Il papa ai camilliani: la carità è la profezia di oggi

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Ad  inizio settimana papa Francesco ha incontrato i partecipanti al 59^ capitolo generale dell’Ordine dei Ministri degli Infermi, che ha appena eletto il nuovo superiore generale, padre Pedro Tramontin, appartenente alla provincia degli Stati Uniti, invitandoli a farsi carico ‘delle piaghe e delle inquietudini dei fratelli e delle sorelle più vulnerabili’.

Dopo il saluto del nuovo superiore generale il papa ha ricordato che il tema scelto per il capitolo, in svolgimento a Nemi fino al 22 maggio, verte sulla profezia camilliana oggi:

“Animati dalla grazia propria di un Capitolo, se vissuto bene nell’ascolto dello Spirito, dei fratelli e della storia, vi proponete di trovare strade nuove di evangelizzazione e di prossimità, al fine di realizzare con fedeltà dinamica il vostro carisma, che vi pone al servizio dei malati.

San Camillo de Lellis, trasformato dall’amore di Dio, avvertì la chiamata a dare vita a una nuova Famiglia religiosa che, imitando la compassione e la tenerezza di Gesù verso i sofferenti nel corpo e nello spirito, vivesse il comandamento dell’amore diffondendo con gioia l’annuncio del Vangelo e prendendosi cura dei più fragili”.

Il papa ha ricordato che san Camillo de Lellis, trasformato dall’amore di Dio, sentì la chiamata a dare vita per farsi prossimo: “In questa scelta di vita sta il punto di svolta per uscire dalle ombre di un mondo chiuso e generare un mondo aperto.

A voi, fratelli, il dono e il compito di ispirarvi a lui per guardare la realtà della sofferenza, della malattia e della morte con gli occhi di Gesù. Farete così, della profezia camilliana, una profezia incarnata, che spinge a farsi carico dei pesi degli altri, delle piaghe e delle inquietudini dei fratelli e delle sorelle più vulnerabili”.

E’ un invito a sperimentare le beatitudini: “Vi invito pertanto ad attingere sempre nuovamente dalla linfa delle Beatitudini, per portare, con mitezza e semplicità, il lieto annuncio ai poveri e agli ultimi di oggi. Vi auguro anche di rinfrancarvi vicendevolmente nella fiducia che il bene accordato a una sorella o a un fratello sofferente è un dono fatto a Gesù stesso, e che quanto si vive e offre ogni giorno con gioia, anche se invisibile agli occhi del mondo, non va mai perduto ma, come seme caduto in terra, germoglia e porta frutto.

E non trascurate di custodire la memoria del primo amore, con il quale Gesù ha conquistato il vostro cuore, per rinnovare sempre dalle radici la vostra scelta di vita consacrata. Tornare sempre alle radici del primo amore, perché lì c’è la nostra identità religiosa: il primo dialogo con Gesù, la chiamata”.

Mentre ai giovani della ‘Fraternità Politica’ di Chemin Neuf  ha ricordato che la politica è l’arte dell’incontro: “Siamo chiamati a vivere l’incontro politico come un incontro fraterno, soprattutto con coloro che sono meno d’accordo con noi; e ciò significa vedere in colui con cui dialoghiamo un vero fratello, un figlio amato di Dio.

Questa arte dell’incontro comincia dunque con un cambiamento di sguardo sull’altro, con un accogliere e rispettare senza condizioni la sua persona. Se tale cambiamento del cuore non avviene, la politica rischia di trasformarsi in un confronto spesso violento per far trionfare le proprie idee, in una ricerca di interessi particolari piuttosto che del bene comune, contro il principio che ‘l’unità prevale sul conflitto’”.

Ed anche in politica è necessario vivere le beatitudini: “Lo stupore è quello che mi fa sentire che sono in Gesù, con Gesù. Lo stupore di vedere la grandezza del Signore, la grandezza della sua Persona, la grandezza del suo programma, di sentire la grandezza delle Beatitudini come programma di vita…

Memoria, speranza, stupore. Il passato, il futuro e il presente: non c’è futuro senza il presente, e non c’è speranza senza lo stupore. Coltivate la preghiera con il Vangelo per sentire lo stupore dell’incontro con Gesù Cristo”.

(Foto: Santa Sede)

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