Un gigante. A un anno dalla beatificazione, esordio della Rai e del CTV nel 3D per l’omaggio a Giovanni Paolo II
Nel video, che andrà in onda sulla rete principale della Rai nel corso dello Speciale TG1 del 1° aprile, vigilia del settimo anniversario della scomparsa del pontefice polacco (e contemporaneamente in 3D su Rai HD al canale 501 del digitale terrestre e al 101 del satellitare tivùsat), per la prima volta si mescolano le immagini più significative in 2D della vita di papa Wojtyla con quelle riprese a Roma, in Vaticano e a Cracovia attraverso la nuova tecnologia stereoscopica in 3D. Nei circa 22 minuti del del docu-film, prodotto dalla Direzione Strategie Tecnologiche e dal Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica della Rai, in collaborazione con il Centro Televisivo Vaticano, scorrono le fasi salienti del pontificato wojtyliano, dal “Non abbiate paura!” del 22 ottobre 1978 fino alle immagini della beatificazione. “E’ da quest’ultimo evento – spiega Italo Moscati – che il film ha preso lo spunto, ma per andare oltre: raccontare, sullo sfondo della Piazza e della Basilica di San Pietro, i momenti essenziali di quel 1° maggio ed evocare la vita e il papato di Giovanni Paolo II attraverso la sua voce, dalla giovinezza alle ultime parole, in una sintesi rigorosa e coinvolgente”.
Ed ecco che come in caleidoscopio sorprendente, passato e presente si fondono insieme. Si parte da Roma, da quelle ore di attesa vissuta dal “popolo di GP2” al Circo Massimo nella veglia serale e al primo chiarore di Piazza San Pietro, aspettando l’apertura dei varchi e sciamando piano piano nella grande cattedrale a cielo aperto del Bernini. La fede, l’allegria, l’entusiasmo, la preghiera. E l’emozione, quando dalla loggia della Basilica viene svelato il ritratto sorridente del nuovo Beato, appena proclamato tale dal suo successore. Il tutto amplificato dalla tecnica del 3D, che consente di vedere il racconto televisivo in una dimensione coinvolgente e penetrante. Le immagini si alternano con altre in 2D, più tradizionali, in cui ritornano le parti essenziali del magistero di Papa Woityla: il suo peregrinare per il mondo, le Giornate mondiali della Gioventù e il contatto con i giovani, le udienze in Vaticano e all’estero chino ad ascoltare le suppliche dei più poveri della terra, le visite ai malati e ai sofferenti, le richieste di perdono per le colpe dei figli della Chiesa, l’annuncio del Grande Giubileo dell’anno 2000, la tristezza delle ore del commiato.
E le sue considerazioni sulla televisione e sui media, sui loro effetti e sulle loro conseguenze, espresse in immagini dal grande ritmo narrativo. Come quelle in cui è ripreso nei suoi viaggi in aereo, in macchina, in treno e perfino su di un battello lungo un fiume solitario, assorto in meditazione con l’Assoluto. O come quelle in cui passeggia per i giardini e i terrazzi vaticani, immerso nella lettura e nella preghiera. “Questo video deve molto al lavoro di squadra – ha sottolineato ancora Moscati – è un documentario costruito come un film. Di fronte alle tecniche che abbiamo oggi, la sfida è quella di saper costruire un racconto, realizzare una storia. Come potevo muovermi allora, di fronte a un evento come la beatificazione di Papa Wojtyla? Ho lavorato su ciò che avevo a disposizione: la cronaca, la memoria, e gli strumenti per cercare quello che ancora non era stato visto o trovato. Ho incrociato tra loro la Basilica di San Pietro, sede di tanti eventi pontifici, il materiale delle Teche e la storia, personale e pubblica, del Papa. Una realizzazione semplice e suggestiva per un racconto in 3D intenso e nuovo”. Per Padre Lombardi, “la beatificazione di Giovanni Paolo II è stato il maggiore evento ecclesiale del 2011, e si è offerta in modo spontaneo come l’occasione più opportuna per una prima ripresa integrale sperimentale in 3D di un evento vaticano”, per capire in concreto che cosa vuol dire riprendere in 3D e quali sono i nuovi canoni registici e di ripresa richiesti a un evento peculiare come una Messa papale, un momento di grande coinvolgimento spirituale che si presta in modo eccezionale a sperimentare nuove forme di comunicazione. Una tecnica, il 3D, in cui il Vaticano non vuole rimanere indietro.
Si tratta, ha affermato il responsabile del CTV, di una scelta strategica, in parte obbligata, a cui bisogna partecipare nella convinzione che il “bel messaggio positivo che diamo ai nostri compagni di strada di oggi, dobbiamo ovviamente farlo per le vie attraverso cui si raggiungono le donne e gli uomini d’oggi. Altrimenti mancheremmo al nostro dovere”. Ma per la Santa Sede c’è una riflessione in più da fare ed è relativa al rapporto fra la tecnologia di comunicazione e la natura dell’evento o del contenuto che si comunica. Una riflessione che non è ovvia. “Come comunicatori di realtà di significato religioso e spirituale – ha proseguito padre Lombardi – noi dobbiamo essere molto sensibili a questa relazione, soprattutto in questo tempo di fascinazione delle nuove tecnologie, che rischiano di prevaricare sul servizio alla comunicazione di realtà più profonde”. Per questo motivo, ha concluso il direttore della Sala Stampa, il Vaticano preferisce essere prudente e non lasciarsi prendere rapidamente la mano, volendo essere sicuro di riuscire ad usare la tecnologia per far passare un messaggio non superficiale. E’ per questo motivo che finora si è preferito non affrettare i tempi di una possibile trasmissione diretta in 3D di una messa del Papa, per non correre il rischio di indulgere alla spettacolarità piuttosto che comunicare bene un evento di comunione spirituale quale è l’Eucarestia.