Monne fiorentine

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O “topazze” che dir si voglia. Già, perché in quel di Firenze si vocifera che un ben noto critico (talvolta, anche d’arte) l’altra sera si sia fatto scorazzare in riva d’Arno tra un museo e l’altro (aperto appositamente per lui oltre l’orario di chiusura, of course) su di un motorino; e che invitasse di quando in quando l’autista a fermarsi per correre dietro a questa o a quella “topazza” (sic). Nel mentre, monna Frida Giannini riusciva nell’intento di trasferire in blocco a Roma l’ufficio stilistico di Gucci. Dopo che aveva inaugurato la sede di piazza della Signoria appena un paio d’anni fa con proclami inneggianti al ritorno alle radici della griffe (Guccio Gucci, Firenze 1881 – Milano 1953). Due anni per rendersi conto che Firenze non è poi così vivace e ispiratoria o almeno non lo sarebbe quanto la Capitale. Ma Milano? Londra? Più semplicemente monna Frida, (Roma, 1972), non vedeva l’ora di tornare ‘sora.O “topazze” che dir si voglia. Già, perché in quel di Firenze si vocifera che un ben noto critico (talvolta, anche d’arte) l’altra sera si sia fatto scorazzare in riva d’Arno tra un museo e l’altro (aperto appositamente per lui oltre l’orario di chiusura, of course) su di un motorino; e che invitasse di quando in quando l’autista a fermarsi per correre dietro a questa o a quella “topazza” (sic). Nel mentre, monna Frida Giannini riusciva nell’intento di trasferire in blocco a Roma l’ufficio stilistico di Gucci. Dopo che aveva inaugurato la sede di piazza della Signoria appena un paio d’anni fa con proclami inneggianti al ritorno alle radici della griffe (Guccio Gucci, Firenze 1881 – Milano 1953). Due anni per rendersi conto che Firenze non è poi così vivace e ispiratoria o almeno non lo sarebbe quanto la Capitale. Ma Milano? Londra? Più semplicemente monna Frida, (Roma, 1972), non vedeva l’ora di tornare ‘sora.

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