L’integrazione narrata a tavola

Condividi su...

C’è un posto migliore della tavola per discutere, conoscersi e incontrarsi, soprattutto se si è diversi per età, nazione e condizione professionale? E’ questa l’idea di fondo alla base di “Invito a cena”, il primo ducu-reality che vuole raccontare l’integrazione degli stranieri in Italia da un occhio particolare, in programma su Babel, il canale 141 di Sky, a partire da oggi domenica 6 novembre alle 21. In ogni puntata (al momento ne sono previste 8), due persone che vivono nella stessa città senza conoscersi, una di origine italiana e l’altra proveniente da un’altra nazione, si incontrano per la prima volta per condividere insieme il pasto.

Prima del desinare, vengono narrate le storie e le esperienze dei protagonisti, che si incontrano solo al momento della cena, quando la persona straniera prepara per l’italiano una pietanza tipica del suo paese illustrandone origini e tradizioni. Un viaggio attraverso le storie di integrazione, talora non prive di difficoltà, tra i nostri concittadini e i “nuovi italiani”, che si aprono con scioltezza all’occhio della telecamera. Un modo per conoscere le vicissitudini della comunità cinese a Prato (tema della prima puntata) oppure l’esperienza dei lavoratori di religione Sikh a Novellara, in Emilia Romagna. O come l’incontro, in Umbria, sul Trasimeno, tra lo chef Riccardo Ceccarelli, nostalgico del regime del ventennio, con padre Lisnardo Morales Serrano, assistente spirituale della piccola comunità colombiana di Sangemini.

“Invito a cena racconta la vita dei nostri nuovi ‘vicini’ così com’è, attraverso le loro parole messe a confronto con le nostre di italiani da sempre” – afferma il regista e autore Angelo Bozzolini, una lunga esperienza come documentarista, in proprio e in collaborazione con la Rai. “La trasmissione vuole aprire una finestra di conoscenza, non a caso sulle tavole imbandite, senza commenti né pregiudizi, per maturare una riflessione nei confronti di coloro che definiamo semplicemente ‘immigrati’, senza pensare che dietro quella parola esiste una vita, spesso difficile, e una persona, spesso coraggiosa”.

151.11.48.50