Papa Francesco: il presepe aiuta a capire il cristianesimo

Condividi su...

Dopo aver ricevuto i presepisti della ‘Valle del Presepe’ oggi papa Francesco ha accolto i figuranti del presepe vivente della basilica di santa Maria Maggiore, che custodisce la culla di Gesù, coinvolti in questa ‘avventura’ da mons. Makrickas:

“La Basilica di Santa Maria Maggiore custodisce la reliquia della culla di Gesù, e dunque ha un legame tutto particolare con Betlemme e con il presepe. Infatti conserva anche il gruppo scultoreo di Arnolfo di Cambio, voluto dal papa Niccolò IV, considerato il primo presepe della storia dell’arte. Per questo voglio condividere con voi due pensieri soltanto, perché vi accompagnino durante la giornata”.

Il primo pensiero è stato per san Francesco, che ha voluto rappresentare per primo la nascita di Gesù: “Il presepe vivente, lo sappiamo, lo ha inventato lui, a Greccio, proprio 800 anni fa. Ma è importante ricordare il perché di quella sua invenzione, capirne il senso, per non ridurla solo a un fatto folcloristico.

Francesco voleva rappresentare dal vivo la nascita di Gesù per suscitare nei frati e nella gente la commozione, la tenerezza di fronte al mistero di Dio nato da Maria in una stalla e deposto in una mangiatoia.

Voleva dare concretezza alla rappresentazione: non un dipinto, non delle statue, ma persone in carne e ossa, perché risaltasse la realtà dell’Incarnazione. Dunque, il primo pensiero che vi lascio è questo: lo scopo del presepe vivente è risvegliare nel cuore lo stupore di fronte al mistero di Dio fattosi bambino”.

Il secondo pensiero va ai cristiani della Terra Santa con l’invito a non abbandonarli nella sofferenza: “E naturalmente si estende a tutti gli abitanti della Terra dove Gesù è nato, è vissuto, è morto e risorto. Sappiamo qual è la situazione, a causa della guerra, conseguenza di un conflitto che dura da decenni. Allora la vostra rappresentazione deve essere vissuta in solidarietà con questi fratelli e sorelle che soffrono tanto.

Per loro si preannuncia un Natale di dolore, di lutto, senza pellegrini, senza celebrazioni. Non vogliamo lasciarli soli. Siamo loro vicini con la preghiera, con l’aiuto concreto e anche con il vostro Presepe Vivente, che ricorda a tutti come la sofferenza di Betlemme sia una ferita aperta per il Medio Oriente e per il mondo intero. Questo Natale pensiamo, pensiamo alla Terra Santa”.

Inoltre ha inviato una lettera all’Inviato Speciale per la celebrazione del ‘doppio giubileo’ della diocesi di Augsburg in onore del Patrono Sant’Ulrico, nel 1050° della morte e nel 1100° dell’ordinazione episcopale: “La Chiesa è solita mostrare grande gratitudine verso tutti i Santi, e specialmente verso coloro che hanno prestato i loro compiti apostolici con coraggio e vigore, o che hanno servito le comunità diocesane come antistiti.

Tra questi va annoverato senza dubbio sant’Udalrico, che fu prima membro del Monastero di San Gallo, poi Vescovo dell’illustre comunità ecclesiastica augustana dei Vindelica. Nato da una famiglia nobile, anche il lavoro della sua vita fu più nobile e, infine, i più nobili esempi di autocontrollo, generosità e vigilanza, che continuano ancora oggi”.

E’ un invito a non disperdere la tradizione: “Preghiamo infine Dio Onnipotente affinché compiate diligentemente il compito che vi è stato affidato, affinché i Pastori e i fedeli siano arricchiti dal Signore di molteplici grazie. Concilia la celeste verità dei doni e sii l’annuncio della benedizione, che volentieri impartiamo a te, Nostro Venerabile Fratello, nel Signore, e che desideriamo estendere a tutti i convenuti e devoti di sant’Udelrico”.

(Foto: Santa Sede)

Free Webcam Girls
151.11.48.50