Papa Francesco: l’evangelizzazione è ‘animata’ dallo Spirito Santo

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“Non dimentichiamo di pregare per chi soffre per il dramma della guerra, in particolare per Ucraina, Palestina e Israele. La guerra è sempre una sconfitta, tutti perdono. Ci guadagna solo chi fabbrica armi”: ancora una volta papa Francesco ha chiesto di pregare per la pace al termine dell’udienza generale per la catechesi sull’evangelizzazione, delegando la lettura ad un collaboratore per motivi di salute in via di miglioramento. In questa catechesi ha sottolineato che l’evangelizzazione avviene con l’aiuto dello Spirito Santo:

“Nelle scorse catechesi abbiamo visto che l’annuncio del Vangelo è gioia, è per tutti e va rivolto all’oggi. Scopriamo ora un’ultima caratteristica essenziale: occorre che l’annuncio avvenga nello Spirito Santo. Infatti, per “comunicare Dio” non bastano la gioiosa credibilità della testimonianza, l’universalità dell’annuncio e l’attualità del messaggio. Senza lo Spirito Santo ogni zelo è vano e falsamente apostolico: sarebbe solo nostro e non porterebbe frutto”.

Ha ribadito, ripetendo ciò che aveva scritto nell’esortazione apostolica ‘Evangelii Gaudium’, che il protagonista è lo Spirito Santo: “In Evangelii gaudium ho ricordato che ‘Gesù è il primo e più grande evangelizzatore’; che ‘in qualunque forma di evangelizzazione il primato è sempre di Dio’, il quale ‘ha voluto chiamarci a collaborare con lui e stimolarci con la forza del suo Spirito’.

Ecco il primato dello Spirito Santo!.. Lo Spirito è il protagonista, precede sempre i missionari e fa germogliare i frutti. Questa consapevolezza ci consola tanto! E ci aiuta a precisarne un’altra, altrettanto decisiva: cioè che nel suo zelo apostolico la Chiesa non annuncia sé stessa, ma una grazia, un dono, e lo Spirito Santo è proprio il Dono di Dio, come disse Gesù alla donna samaritana”.

Per il papa il ‘primato dello Spirito’ non invita al disimpegno: “Il primato dello Spirito non deve però indurci all’indolenza. La fiducia non giustifica il disimpegno. La vitalità del seme che cresce da sé non autorizza i contadini all’incuria del campo…

Il Signore non ci ha lasciato delle dispense di teologia o un manuale di pastorale da applicare, ma lo Spirito Santo che suscita la missione. E l’intraprendenza coraggiosa che lo Spirito infonde ci porta a imitarne lo stile, che sempre ha due caratteristiche: la creatività e la semplicità”.

Lo Spirito Santo invoglia alla creatività: “Creatività, per annunciare Gesù con gioia, a tutti e nell’oggi. In questa nostra epoca, che non aiuta ad avere uno sguardo religioso sulla vita e in cui l’annuncio è diventato in vari luoghi più difficile, faticoso, apparentemente infruttuoso, può nascere la tentazione di desistere dal servizio pastorale.

Magari ci si rifugia in zone di sicurezza, come la ripetizione abitudinaria di cose che si fanno sempre, oppure nei richiami allettanti di una spiritualità intimista, o ancora in un malinteso senso della centralità della liturgia”.

Ed ha messo in guardia di non cedere alle tentazioni: “Sono tentazioni che si travestono da fedeltà alla tradizione, ma spesso, più che risposte allo Spirito, sono reazioni alle insoddisfazioni personali. Invece la creatività pastorale, l’essere audaci nello Spirito, ardenti del suo fuoco missionario, è prova di fedeltà a Lui”.

E’ lo Spirito Santo che chiede la semplicità del ‘primo annuncio’: “Creatività, dunque; e poi semplicità, proprio perché lo Spirito ci porta alla fonte, al ‘primo annuncio’… Fratelli e sorelle, lasciamoci avvincere dallo Spirito e invochiamolo ogni giorno: sia Lui il principio del nostro essere e del nostro operare; sia all’inizio di ogni attività, incontro, riunione e annuncio.

Egli vivifica e ringiovanisce la Chiesa: con Lui non dobbiamo temere, perché Egli, che è l’armonia, tiene sempre insieme creatività e semplicità, suscita la comunione e invia in missione, apre alla diversità e riconduce all’unità. Egli è la nostra forza, il respiro del nostro annuncio, la fonte dello zelo apostolico”.

Mentre al termine dell’udienza generale il papa ha salutato il Premio Nobel per la Pace 2021 Maria Ressa (Filippine), il Premio Nobel per la Fisica 2021 Giorgio Parisi (Italia), e il Premio Nobel per la Pace 2011 Tawakkul Karman (Yemen), che hanno consegnato al papa la ‘Dichiarazione sulla fraternità umana’, anche a nome degli oltre 30 Premi Nobel e organizzazioni internazionali che hanno redatto e sottoscritto il documento nello scorso giugno, durante il Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana #notalone.

Mentre prima dell’Udienza generale Roselyne Hamel, sorella di padre Jacques, il prete sgozzato nel 2016 a 85 anni in Francia nella parrocchia di Saint-Etienne-du-Rouvray, nella diocesi di Rouen, da due giovani terroristi di origini maghrebine, è stata ricevuta da papa Francesco, consegnandogli un’omelia ed un’immagine del fratello con uno sfondo chiaro che mettono in risalto il volto di quest’uomo, considerato da tutti un santo in vita, in certi tratti somigliante al Curato d’Ars, san Giovanni Maria Vianney.

(Foto: Santa Sede)

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