La mostra blasfema di Carpi chiude. Ma i Rosari continuano

Manifesto cancellato
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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 18.04.2024 – Veronica Cireneo] – Riceviamo dal “Comitato Quanta Cura”, e diffondiamo, la notizia che nonostante la mostra blasfema di Carpi sia stata chiusa al pubblico, i Rosari continuano. Appuntamento a sabato 20 aprile, dunque.

L’offesa al Cuore Sacratissimo di Gesù è stata tale, che non basterebbe una vita per consolarLo. Di certo sarà anche un Rosario di ringraziamento per la misericordia che Egli ha usato verso i suoi piccoli scandalizzati, portando le circostanze a calare il sipario su quella mostra oscena, che la storia non dimenticherà. Deo gratias.

Veronica Cireneo

Canale Telegram degli Alleati dell’Eucarestia e del Vangelo [QUI]

Prosegue la preghiera di riparazione a Carpi
“Pregate, senza stancarvi mai di ringraziare Dio” (Col 4,2)
18 aprile 2024

Carissimi,
“Perseveranti nella preghiera” (Rm 12,12) sempre grati alla B.V. Maria e fiduciosi in suo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo, ci diamo appuntamento per dopodomani, sabato 20 aprile, sempre alle 18.00 e nello stesso luogo.
“Io sono la luce del mondo, chi Mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12).
Santa giornata e a presto!

Marco

La mostra “Gratia Plena” chiude i battenti
La dichiarazione dell’artista Andrea Saltini
17 aprile 2024

Comunico che la mostra “Gratia Plena”, allestita presso il Museo diocesano Cardinal Rodolfo Pio di Savoia a Carpi si concluderà, mio malgrado, in data 18 aprile 2024. La decisione è dettata dal mio precario stato di salute, conseguente all’aggressione subita e alle continue manifestazioni di dissenso culminate nei noti episodi di violenza fisica e verbale. Peraltro non mi è più possibile sostenere i costi relativi alla sicurezza, prima non preventivati, indispensabili al fine di garantire l’accesso sereno dei visitatori alla mostra e l’incolumità di tutti i collaboratori e i volontari. Un sentito e doveroso ringraziamento ai Curatori della mostra, al mio team e a tutti coloro che mi hanno sostenuto.

Comunicato stampa della Diocesi di Carpi
sulla chiusura anticipata della mostra “Gratia Plena”
17 aprile 2024

Sulla chiusura anticipata della mostra “Gratia plena”, comprensione e condivisione con le motivazioni dell’artista. Grave il susseguirsi di attacchi d’odio anche nei confronti della Chiesa di Carpi e dei suoi Pastori.
Il Museo Diocesano prende atto della decisione dell’artista Andrea Saltini di interrompere l’apertura al pubblico della mostra “Gratia plena” allestita con alcune sue opere. Nell’esprimere piena comprensione e condivisione per le motivazioni addotte, ringraziamo Andrea Saltini di aver condiviso un tentativo, in parte pionieristico, per individuare possibili interazioni tra esperienze artistiche contemporanee e cammini religiosi e di ricerca mistica.
Non sfugge la gravità del susseguirsi di attacchi d’odio, della violenza contro un’opera e persino contro la stessa persona dell’artista, delle sistematiche ed aggressive manifestazioni di ostilità nei confronti della Chiesa di Carpi e, miratamente, dei suoi Pastori. Spiace che non siano stati accolti i ripetuti inviti a ricercare un dialogo pacifico, franco e corretto, abbassando i toni chiassosi e sguaiati.
Nei giorni di apertura oltre duemila persone hanno visitato la mostra e hanno espresso civilmente le loro impressioni. Il confronto, a proposito del rapporto tra artisti e Vangelo tanto desiderato dalla Chiesa a partire dal Concilio Ecumenico Vaticano e in particolare da Papa Paolo VI, continuerà nello specifico cantiere sinodale. Proseguirà, poi, con altre iniziative nella società e nella chiesa sulla possibilità di utilizzare nuovi linguaggi per affrontare, attraverso le diverse espressioni artistiche, temi spirituali e religiosi. Proprio i dibattiti, faticosamente tumultuosi di questi giorni, ci hanno mostrato la necessità di equilibri più fraterni e di riflessioni idonee più profonde per rapportarsi adeguatamente alla complessità di un dialogo interculturale non banalmente irenico o pregiudizialmente conflittuale.

La replica delle associazioni cattoliche
al Comunicato Stampa della Diocesi di Carpi
sulla mostra blasfema “Gratia plena”
La Curia di Carpi rifletta sui propri errori

17 aprile 2024

In relazione all’odierno Comunicato della Diocesi di Carpi circa la chiusura anticipata della mostra “Gratia plena” di Andrea Saltini, riteniamo importante offrire un’altra prospettiva che riflette le osservazioni e le testimonianze documentate raccolte durante il periodo di esposizione.
Contrariamente a quanto riportato dal Comunicato, desideriamo evidenziare che le reazioni al contenuto della mostra da parte dei visitatori sono state pacifiche. Le manifestazioni dei gruppi etichettati come “ultracattolici” sono state caratterizzate solo ed esclusivamente da azioni pubbliche del tutto non violente, limitandosi principalmente alla recita del Santo Rosario, a lettere dei fedeli alla Curia di Carpi (cui nessuno ha mai risposto), alla petizione di Pro Vita e Famiglia con le 31 mila firme raccolte in poco tempo, ai manifesti affissi e al camion vela che ha circolato per le strade di Carpi e di Modena per chiedere di porre fine alla mostra blasfema. Non era mai successo che da tutta Italia si levasse un così forte grido di sdegno di fronte a un’operazione tanto maldestra e scandalosa.
È importante sottolineare che le affermazioni su presunti attacchi d’odio sistematici e aggressioni non corrispondono agli eventi documentati. Tali descrizioni offuscano la realtà dei fatti e ne alterano la percezione pubblica, mistificando quanto è realmente accaduto e non tenendo in alcun conto della sofferenza di tanti fedeli nel vedere offesa la Santa Vergine Maria e volgarmente oltraggiato Nostro Signore Gesù.
Con il rispetto dovuto verso Monsignor Erio Castellucci, esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per l’ideazione, la gestione e la comunicazione di questa vicenda da parte della Curia di Carpi. Ci auguriamo che questo approccio del tutto autoreferenziale e sordo al vero dialogo non sia lo stile del tanto pubblicizzato “cantiere sinodale”.

Inoltre, riguardo alle affermazioni di un’aggressione subita da Andrea Saltini, auspichiamo che le indagini delle autorità procedano con scrupolo e approfondimento, assicurando che tutti gli aspetti, anche i più minuti, siano considerati. Le associazioni cattoliche esprimono il loro interesse affinché si faccia chiarezza sull’intera vicenda, condannando qualsiasi atto di violenza, reale o presunto, e qualsiasi tentativo di manipolazione dell’opinione pubblica, da qualunque parte provenga.

Associazione culturale San Michele Arcangelo
Comitato Liberi in Veritate di Parma e Piacenza
Comitato Quanta Cura
Confederazione dei Triarii
Non Praevalebunt Fidenza
Rosario Parma (venerdì sera, ore 20:45)
Fedeli di Modena e Carpi

Quando l’arte distorce il sacro
E i pastori applaudono

La questione è sorta a partire dalla mostra “Gratia plena”, inaugurata sabato 2 marzo 2024, che espone le opere dell’artista Andrea Saltini, al Museo diocesano “Cardinale Rodolfo Pio di Savoia” presso la Chiesa di Sant’Ignazio a Carpi.
Si è parlato di arte blasfema e dissacrante, in particolare per un quadro in cui viene ritratto un uomo chinato sulle parti intime di Gesù. Il titolo del dipinto è INRI. San Longino. La Diocesi di Carpi difende l’artista a spada tratta.
Longino secondo la tradizione è il soldato romano che diede l’ultimo colpo di lancia al costato di Cristo crocifisso. In seguito si convertì, divenne uno dei primi cristiani.

Dal momento che la Curia, stizzita, ha invitato a guardare il dipinto con occhi mondi da malizia, Paolo Gulisano ha seguito alla lettera l’autorevole indicazione, osservandolo a lungo e il 7 marzo 2024 ha esposto alcune considerazioni: «Ciò che anzitutto colpisce dell’uomo ritratto, che dovrebbe rappresentare Gesù, è che non c’è alcun segno della Passione, se non i buchi dei chiodi sulle mani e sui piedi. Non un graffio su quel corpo glabro ed efebico. Non una goccia di sangue, nemmeno sul costato che pure Longino ha trapassato con una lunga e affilata lancia. Non un segno delle frustate ricevute, né della corona di spine. Il volto poi è lindo, perfino accuratamente sbarbato. Da un punto di vista medico-legale, è molto difficile stabilire la causa della morte. Forse per avvelenamento. Difficile anche confermare l’identità della vittima, che non corrisponde al cartello con la scritta INRI ritrovato accanto al cadavere.
Per quanto riguarda il sedicente Longino, quello che si può dire è che si tratta di un uomo, ritratto di spalle e chinato, che preme con la mano sinistra sotto il costato di Gesù. Il ritratto coglie l’uomo in modo che la sua testa si sovrappone alle pudenda della vittima, in un gioco di apparente pudore ma anche di ambiguità. Si tratta davvero di Longino? Non lo si può stabilire, ma non vi è alcuna certezza, e il fatto che il personaggio non indossi delle vesti da soldato romano, ma una maglia azzurra, di foggia moderna, induce ai sospetti. Non è da escludere che in realtà l’artista abbia voluto raffigurare se stesso.
Un autoritratto volutamente ambiguo. Forse una richiesta di perdono, o un tentativo di riparare al male fatto a Cristo con i propri peccati, andando a constatare la ferita arrecata. Ma anche una possibile insana attenzione di tipo necrofilo.
Giuste quindi le proteste di chi si è indignato di fronte alla strana scena, che oltretutto, con buona pace dei monsignori della Bassa Padana che hanno difeso a priori il dipinto, non ha alcun riferimento alla Scrittura, visto che Longino non aveva certo preso parte alla deposizione dalla Croce.
Si tratta quindi di un’opera quantomeno bizzarra. Sicuramente non è arte sacra, e quindi sicuramente inopportuna nel contesto in cui è stata esposta.
Un’artista è libero di dare una propria interpretazione, ma non di distorcere la realtà. In questo quadro il sedicente Gesù non è in realtà Gesù, ma una sua brutta imitazione, una parodia. Un Gesù esangue ed etereo, privato completamente della dimensione della sofferenza, della Passione salvifica. E tale è anche il sedicente Longino, figura affascinante della tradizione agiografica, qui distorta in modo equivoco.
Queste manipolazioni del Sacro purtroppo non sono una novità, ma in questo caso la triste novità è stata la difesa aprioristica e stizzita dell’accaduto da parte dell’apparato ecclesiale. Se la Chiesa non svolge il suo compito di difendere la verità e diventa assertrice dell’ambiguità, c’è davvero da preoccuparsi».

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