Alle Figlie di Santa Macrina il card. Sandri chiede di pregare per l’unità della Chiesa

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Sono state fondate 100 anni fa e sono presenti in Sicilia, Albania, Kosovo e India, con il compito di educare e professano il rito bizantino: le Figlie di Santa Macrina festeggiano il Giubileo, aperto da una messa del card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, che nell’omelia ha ricordato che ‘Gesù è stata una presenza viva e reale nel cuore e nell’esistenza della Venerabile Macrina’, battezzata nell’abbazia di Grottaferrata, sotto la direzione spirituale di p. Nilo Borgia, che la invitò anche ad aspettare per la fondazione della congregazione:

“Ogni anniversario ci invita, come indicato nel capitolo ottavo del libro del Deuteronomio, a ‘ricordare’ tutto il cammino compiuto, consapevoli della nostra debolezza e fragilità, ma soprattutto rendendo grazie per la fedeltà di Dio che mai ci abbandona, e che ha preso per mano la fondatrice, venerabile Macrina Raparelli conducendola a dare inizio al vostro Istituto”.

Ed ha sottolineato la strada percorsa dalle due sorelle Raparelli “dalla loro casa a questa Abbazia, da qui a Roma, dai Pontefici Benedetto XV e Pio XI e all’allora Congregazione per la Chiesa Orientale, e poi a Mezzojuso, nelle altre comunità della Sicilia e poi in Albania; e ancora quelli che sono seguiti dopo la morte di Madre Macrina, giungendo in Kosovo e in India.

La forza di questo itinerario nello spazio geografico è stata garantita da un lavoro di scavo nelle profondità interiori, scoprendo quella sorgente che zampilla per la vita eterna, che viene da Dio e abita in noi”.

Prendendo spunto dalle letture proprie della celebrazione eucaristica il prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali ha ricordato che anche la prima comunità cristiana ha vissuto momenti difficili: “Da un lato l’esperienza della persecuzione e della prigione, a causa della forte opposizione dei sacerdoti e del sinedrio: la risposta di Dio è quella di una duplice liberazione dei suoi amici”.

Dio però opera una doppia liberazione: “Dapprima, quella esteriore: essi escono di prigione in modo prodigioso, tanto che le guardie si stupiscono che le porte e le sbarre siano tutte serrate, ma coloro che vi erano stati rinchiusi ora sono di nuovo nel tempio a predicare.

La seconda liberazione, ben più importante della prima, è quella del cuore: ad esso non possono essere posti dei vincoli umani, tenendolo costretto quando esso palpita per la buona novella di Gesù, Crocifisso e Risorto”.

Allo stesso modo con cui ha compiuto la salvezza degli apostoli, Gesù si è manifestato a Macrina: “Gesù è stata una presenza viva e reale nel cuore e nell’esistenza della Venerabile Macrina, fin dalla sua giovinezza, trascorsa a pochi metri da questa abbazia: qui venne battezzata il 5 aprile 1893, qui ascoltava il consiglio della guida spirituale e confessore, padre Nilo Borgia. Un animo limpido, che nella preghiera si è educato ad entrare in profondità nel rapporto con Dio, giungendo a sentirne la chiamata”.

Inoltre ha ricordato le ‘dimensioni’ della loro vita religiosa: “La relazione profonda con il Signore, Sposo e Maestro, l’obbedienza e il senso dell’essere nella Chiesa, il servizio ai piccoli e ai poveri, l’apertura missionaria, la perseveranza nelle difficoltà, persino il carcere in Albania, la passione per l’unità dei figli di Dio divisi tra loro”.

Eppoi l’opera missionaria in Albania, subendo anche il carcere: “In Albania, dapprima per la guerra e poi per l’avvento del potere comunista ed ateo, avete sofferto, ma ad alcune vostre sorelle è stato chiesto per un certo periodo di rimanere nell’ospedale di Argirocastro per curare i feriti, quasi icona al femminile del Buon Samaritano”.

Da qui l’invito a pregare per l’unità della Chiesa, cattolica ed ortodossa: “Con la vostra preghiera e la vostra carità oggi chinatevi sulle ferite del cuore dell’uomo di oggi, del mondo e delle Chiese, versatevi l’olio della consolazione e il vino della letizia evangelica, pregate con Gesù il Padre ‘ut unum sint! Che siano una cosa sola’, e ripetete ogni istante le parole dell’affidamento che furono pronunciate dalla Venerabile Macrina prima di chiudere gli occhi alla luce terrena: ‘Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo; Cuore di Gesù, confido in voi’ e l’ultima invocazione a Gesù Sacramentato”.

(Foto: Congregazione delle Chiese Orientali)

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