Papa Francesco: comunicare nella ‘geografia umana’

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La comunicazione ha anche il compito di ‘formare uomini capaci di relazioni sane’, di costruire ponti e non muri e di ricordare sempre che dietro gli scoop ci sono sempre delle persone: sono alcune indicazioni che papa Francesco ha dato oggi alle delegazioni della Federazione Italiana Settimanali Cattolici (FISC), dell’Unione Stampa Periodica Italiana (USPI), dell’Associazione ‘Corallo’ e dell’Associazione ‘Aiart – Cittadini mediali’, ricevute in udienza.

Ha ricordato che il compito di queste tre associazioni è quello di costruire ‘ponti’ nella ‘geografia umana’: “Il vostro radicamento capillare testimonia il desiderio di raggiungere le persone con attenzione e vicinanza, con umanità. Anzi, direi che ben rappresentate quella ‘geografia umana’ che anima il territorio italiano.

La comunicazione, d’altronde, è questo: mettere in comune, tessere trame di comunione, creare ponti senza alzare muri. Negli ultimi anni diverse innovazioni hanno interessato il vostro settore e per questo è necessario rinnovare sempre l’impegno per la promozione della dignità delle persone, per la giustizia e la verità, per la legalità e la corresponsabilità educativa”.

Ed in mezzo alle ‘autostrade’ il papa ha tracciato tre sentieri, di cui il primo riguarda la formazione: “La formazione è la strada per connettere le generazioni, per favorire il dialogo tra giovani e anziani, quell’alleanza intergenerazionale che, oggi più che mai, è fondamentale. Ma come educare, in particolare le giovani generazioni immerse in un contesto sempre più digitale?…

La prudenza e la semplicità sono due ingredienti educativi basilari per orientarsi nella complessità di oggi, specialmente del web, dov’è necessario non essere ingenui (non essere ingenui) ed, allo stesso tempo, non cedere alla tentazione di seminare rabbia e odio”.

Questi due ‘ingredienti’ aiutano a promuovere una ‘ecologia della comunicazione’: “I settimanali cattolici portano questo sguardo sapiente nelle case della gente: non danno solo la notizia del momento, che si brucia facilmente, ma veicolano una visione umana, una visione cristiana volta a formare le menti e i cuori, perché non si lascino deformare dalle parole urlate o da cronache che, passando con curiosità morbosa dal nero al rosa, trascurano la limpidità del bianco. Pertanto vi incoraggio a promuovere una ‘ecologia della comunicazione’ nei territori, nelle scuole, nelle famiglie, tra di voi.

Voi avete la vocazione di ricordare, con uno stile semplice e comprensibile, che, al di là delle notizie e degli scoop, ci sono sempre dei sentimenti, delle storie, delle persone in carne e ossa da rispettare come se fossero i propri parenti.

E vediamo dalle tristissime cronache di questi giorni, dalle terribili notizie di violenza contro le donne, quanto sia urgente educare al rispetto e alla cura: formare uomini capaci di relazioni sane. Comunicare è formare l’uomo. Comunicare è formare la società. Non abbandonate il sentiero della formazione: sarà esso a portarvi lontano!”

Quindi l’altro sentiero riguarda la tutela: “Per questo è fondamentale promuovere strumenti che proteggano tutti, soprattutto le fasce più deboli, i minori, gli anziani e le persone con disabilità, e li proteggano dall’invadenza del digitale e dalle seduzioni di una comunicazione provocatoria e polemica.

Le vostre realtà, impegnate in questo settore, possono far crescere una cittadinanza mediale tutelata, possono sostenere presidi di libertà informativa e promuovere la coscienza civica, perché siano riconosciuti diritti e doveri anche in questo campo. E’ una questione di democrazia comunicativa”.

Ed infine la testimonianza, che parte dalla fedeltà al Vangelo: “La testimonianza è profezia, è creatività, che libera e spinge a rimboccarsi le maniche, a uscire dalle proprie zone di tranquillità per rischiare. Sì, la fedeltà al Vangelo postula la capacità di rischiare nel bene. E di andare controcorrente: di parlare di fraternità in un mondo individualista; di pace in un mondo in guerra; di attenzione ai poveri in un mondo insofferente e indifferente”.

In precedenza, incontrando i membri della fraternità di Romena, aveva parlato di bellezza, che è la base della comunicazione: “Da tanti anni ormai rappresentate uno spazio di bellezza, di semplicità e di ascolto, che aiuta tanti viandanti e pellegrini bisognosi di fare una sosta, di rientrare in sé stessi, di condividere le domande e le angosce che si portano nel cuore…

Oggi la Comunità che avete sognato e che lo Spirito Santo vi ha aiutato a realizzare si presenta come un luogo di incontro e di fraternità, nel quale chi è affaticato e oppresso può rigenerarsi, può respirare la bellezza della natura e il fascino del silenzio, può dare forma alla ricerca di Dio e ritrovare la via per riprendere il cammino”.

Ricordando p. Giovanni Vannucci ha sottolineato che Romena nasce come luogo di accoglienza: “Romena nasce con questo spirito, come un luogo dove chiunque può sentirsi a casa; ciascuno può arrivare con ciò che lo opprime, col desiderio di riposare nel corpo e nello spirito e di respirare il profumo del Vangelo.

Il cuore della Buona Notizia, infatti, è proprio questo: l’amore gratuito di Dio, che non pone condizioni e non impone pesi sulle spalle, ma semplicemente ci accoglie e ci ama gratuitamente; così è Dio: Lui accoglie tutti e ci ama”.

Accoglienza che deriva dalla cura: “Questa è una vocazione propria di Romena. La pieve infatti fu costruita in un tempo di carestia e di crisi, per essere una piccola luce nell’oscurità di quel momento storico. E Romena ci ricorda questo: essere cristiani significa prendersi cura di chi è ferito e di chi è nel dolore, per accendere piccole luci laddove sembra essere tutto perduto. Grazie, grazie per questo vostro servizio”.

E si tramuta in ‘fraternità’: “Nella semplicità del lavoro, anche del lavoro contadino, nella contemplazione del creato, nella sobrietà evangelica, voi offrite a chiunque passa da Romena uno spazio di fraternità, dove coltivare la bellezza dello stare insieme (la fraternità è questo: la bellezza di stare insieme) e scoprire nel volto di ognuno un fratello da amare…

E vorrei dirvi che questa è anche la profezia di Romena: portare avanti il sogno di un mondo fraterno e solidale; essere seminatori di pace e di amicizia sociale”.

(Foto: Santa Sede)

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