Da papa Francesco un invito a testimoniare il Vangelo

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Anche oggi, al termine dell’udienza generale, papa Francesco ha rinnovato l’appello di pace per Israele, Palestina e Ucraina, invitando i fedeli a pregare per essa ed a chiedere di liberare i prigionieri e di concedere, allo stesso tempo, un corridoio umanitario:

“Rinnovo il mio appello per un immediato cessate-il-fuoco umanitario; si soffre tanto, lì.  Incoraggio tutte le parti coinvolte a riprendere i negoziati e chiedo a tutti di assumersi l’urgente impegno di far arrivare gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, che è allo stremo e ne ha veramente bisogno.

Si liberino subito tutti gli ostaggi, che avevano visto una speranza nella tregua di qualche giorno fa. Che questa grande sofferenza per gli israeliani e per i palestinesi finisca. Per favore: no alle armi, sì alla pace”. Richiesta ripetuta anche nel saluto ai giovani: “E non dimentichiamo di chiedere il dono della pace per le popolazioni che soffrono a causa della guerra, specialmente per la martoriata Ucraina”.

Intanto nell’udienza generale in aula san Paolo VI il papa ha concluso le catechesi su ‘La passione per l’evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente’, incentrando l’ultima meditazione sul tema ‘Effatà, apriti Chiesa!’:

“E abbiamo sentito il prodigio di Gesù. L’evangelista Marco si dilunga a descrivere dov’è accaduto: ‘Verso il mare di Galilea …’. Che cosa accomuna questi territori? L’essere prevalentemente abitati da pagani. Non erano territori abitati da ebrei, ma prevalentemente dai pagani.

I discepoli sono usciti con Gesù, che è capace di aprire le orecchie e la bocca, cioè il fenomeno del mutismo della sordità, che nella Bibbia è anche metaforico e designa la chiusura ai richiami di Dio. C’è una sordità fisica, ma nella Bibbia quello che è sordo alla parola di Dio è muto, che non comunica la Parola di Dio”.

Ed ha sottolineato l’apertura di Gesù verso l’altro: “E’ indicativo anche un altro segnale: il Vangelo riporta la parola decisiva di Gesù in aramaico, effatà, che significa ‘apriti’, che si aprano le orecchie, che si apra la lingua ed è un invito rivolto non tanto al sordomuto, che non poteva sentirlo, ma proprio ai discepoli di allora e di ogni tempo”.

E’ la stessa parola usata nel sacramento del Battesimo, che apre alla fede: “Anche noi, che abbiamo ricevuto l’effatà dello Spirito nel Battesimo, siamo chiamati ad aprirci. ‘Apriti’, dice Gesù a ogni credente e alla sua Chiesa: apriti perché il messaggio del Vangelo ha bisogno di te per essere testimoniato e annunciato!

E questo ci fa pensare anche all’atteggiamento di un cristiano: il cristiano deve essere aperto alla Parola di Dio e al servizio degli altri. I cristiani chiusi finiscono male, sempre, perché non sono cristiani, sono ideologi, ideologi della chiusura. Un cristiano deve essere aperto all’annuncio della Parola, all’accoglienza dei fratelli e delle sorelle”.

E sollecitati da questa parola aramaica i cristiani sono chiamati ad annunciare con la testimonianza il Vangelo: “E chiediamo la grazia, come Chiesa, di saper attuare una conversione pastorale e missionaria. Il Signore sulle rive del Mare di Galilea domandò a Pietro se lo amasse e poi gli chiese di pascere le sue pecore.

Anche noi interroghiamoci, ognuno di noi faccia questa domanda a sé stesso, interroghiamoci: amo davvero il Signore, al punto da volerlo annunciare? Voglio diventare suo testimone o mi accontento di essere suo discepolo?

Prendo a cuore le persone che incontro, le porto a Gesù nella preghiera? Desidero fare qualcosa perché la gioia del Vangelo, che ha trasformato la mia vita, renda più bella la vita loro? Pensiamo questo, pensiamo queste domande e andiamo avanti con la nostra testimonianza”.

Mentre nell’intervista alla giornalista messicana Valentina Alazraki per l’emittente televisiva N+ papa Francesco ha parlato di molti temi, tra cui i funerali papali e la sua sepoltura: “E come ho sempre promesso alla Vergine. Il posto è già pronto. Voglio essere sepolto a Santa Maria Maggiore. Sì, perché è la mia grande devozione. La mia grande devozione. E prima, quando venivo qui, ci andavo sempre la domenica mattina quando ero a Roma, ci andavo per un pò. Sì, c’è un legame molto forte”.

Ed ha accennato anche al rapporto con papa Benedetto XVI: “Il mio rapporto con papa Benedetto era molto stretto. A volte andavo a consultarlo. E lui, con grande saggezza, mi diceva quello che pensava, ma diceva… vedi tu, lasciava tutto nelle mie mani.

Mi ha sempre aiutato. Era molto generoso in questo… Un grande uomo, Benedetto era un grande uomo, un uomo umile, umile, semplice che quando si è reso conto ha avuto il coraggio di dire basta. Ammiro quest’uomo”.

(Foto: Santa Sede)

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