Papa ai giovani: studiate per essere liberi

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Il rettore del Collegio ‘Rotondi’ di Gorla Minore, in provincia di Varese, don Andrea Cattaneo, in occasione del 425^ anniversario di fondazione, aveva spiegato il significato del tema scelto sulla riconoscenza: “Il tema dell’anno: Siate riconoscenti ‘Gratis accepistis, gratis date’ nella sua prima parte riprende la lettera di san Paolo ai Colossesi. ‘Siate riconoscenti’ è anzitutto un invito ad assumere uno stile di vita senza nessuna pretesa, vivendo tutto come un dono e una pura grazia per poter godere di tutti i benefici, anche quelli che provengono dai ‘diritti’, come un puro dono…

Nella seconda parte, il tema dell’anno riprende il mandato missionario di Gesù in Matteo, secondo la tradizione latina. ‘Gratis accepistis, gratis date’ ci richiama ad essere operatori di gratuità, dispensatori di gratuità. Non c’è nulla di più grande del ‘gratis di Dio’ ma la gratuità di Dio deve diventare anche la nostra gratuità, la gratuità di cui siamo oggetto diventi gratuità in cui noi siamo soggetto: cioè, che la gratuità di Dio investa la nostra libertà e il nostro agire”.

Da qui è partito l’incontro di papa Francesco, che ha incoraggiato gli studenti all’impegno: “Vi incoraggio a impegnarvi intensamente nelle vostre attività scolastiche, ma sempre con una mente aperta alla novità. In particolare voi, ragazzi, ricercate in tutto la verità, senza lasciarvi condizionare dalle mode del momento o dal pensare comune, dai like o dal consenso dei followers: non sono queste le cose più importanti, anzi dipendere troppo da esse ci può togliere la libertà.

Al tempo stesso però, non temete, quando necessario, di cambiare e di accettare opinioni e modi di pensare diversi dal vostro in tutto quello che non è essenziale: siate veri amanti della verità, e per questo sempre disponibili all’ascolto e al confronto”.

Nel colloquio il papa ha sottolineato che la verità rende liberi: “Gesù ci ha insegnato che la verità ci rende liberi, e lo diceva a persone che facevano fatica ad accogliere il suo modo nuovo di leggere le Scritture, perché in realtà non le conoscevano abbastanza ed avevano paura di mutare i propri schemi. Vedete? L’ignoranza genera paura e la paura genera intolleranza. Voi non fate così”.

Lo studio avviene attraverso la condivisione: “Studiate facendo ‘squadra’, insieme, e sempre in allegria! La conoscenza, infatti, cresce nella condivisione con gli altri. Si studia per crescere, e crescere vuol dire maturare insieme, dialogare: dialogare con Dio, con gli insegnanti e gli altri educatori, con i genitori; dialogare tra di voi e anche con chi la pensa in modo diverso, per imparare sempre cose nuove e permettere a tutti di dare il meglio di sé. Del resto, questo dice il motto della vostra scuola: ‘Erudire et edocere’, cioè fornire a ciascuno gli strumenti necessari a leggere la realtà e ad esprimersi con libertà creativa”.

Mentre ai seminaristi di Madrid ha offerto l’esempio di san Manuel Gonzales: “Ripassiamo questi punti per porre Dio al centro, ossia, per lasciare che sia Lui il fondamento, il progetto e l’architetto, pietra angolare. Ciò si ottiene solo con l’adorazione. Gesù (ci dice il nostro santo) ci farà da pedagogo, paziente, severo, dolce e fermo a seconda di ciò di cui abbiamo bisogno nel nostro discernimento, perché ci conosce meglio di noi stessi, e ci aspetta, ci incoraggia e ci sostiene in tutto il nostro cammino. E’ il nostro stimolo più grande, perché noi abbiamo consacrato la nostra vita a seguirlo”.

Occorre, quindi, fare un ‘confronto’ con l’Eucarestia: “Per la disciplina, confrontarci ogni mattina con l’Eucaristia, l’ispettore più vigile, ci fa riflettere sulla futilità delle nostre idee mondane, dei nostri desideri di ascendere, di apparire, di risaltare. Colui che è immenso si fa dono totale di sé e nelle mie mani, prima di comunicare, m’interpella: ti sei riconciliato con tuo fratello? Ti sei vestito con l’abito da festa? Sei pronto a entrare nel mio banchetto eterno?”

Infine ha proposto loro la ‘pratica’ dell’ascesi: “Finora abbiamo visto discernimento, scienza e vigilanza; sicuramente sono aspetti chiave nel vostro seminario, ma non servirebbero a nulla senza l’ascesi; copiare un modello presuppone uno sforzo, fare un’opera d’arte richiede ispirazione, ma anche lavoro, Gesù non ha eluso tutto ciò”.

L’ascesi, però, richiede il deserto: “E’ necessario entrare nel deserto, affinché Lui parli al nostro cuore, se questo sarà colmo di mondanità, di cose, per quanto si possano chiamare ‘religiose’, Dio non troverà posto, né noi lo udiremo quando busserà alla nostra porta. Perciò silenzio, preghiera, digiuno, penitenza, ascesi sono necessari per liberarci da ciò che ci schiavizza ed essere completamente di Dio”.

(Foto: Santa Sede)

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