con Imission), intitolato ‘La Chiesa ti ascolta’. Si è trattato di un’attività di ascolto nelle reti sociali realizzata da alcuni influencers. In questo caso sono arrivate circa 110.000 risposte e per una stima di persone coinvolte di circa 20.000.000 di persone.

L’ultimo gruppo è quello delle Osservazioni. Oltre a queste categorie, sono stati raccolti oltre un migliaio di contributi da parte di singoli fedeli o gruppi ecclesiali o non ufficialmente riconosciuti dall’autorità ecclesiastica locale. Per questi ultimi in particolare, si tratta di realtà che si sentono ‘in periferia o ai margini’ della vita della Chiesa. Nel ricevere questi contributi abbiamo sempre chiesto che venissero anche spediti ai rispettivi ordinari locali”.

Infine p. Padre Giacomo Costa, consultore della Segreteria Generale del Sinodo e Responsabile della Task Force per l’elaborazione del Documento per la Tappa Continentale, ha spiegato che il Sinodo è occasione di essere popolo di Dio:

“Fare sinodo, cioè camminare insieme, è allora il modo per reagire alla frammentazione, all’individualismo, alla solitudine, alla autoreferenzialità che caratterizza tutte le nostre società, le nostre Chiese, ciascuno di noi. Come evidenzia molto bene l’enciclica ‘Fratelli tutti’, è questa cultura la radice delle guerre e di tutti quei fenomeni in cui l’altro, con la sua originalità, viene negato, in nome di una omogeneità che è l’imposizione di un unico punto di vista, complice anche la manipolazione che spesso si serve della rete e dei social media.

A sradicare questa cultura non possono certo bastare documenti o indicazioni che vengono dall’alto: occorre coinvolgere le persone, far fare loro una esperienza concreta di incontro: questo spiega la dinamica della prima fase del cammino sinodale, quella dedicata alla consultazione, prima a livello diocesano e nazionale (che ha occupato lo scorso anno), e ora a livello continentale, secondo la dinamica che oggi presentiamo”.

Ed ha parlato di novità per questo cammino sinodale: “La grande novità del Sinodo 2021-2023 è che la consultazione avviene anche attraverso un dialogo tra la Chiesa universale e le Chiese locali…

Il Sinodo non è un processo di astrazione progressiva che si stacca man mano da terra, dalla realtà quotidiana per salire a livelli sempre più remoti, ma è un processo di andata e ritorno. Si crea così una circolarità tra coloro che sono incaricati di ascoltare e coloro che vengono ascoltati, ovviamente nei limiti del possibile (i tempi sono sempre limitati) ma con una grande disponibilità della Segreteria a imparare da quanto si ascolta, anche rivedendo il modo in cui le cose funzionano”.

Pur nei limiti temporali questo Sinodo è innovativo: “Siamo consapevoli che questo processo ha i suoi limiti, primo tra tutti il tempo. Ma è anche un processo innovativo, per non dire pionieristico: è qualcosa che non è mai stato fatto, e che anzi si chiarisce sempre meglio via via che si procede nel cammino.

Ci rendiamo conto di aver imparato molto durante questo primo anno, e intendiamo continuare a sperimentare e crescere nella nostra comprensione di che cosa significa camminare insieme e di come si possa aiutare il Popolo di Dio a farlo”.

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