Papa Francesco ai Focolarini: vivere la spiritualità con realismo
In occasione dell’Assemblea generale del Movimento dei Focolari, in programma fino a domani, papa Francesco ha ricevuto in udienza una delegazione, guidata dalla neo presidente, Margaret Karram, ringraziandoli per aver ricordato il momento di preghiera per l’unità e la pace in Terra Santa con il Presidente d’Israele e con il Presidente dello Stato di Palestina:
“Erano tempi di promessa, ma la promessa sempre c’è. Bisogna andare avanti e portare nel cuore la Terra Santa, sempre, sempre. Porgo a Lei, così come ho detto a Maria, un grande ‘grazie’, un augurio di cuore, che va anche al Copresidente e ai Consiglieri”.
Il discorso del papa si è snodato in tre punti, di cui il primo è stato il cammino del movimento dopo la morte della fondatrice, Chiara Lubich: “A dodici anni da quando Chiara Lubich è partita per il Cielo, siete chiamati a superare il naturale smarrimento e anche il calo numerico, per continuare ad essere espressione viva del carisma di fondazione.
Esso richiede una fedeltà dinamica, capace di interpretare i segni e i bisogni dei tempi e di rispondere alle nuove istanze che l’umanità pone. Ogni carisma è creativo, non è una statua di museo, no, è creativo. Si tratta di rimanere fedeli alla fonte originaria sforzandosi di ripensarla ed esprimerla in dialogo con le nuove situazioni sociali e culturali. Ha radici ben fisse, ma l’albero cresce in dialogo con la realtà”.
Un dialogo aperto è sempre fruttuoso: “Quest’opera di aggiornamento è tanto più fruttuosa quanto più viene realizzata armonizzando creatività, saggezza, sensibilità verso tutti e fedeltà alla Chiesa.
La vostra spiritualità, caratterizzata dal dialogo e dall’apertura ai diversi contesti culturali, sociali e religiosi, può certamente favorire questo processo. L’apertura agli altri, chiunque essi siano, è sempre da coltivare: il Vangelo è destinato a tutti, ma non come proselitismo, no, è destinato a tutti, è fermento di umanità nuova in ogni luogo e in ogni tempo”.
Quindi ha chiesto il coraggio dell’annuncio evangelico, senza essere autoreferenziali: “E’ meglio invece essere coraggiosi e affrontare con parresia e verità i problemi, seguendo sempre le indicazioni della Chiesa, che è Madre, è vera Madre, e rispondendo alle esigenze della giustizia e della carità. L’autocelebrazione non rende un buon servizio al carisma.
No. Piuttosto, si tratta di accogliere ogni giorno con stupore (non dimenticate lo stupore che indica sempre la presenza di Dio) il dono gratuito che avete ricevuto incontrando il vostro ideale di vita e, con l’aiuto di Dio, di cercare di corrispondervi con fede, umiltà e coraggio, come la Vergine Maria dopo l’Annunciazione”.
Il secondo punto del discorso è l’importanza della crisi come momento di crescita: “Ogni crisi è una chiamata a nuova maturità; è un tempo dello Spirito, che suscita l’esigenza di operare un aggiornamento, senza scoraggiarsi davanti alla complessità umana e alle sue contraddizioni. Oggi si sottolinea molto l’importanza della resilienza di fronte alle difficoltà, cioè la capacità di affrontarle positivamente traendo da esse delle opportunità. Ogni crisi è un’opportunità per crescere”.
Infine il papa ha chiesto di vivere la spiritualità con realismo, che implica un’azione interna ed una esterna: “Per quanto riguarda l’agire all’esterno, vi incoraggio ad essere (e in questo la Serva di Dio Chiara Lubich ha dato tanti esempi!) testimoni di vicinanza con l’amore fraterno che supera ogni barriera e raggiunge ogni condizione umana.
Superare le barriere, non avere paura! E’ la strada della prossimità fraterna, che trasmette la presenza del Risorto agli uomini e alle donne del nostro tempo, a partire dai poveri, dagli ultimi, dagli scartati; lavorando insieme alle persone di buona volontà per la promozione della giustizia e della pace. Non dimenticare che la vicinanza, la prossimità è stata il linguaggio più autentico di Dio”.
Per quanto riguarda l’azione interna il papa ha invitato alla promozione della sinodalità: “Circa l’impegno all’interno del Movimento, vi esorto a promuovere sempre più la sinodalità, affinché tutti i membri, in quanto depositari dello stesso carisma, siano corresponsabili e partecipi della vita dell’Opera di Maria e dei suoi fini specifici.
Chi ha la responsabilità del governo, è chiamato a favorire e attuare una trasparente consultazione non solo in seno agli organi direttivi, ma a tutti i livelli, in virtù di quella logica di comunione secondo la quale tutti possono mettere al servizio degli altri i propri doni, le proprie opinioni nella verità e con libertà”.
E nei giorni scorsi Margaret Karram è stata eletta ieri Presidente dei Focolari con oltre due terzi delle preferenze degli aventi diritto al voto tra i partecipanti all’Assemblea generale del Movimento, composta da 359 rappresentanti di tutto il mondo. Succede alla fondatrice Chiara Lubich e a Maria Voce che è rimasta in carica per 12 anni (due mandati).
Margaret Karram nasce ad Haifa in Israele nel 1962 da una famiglia cattolica palestinese e si laurea in Ebraismo presso l’American Jewish University negli Stati Uniti. Ha ricoperto vari incarichi di responsabilità per i Focolari a Los Angeles e a Gerusalemme.
Dal 2014 è al Centro internazionale dei Focolari come consigliera per l’Italia e l’Albania e corresponsabile per il Dialogo tra Movimenti ecclesiali e nuove Comunità cattoliche.
Nel 2013 è stata insignita del premio ‘Mount Zion Award’ per la riconciliazione, attribuitole insieme alla studiosa e ricercatrice Yisca Harani, per l’impegno nello sviluppo del dialogo tra culture e religioni diverse.
Nel 2016 ha ricevuto il Premio internazionale ‘Santa Rita’ per aver favorito il dialogo tra cristiani, ebrei, musulmani, israeliani e palestinesi, partendo dalla quotidianità della vita vissuta.
(Foto: Santa Sede)