Seconda Domenica Tempo Ordinario: la vita come vocazione

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La vita dell’uomo sulla terra è un cammino; ciò che soprattutto conta è conoscere e perseguire la meta, il bersaglio: individuarlo e raggiungerlo dà vero significato ala vita. Ciò vale per ciascuno di noi come uomo e come cristiano. Anche Gesù incarnandosi ebbe assai chiara la sua vocazione: l’angelo Gabriele dirà a Maria: il bimbo che nascerà, lo chiamerai Gesù, l’Emanuele (il Dio con noi), Egli sarà il salvatore.

Il brano del Vangelo è singolare: ci presenta l’incontro di Gesù  con i suoi primi discepoli. La scena si svolge presso il fiume Giordano, dove un giorno prima Gesù fu battezzato. Giovanni era circondato dalla folla entusiasta e di alcuni suoi fedelissimi discepoli: Andrea e un altro, sicuramente Giovanni, l’autore del IV Vangelo, che ne ricorda persino l’ora. Passa Gesù e Giovanni lo addita: ‘Ecco l’agnello di Dio’.

I due discepoli, fidandosi delle parole di Giovanni, gli vanno dietro. Gesù si accorge e dice loro: ‘Chi cercate?’; i due chiedono: ‘Maestro, dove abiti?’ E Gesù: ‘Venite e vedrete’; essi lo seguono: Giovanni annoterà nel suo Vangelo: ‘Erano circa le quattro del pomeriggio’. I due erano andati non per curiosità , ma perché ogni incontro importante lascia sempre una memoria viva; un incontro con Gesù è un fatto indimenticabile. 

Quando finisce l’incontro e ritornano erano estremamente felici, la loro vita era cambiata e sentivano il bisogno di esternare la loro gioia: Andrea incontra il fratello Simone e lo rende partecipe: ‘Abbiamo trovato il messia’. I due discepoli infatti erano ormai sicuri che Gesù fosse il Messia atteso. Andrea conduce Simone da Gesù e questi, fissando lo sguardo su di lui, gli dice: ‘Tu sei Simone, il figlio di Giovanni, ti chiamerai Cefa ( roccia)’ ed aggiungerà più tardi: ‘Su questa roccia costituirò la mia Chiesa’.

Ogni chiamata di Dio è iniziativa del suo amore; è sempre Dio che prende l’iniziativa: così Dio chiama alla vita, alla fede, ad uno stato particolare di vita. La prima chiamata è alla vita con la quale ci costituisce come persone (soggetti capaci di intendere e di volere). Dio chiama alla fede, a far parte della sua famiglia come figli di Dio con il Battesimo. Dio chiama ad uno stato particolare di vita: a donare se stessi con amore nel matrimonio o nel sacerdozio ministeriale o nella vita consacrata; così vale per la professione.

Sono modi diversi di realizzare il progetto divino: così fu per Maria, per Samuele, per Abramo, Mosè, per ricordare alcuni nomi biblici. I due discepoli seguono Gesù, lasciano la loro sicurezza  di ieri per il futuro aperto da Gesù; i due accettano il rischio e si avventurano con fiducia. Quando  il cuore è colmo di gioia per avere individuato le strada, il bersaglio, si superano tutte le difficoltà: andarono e divennero apostoli di Gesù.

La vita è un ‘andare’, un aprirsi alle istanze del maestro divino. Oggi, come ieri, essere discepoli di Cristo  comporta essenzialmente due cose: ‘imitare Cristo’, cioè seguire il suo insegnamento, imparare da Lui a fare la volontà del Padre; ‘testimoniare Cristo’ a voce alta e forte  dire al mondo che Egli è il salvatore.

Chi crede è chiamato ad essere apostolo con la parola e la testimonianza delle opere. Il cristianesimo fu diffuso nel mondo dai primi cristiani che si convertirono nella Pentecoste: erano romani, greci, arabi oltre che il popolo ebreo. Da chi andremo, diceva l’apostolo Pietro: ‘Signore, tu hai parole di vita eterna’.

E’ certo un lavoro difficile, ma Gesù nell’Eucaristia ci ripete: ‘Siete stanchi, affaticati? Venite a me ed io vi ristorerò’. La Vergine Maria, madre di Gesù e nostra, ci aiuti a fare della nostra vita un canto di lode a Dio, come risposta gioiosa alla volontà del Padre. Per tutti sia veramente un felice anno nel nome del Signore.

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