Personaggi

L’assegno tra le carte di Paolo Gabriele è una copia?

Tra le carte di Paolo Gabriele, il maggiordomo di Benedetto XVI è stato trovato – si legge nella sentenza di rinvio a giudizio del giudice istruttore vaticano Bonnet – un assegno bancario di 100 mila euro intestato a “Santidad Papa Benedicto XVI”, datato 26 marzo 2012, emesso dalla Universidad Católica San Antonio de Murcia. Un assegno che – aveva sottolineato l’avvocato Carlo Fusco, il legale di Gabriele – “era finito lì per sbaglio”. Un assegno che forse non dovrebbe nemmeno essere in circolazione. Almeno a giudicare dalle dichiarazioni rilasciate da José Luis Mendoza, presidente della Fondazione San Antonio, che gestisce economicamente l’università. Mendoza, in una intervista affidata al quotidiano della regione spagnola della Murcia “La verdad”, afferma che “abbiamo conferma che l’assegno è stato incassato”, e sostiene che probabilmente quella trovata dai magistrati in casa di Paolo Gabriele è “una copia”.

La rivoluzione mai avvenuta

La riduzione dei compiti della Segreteria di Stato, sempre più destinata ad essere solo una segreteria diplomatica e sempre meno una Segreteria del Papa. L’accorpamento dei dicasteri. La gestione della Chiesa affidata ad una commissione di dieci cardinali, con la funzione di comitato di gestione e coordinamento. Sono i punti principali di una proposta di riforma della Pastor Bonus – la costituzione apostolica sulla Curia Romana che definisce struttura e compiti della Curia – che sarebbe stata affidata ad Attilio Nicora già all’inizio del 2005. Sono voci non confermate. Di fatto, di questa riforma si parlava moltissimo nei primi anni in cui Tarcisio Bertone esercitava il suo compito come segretario di Stato. Quasi a voler sottolineare sarebbe dovuto essere Nicora il prescelto dal Papa, se proprio si voleva andare a pescare nella categoria dei non diplomatici.  Quella che segue è la storia di questa riforma come viene raccontata da chi dice di averla vista. È una storia che oggi non può essere confermata. Ma è utile anche per comprendere quale può essere la guerra interna che ha scatenato Vati-leaks.

 

La bella di Torriglia

La bella di Torriglia, ma natìa di Bergamo (anno 1972), figlia di un Pooh chissà quante volte arrossita di fronte alle canotte – tarre del fratello Francesco, il moderatamente pirla eroe stonato del Capitano Uncino. Quando poi Dj F. un paio d’estati dopo si sarebbe messo a cantare “sei la mia polka, polka, polka”, tutti, amici & parenti, nella sciagura avranno comunque tirato un sospiro di sollievo, per l’Alessandra. Ché il karma non avrebbe potuto riservarle niente di peggio. E infatti in un paio di stagioni il fu Dj è stato riposizionato come ‘armanizzato’ conduttore tv. Sospiro di sollievo. E tante grazie al karma.

Nel mentre, la Facchinetti sister iniziava a farsi un nome nella moda: prima da Miu Miu (leggi Prada), poi coccolata da Tom Ford in Gucci che, fuoriuscito, le avrebbe lasciato il posto di comando come stilista della maison fiorentina. Gran bella soddisfazione per Alessandra. Durata poco, certo, nemmeno un anno, rimpiazzata com’è stata alla direzione stilistica della doppia G da Frida Giannini (già agli accessori). Ma dopo una gloriosa parentesi da Moncler – merito della bergamasca se i piumini dei paninari sono tornati così dannatamente di moda -, tutti si sono accorti della Nostra, tanto che l’anno scorso è stata chiamata a raccogliere l’eredità di Valentino. Pesantissima.

E così, dopo solo tre sfilate – accolte peraltro con entusiasmo da compratori e stampa, Wintour compresa -, in queste ore Alessandra Facchinetti è stata di nuovo rimpiazzata. Con un comunicato stampa lanciato beffardamente un istante dopo l’ultimo trionfo parigino. Da oggi al suo posto siederanno tali Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli, stretti collaboratori di Valentino in person (quindi, suoi favoriti alla successione sin dalla prima ora) e già agli accessori della maison romana (come la Giannini lo era in Gucci. Karma accessoriato). In pratica, ex Prada, ex Gucci, ex Moncler e ora ex Valentino. La bella Alessandra, tutti la vogliono e nessuno se la piglia.

Monne fiorentine

O “topazze” che dir si voglia. Già, perché in quel di Firenze si vocifera che un ben noto critico (talvolta, anche d’arte) l’altra sera si sia fatto scorazzare in riva d’Arno tra un museo e l’altro (aperto appositamente per lui oltre l’orario di chiusura, of course) su di un motorino; e che invitasse di quando in quando l’autista a fermarsi per correre dietro a questa o a quella “topazza” (sic). Nel mentre, monna Frida Giannini riusciva nell’intento di trasferire in blocco a Roma l’ufficio stilistico di Gucci. Dopo che aveva inaugurato la sede di piazza della Signoria appena un paio d’anni fa con proclami inneggianti al ritorno alle radici della griffe (Guccio Gucci, Firenze 1881 – Milano 1953). Due anni per rendersi conto che Firenze non è poi così vivace e ispiratoria o almeno non lo sarebbe quanto la Capitale. Ma Milano? Londra? Più semplicemente monna Frida, (Roma, 1972), non vedeva l’ora di tornare ‘sora.

Alzati e cammina

Dai e dai, Britney Spears è risorta. La notte scorsa la Nostra, insaccata in un argenteo Versace d’annata, è salita sul palco losangelino degli MTV Awards per ritirare tre premi (best pop, best female e video of the year) grazie al singolo “Piece of me”. Un trionfo dedicato ai fan che, tra un ricovero e l’altro, l’hanno supportata (e sopportata). Sul palco di Los Angeles anche Rihanna, che giusto un anno fa si sganasciò dalla platea degli Awards di fronte all’imbolsito ritorno sulle scene della Spears. Forse per paura di fare la sua fine, la cantante di “Disturbia” e “Umbrella” ha ora dichiarato alla rivista Fabolous: “Faccio molta attivita’ fisica e spesso mangio qualcosa solo una volta al giorno. So di essere magra, ma ci tengo alla mia forma”. In particolare, l’ossessione di Rihanna sono le gambe: “Le voglio esili, come qualsiasi donna. Non mi piacciono le mie gambe e se le vedo appena più grandi comincio a non sopportarle”. E a digiunare. Pensate ancora che la Britney sia un cattivo esempio?

Dicitur! Rivelazioni

“Grazie per l’endorsement, white hair dude!”, miagola la Hilton a bordo piscina, mentre sullo schermo le immagini del “tizio rugoso” vengono alternate a quelle di Yoda di Star Wars e della mummia de I racconti della cripta; “Voglio che l’America sappia che sono totalmente pronta a guidarla”, occhieggia civettuola in un costume leopardato la Nostra sfogliando una copia del Traveller; “Ora scusatemi, devo scegliere il mio vicepresidente.. Sto pensando a Rihanna”, stiletta sul finale Paris congedandosi con la solenne intenzione di tingere di rosa la White House.

Oca pensante, dunque, l’ereditiera: con meno di due minuti di girato semi-amatoriale (no, non stiamo parlando di “One night in Paris”!), ha fatto per la campagna di Obama quanto Oprah Winfrey e il generone di Hollywood hanno fatto in mesi e mesi di estenuante propaganda elettorale.

Certo, non sposterà milioni di voti, ma that’s hot! (e sagace, Paris).

Dicitur! Sine nobilitate

Un paio di settimane fa un’amica in villeggiatura qui in Versilia non lesinava lodi nell’ammirare l’irresistibile snobismo di Forte dei Marmi e dintorni; “Serata in Capannina? Molto snob!”, sentenziava la Nostra. Al di là del fatto che no, non c’è più la Capannina di una volta – ospiti d’onore della gran festa di compleanno dello storico locale saranno niente popò di meno che Lola Ponce e Giò di Tonno, fate voi -, e che l’armata russa e il Twiga di Briatore & co. stanno irrimediabilmente incafonendo l’ambiente, Lina Sotis sul Magazine ha dato il suo caloroso benvenuto agli snob positivi. “Che gente deliziosa!”, titolava il settimanale del Corriere. Rimini o Costa Smeralda? Taxi multiplo o auto blu? O ancora, per restare al Forte, capatina – pop a Viareggio per un fish & chips in Darsena (sempre con caschmerino d’ordinanza sulle spalle, però) o serata in Capannina, focaccina da Valè o aperitivo al Costes, sagra del cavatore sulle Apuane o champagneria? Gli snob positivi sceglieranno sempre l’opzione A, e per noi impotenti testimoni della lenta deriva versiliese risulterà difficile dar loro torto. E’ a questo punto, però, che nasce il quesito: ha ragione la Sotis, e quindi questi deliziosi snob positivi sanno godersi davvero la vita più del generone ricco e / o arricchito; oppure questo rigurgito populista alto – borghese non è altro che un eccesso di snobismo più snob dello snob? Io, l’amica di cui sopra, l’ho portata sia alla sagra che in Capannina. Eccesso di delizia. E voi, cosa ne pensate?

Il ritorno del Dicitur

Ritorna korazym, ritorna il Dicitur. Ancora una volta spazio alle futilità dal mondo, alle ultime news dello showbiz e a tutte quelle dilettevoli futilità che ci girano intorno, ma da oggi con una novità: anche voi potrete commentare e rumoreggiare con noi. Intanto mettiamoci in pari: che sarà successo nell’ultimo mese a Britney & co.?

151.11.48.50