Piccolo schermo

Su Rai1 un film su padre Matteo Ricci

Un viaggio attraverso i luoghi, gli oggetti, gli uomini che hanno segnato la vita di Padre Matteo Ricci, la personalità attraverso cui per la prima volta la cultura occidentale è entrata in stretto contatto con quella orientale: è quello che il giornalista del TG1, Duilio Giammaria, ripercorre nel documentario ‘Nel cuore della Cina. Matteo Ricci’, una produzione Rai in collaborazione con Regione Marche, Ministero degli Affari Esteri e Ministero dello Sviluppo Economico, che è trasmesso lunedì 13 agosto alle ore 23.00, da Rai1 e dal network cinese CCTV Documentary. Il documentario era stato presentato in anteprima al Palazzo delle Esposizioni di Roma alla presenza del presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, del ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi, dell’ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia, Ding Wei, del sottosegretario allo Sviluppo economico, Massimo Vari, del giornalista, Duilio Giammaria, dell’amministratore delegato di Raiworld, Claudio Cappon.

I 30 anni del Pontificio Consiglio della cultura in tv

“La sintesi tra fede e cultura non è solo un’esigenza della cultura ma anche della fede. Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta”. Sono parole di Giovanni Paolo II scritte il 20 maggio del 1982 in occasione della fondazione  del Pontificio Consiglio della Cultura, l’organo del vaticano che promuove, accoglie ed elabora le grandi istanze culturali della nostra epoca. Il Dicastero vaticano compie trent’anni, una data che Dixit Fatti celebra con un documentario  di Antonia Pillosio che ripercorre, tappa dopo tappa, il lungo cammino della sua storia. Ne parlano due testimoni particolari il Cardinale Paul Poupard e il Cardinale Gianfranco Ravasi. Una storia con radici lontane.  Già nel capitolo Gaudium e Spes del Concilio Vaticano II la cultura emergeva come tema centrale delle preoccupazioni e delle priorità della Chiesa. Dice il Cardinale Ravasi, da cinque anni alla guida del Pontificio Consiglio : “ L’orizzonte in cui ci muoviamo  possiede infinite traiettorie. Di sua natura i dicasteri vaticani sono internazionali .

Ma che famiglia racconta la TV?

In questi giorni si è conclusa la fiction televisiva “Una grande famiglia”, una produzione messa in onda dalla Rai che ha catturato l’attenzione di 7 milioni di telespettatori. Un successo forse inaspettato, dovuto probabilmente ad una sceneggiatura avvincente e ad un cast ricco di attori famosi. Una fiction carica di suspance ma anche di molte contraddizioni. In una sorta di “Dallas” all’italiana (la soap opera che per 14 anni raccontò gli amori e le infedeltà di una potente e ricca famiglia americana) i personaggi interpretati nella storia di “Una grande famiglia” provano a rispondere – ciascuno a modo proprio e con scelte non sempre efficaci – alle domande di verità poste dalla vita. “Un romanzo familiare contemporaneo, – recita la nota descrittiva circa i contenuti principali proposti nella fiction – una saga che, con i toni della commedia romantica, del dramma e del mistery, affronta grandi temi e pone quesiti importanti: che cosa è una famiglia? Su quali regole, tradizioni, sentimenti, patti espressi e inespressi si fonda?”.

Un gigante. A un anno dalla beatificazione, esordio della Rai e del CTV nel 3D per l’omaggio a Giovanni Paolo II

Nel video, che andrà in onda sulla rete principale della Rai nel corso dello Speciale TG1 del 1° aprile, vigilia del settimo anniversario della scomparsa del pontefice polacco (e contemporaneamente in 3D su Rai HD al canale 501 del digitale terrestre e al 101 del satellitare tivùsat), per la prima volta si mescolano le immagini più significative in 2D della vita di papa Wojtyla con quelle riprese a Roma, in Vaticano e a Cracovia attraverso la nuova tecnologia stereoscopica in 3D. Nei circa 22 minuti del del docu-film, prodotto dalla Direzione Strategie Tecnologiche e dal Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica della Rai, in collaborazione con il Centro Televisivo Vaticano, scorrono le fasi salienti del pontificato wojtyliano, dal “Non abbiate paura!” del 22 ottobre 1978 fino alle immagini della beatificazione. “E’ da quest’ultimo evento – spiega Italo Moscati – che il film ha preso lo spunto, ma per andare oltre: raccontare, sullo sfondo della Piazza e della Basilica di San Pietro, i momenti essenziali di quel 1° maggio ed evocare la vita e il papato di Giovanni Paolo II attraverso la sua voce, dalla giovinezza alle ultime parole, in una sintesi rigorosa e coinvolgente”.

Ed ecco che come in caleidoscopio sorprendente, passato e presente si fondono insieme. Si parte da Roma, da quelle ore di attesa vissuta dal “popolo di GP2” al Circo Massimo nella veglia serale e al primo chiarore di Piazza San Pietro, aspettando l’apertura dei varchi e sciamando piano piano nella grande cattedrale a cielo aperto del Bernini. La fede, l’allegria, l’entusiasmo, la preghiera. E l’emozione, quando dalla loggia della Basilica viene svelato il ritratto sorridente del nuovo Beato, appena proclamato tale dal suo successore. Il tutto amplificato dalla tecnica del 3D, che consente di vedere il racconto televisivo in una dimensione coinvolgente e penetrante. Le immagini si alternano con altre in 2D, più tradizionali, in cui ritornano le parti essenziali del magistero di Papa Woityla: il suo peregrinare per il mondo, le Giornate mondiali della Gioventù e il contatto con i giovani, le udienze in Vaticano e all’estero chino ad ascoltare le suppliche dei più poveri della terra, le visite ai malati e ai sofferenti, le richieste di perdono per le colpe dei figli della Chiesa, l’annuncio del Grande Giubileo dell’anno 2000, la tristezza delle ore del commiato.

E le sue considerazioni sulla televisione e sui media, sui loro effetti e sulle loro conseguenze, espresse in immagini dal grande ritmo narrativo. Come quelle in cui è ripreso nei suoi viaggi in aereo, in macchina, in treno e perfino su di un battello lungo un fiume solitario, assorto in meditazione con l’Assoluto. O come quelle in cui passeggia per i giardini e i terrazzi vaticani, immerso nella lettura e nella preghiera. “Questo video deve molto al lavoro di squadra – ha sottolineato ancora Moscati – è un documentario costruito come un film. Di fronte alle tecniche che abbiamo oggi, la sfida è quella di saper costruire un racconto, realizzare una storia. Come potevo muovermi allora, di fronte a un evento come la beatificazione di Papa Wojtyla? Ho lavorato su ciò che avevo a disposizione: la cronaca, la memoria, e gli strumenti per cercare quello che ancora non era stato visto o trovato. Ho incrociato tra loro la Basilica di San Pietro, sede di tanti eventi pontifici, il materiale delle Teche e la storia, personale e pubblica, del Papa. Una realizzazione semplice e suggestiva per un racconto in 3D intenso e nuovo”. Per Padre Lombardi, “la beatificazione di Giovanni Paolo II è stato il maggiore evento ecclesiale del 2011, e si è offerta in modo spontaneo come l’occasione più opportuna per una prima ripresa integrale sperimentale in 3D di un evento vaticano”, per capire in concreto che cosa vuol dire riprendere in 3D e quali sono i nuovi canoni registici e di ripresa richiesti a un evento peculiare come una Messa papale, un momento di grande coinvolgimento spirituale che si presta in modo eccezionale a sperimentare nuove forme di comunicazione. Una tecnica, il 3D, in cui il Vaticano non vuole rimanere indietro.

Si tratta, ha affermato il responsabile del CTV, di una scelta strategica, in parte obbligata, a cui bisogna partecipare nella convinzione che il “bel messaggio positivo che diamo ai nostri compagni di strada di oggi, dobbiamo ovviamente farlo per le vie attraverso cui si raggiungono le donne e gli uomini d’oggi. Altrimenti mancheremmo al nostro dovere”. Ma per la Santa Sede c’è una riflessione in più da fare ed è relativa al rapporto fra la tecnologia di comunicazione e la natura dell’evento o del contenuto che si comunica. Una riflessione che non è ovvia. “Come comunicatori di realtà di significato religioso e spirituale – ha proseguito padre Lombardi – noi dobbiamo essere molto sensibili a questa relazione, soprattutto in questo tempo di fascinazione delle nuove tecnologie, che rischiano di prevaricare sul servizio alla comunicazione di realtà più profonde”. Per questo motivo, ha concluso il direttore della Sala Stampa, il Vaticano preferisce essere prudente e non lasciarsi prendere rapidamente la mano, volendo essere sicuro di riuscire ad usare la tecnologia per far passare un messaggio non superficiale. E’ per questo motivo che finora si è preferito non affrettare i tempi di una possibile trasmissione diretta in 3D di una messa del Papa, per non correre il rischio di indulgere alla spettacolarità piuttosto che comunicare bene un evento di comunione spirituale quale è l’Eucarestia.

 

La Chiesa altrove. Su Rai Tre storie e testimonianze di uomini e donne di fede dai confini della terra

Abbiamo incontrato uomini e donne coraggiose (non solo consacrati!) che portano avanti la loro missione in situazioni di estrema difficoltà, guidati da dalla parola del Vangelo e da un profondo sentimento dell’ amore più alto. Donando se stessi fino a rischiare la vita, non solo aiutano materialmente ai più poveri della terra, ma abbiamo visto come la loro gratuita’ rappresenta l’unica speranza, l’unico fascio di luce in situazioni limite di sopravvivenza di solito buie e disperate. Sono la vera testimonianza di una scelta di vita diversa, la vera forza che alimenta e porta avanti il cristianesimo oggi. Mi sento poi di sottolineare- aggiunge la Carpio- in maniera particolare il lavoro delle tante suore che abbiamo incontrato, donne straordinarie con un ruolo di primo ordine all’interno della Chiesa.” L’autrice ha voluto compiere un viaggio alle origini del Cattolicesimo, alle radici della testimonianza cristiana, nei luoghi dove è più difficile vivere la propria fede in Gesù e nella Chiesa da lui fondata. Ha fatto un percorso nello spazio, nei luoghi meno noti, dalla Siria all’Uganda, dall’Etiopia alla Turchia al Pakistan, dove uomini e donne hanno scelto, in luoghi di frontiera, di vivere il cristianesimo in zone dove il pericolo è sempre in agguato e l’esistenza è continuamente a rischio.

Un pellegrinaggio nel tempo e nella differenza della scelta cristiana, scandita attraverso tre grandi piloni: la preghiera e il dialogo con il trascendente; la carità, il dono dell’amore fatto dai piccoli e dagli anonimi; la testimonianza, che talora può giungere alla forma estrema del martirio. Ad accompagnare i telespettatori nell’itinerario proposto dal programma, che ha come consulenti, tra gli altri, il portavoce vaticano padre Federico Lombardi e lo storico Alberto Melloni, sono tre figure notissime della galassia cattolica contemporanea: il priore della Comunità di Bose Enzo Bianchi, che racconterà le esperienze legate alla preghiera; il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che farà da guida al tema della carità; e il professor Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio e ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione del Governo Monti, nonché consulente della trasmissione, che introdurrà alcune storie drammatiche di martirio di cristiani della nostra epoca. Saranno loro a condurci negli spazi più segreti e nascosti, dove essere cristiani significa talvolta anche rischiare la propria vita. Come in Pakistan e in Turchia, dove è ancora vivo il ricordo di don Andrea Santoro e di monsignor Luigi Padovese.

Come in America Latina, dove il nome di monsignor Romero è solo quello più noto di tanti sacerdoti uccisi per la loro fede. O dove essere seguaci di Gesù vuol dire essere i “buoni samaritani” del Terzo Millennio. Come in Uganda, dove le suore comboniane donano la propria vita donandosi agli altri e i medici laici volontari del Cuamm assistono i poveri abbandonati. Uomini e donne anonimi, spesso sconosciuti al grande pubblico, testimoni esemplari di una Chiesa vicina agli insegnamenti delle origini apostoliche.

Il giornale del Papa su Rai Due

Il “singolarissimo giornale” sbarca in TV. Il 22 dicembre sera (purtroppo in un orario poco accessibile” a mezzanotte e mezzo) Rai Due – La Storia siamo noi- mette in onda “ L’Osservatore Romano il giornale del Papa” di Antonia Pillosio.Una versione più estesa sarà trasmessa il 4 gennaio, mercoledi,  alle 21.00 per Dixit-Fatti su Rai Storia.

L’Osservatore Romano , il quotidiano della Santa Sede quest’anno compie centocinquantanni, come l’Italia unita .Non e’ un caso che il quotidiano nasca per iniziativa privata con l’appoggio del Governo pontificio in un contesto difficile e decisivo per il Papato, con la consapevolezza e la volontà di difendere e sostenere le ragioni della Sede Apostolica, che sembrava essere messa in pericolo da forze ostili.

Tv: Il Piccolo Principe diventa cartone e da dicembre incanta grandi e piccini su Rai2

“Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”, si legge ne “Il Piccolo Principe”, il romanzo che Antoine de Saint Exupéry ha scritto nel 1943, e proprio sulla scia dei buoni sentimenti trasmessi allora da questo personaggio che la società di produzione francese Method Animation, assieme alla Succession Saint-Exupéry-d’Agay (garante del rispetto dell’opera e della memoria
dell’autore) ha dato vita agli aquerelli del celebre libro creando una serie animata che andrà in onda alle 8 del mattino su Rai2 dal 10 dicembre tutti i sabati e le domeniche.

L’integrazione narrata a tavola

C’è un posto migliore della tavola per discutere, conoscersi e incontrarsi, soprattutto se si è diversi per età, nazione e condizione professionale? E’ questa l’idea di fondo alla base di “Invito a cena”, il primo ducu-reality che vuole raccontare l’integrazione degli stranieri in Italia da un occhio particolare, in programma su Babel, il canale 141 di Sky, a partire da oggi domenica 6 novembre alle 21. In ogni puntata (al momento ne sono previste 8), due persone che vivono nella stessa città senza conoscersi, una di origine italiana e l’altra proveniente da un’altra nazione, si incontrano per la prima volta per condividere insieme il pasto.

Musulmani Europei

Musulmani Europei è il titolo di una inchiesta giornalistica che verrà trasmessa da Raiuno, purtroppo a tarda notte da domani. Quattro documentari realizzati in giro per l’ Europa incontrando la realtà dei tanti islamici che vivono nel nostro continente. Un confronto di civiltà per evitare lo scontro. Luca de Mata, Don Nicola Bux, Mustaphà Mansouri del Comitato per l’Islam in Italia – Ministero dell’ Interno si sono posti delle domande: “Quali e quante forze in campo perché il pensiero Musulmano accetti la convivenza, la reciprocità, il diritto che ognuno di noi ha di vivere agnostico o credente, e che tra uomo e donna ci sia assoluta parità ed uguali diritti?” Di qui parte l’inchiesta in 4 puntate da 50 minuti.

Tre donne un’unica fede

Un’intellettuale votata alla ricerca di Dio. Una veggente stigmatica del profondo Sud. Una missionaria laica tragicamente uccisa in Somalia. Chiara Lubich, Natuzza Evolo, Annalena Tonelli. Tre donne e un’unica fede, tre modi diversissimi di testimoniare l’apostolicità al femminile ai nostri giorni.

E’ dedicata a queste tre figure la puntata di “Correva l’anno” di martedì 9 agosto, in onda su Rai Tre alle 23.45. Il resoconto, firmato a due mani da Giovanni Grasso e Alessandro Varchetta, ripercorre la storie di queste tre interessanti figure religiose, che con accenti e sensibilità differenti hanno apportato il loro contributo all’esperienza spirituale della Chiesa nel ‘900.

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