Papa Francesco: testimoniare Dio è missione

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E’ iniziato il mese di ottobre, che è dedicato alle missioni, ed oggi papa Francesco ha incontrato i partecipanti a due Congregazioni missionarie, che stanno svolgendo a Rima i capitoli generali, offrendo alcune linee guida come ai missionari ed alle missionarie dei Sacri Cuori, congregazione fondata a Issudun nel 1854 da p. Jules Chevalier, che negli anni si sono aggregate le Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore e delle Suore Missionarie del Sacro Cuore, a cui partecipano anche gli associati laici, detti Laici della Famiglia Chevalier:

“Egli vi ha pensati fin dall’inizio come missionari, impegnati a far conoscere l’amore di Dio nel mondo per ottenere dagli uomini una risposta d’amore. Ed è bello, in quest’ottica, che abbiate scelto di farvi guidare, nel cammino del Capitolo, dalla pericope evangelica di Emmaus. Possiamo ricavarne tre atteggiamenti fondamentali, per riflettere sulla vostra identità carismatica e sul vostro impegno missionario: conoscere il Cuore di Gesù attraverso il Vangelo; approfondirne il messaggio nella condivisione fraterna; annunciarlo a tutti nella gioia della missione”.

Il papa ha sottolineato l’importanza di conoscere il cuore di Gesù: “E’ lì, infatti, che Egli ancora oggi continua a farsi nostro compagno di viaggio. P. Chevalier amava definire il Vangelo come libro del ‘Sacro Cuore’, mentre invitava tutti a contemplarvi la carità con cui il Salvatore si è lasciato toccare da ogni povertà, felice di riversare la tenerezza e la compassione del suo Cuore sui piccoli e sui poveri, sui sofferenti, sui peccatori e su tutte le miserie dell’umanità”.

La ‘compassione di Gesù è stata sperimentata dai discepoli di Emmaus: “Il Risorto, che si fa riconoscere nello spezzare il Pane, è Colui che ha vinto la morte donando la vita, che ha mostrato agli uomini l’amore del Padre amandoli senza misura con il suo Cuore divino e umano e che per questo sa dire parole che fanno ardere il petto! Così si conosce il Cuore di Gesù:

contemplando nel Vangelo la sua immensa misericordia, come Maria, che voi venerate col titolo di ‘Nostra Signora del Sacro Cuore’ e che sa mostrarci il Cuore di suo Figlio proprio perché ‘serbava queste cose meditandole nel suo’. Questo dunque il primo invito: conoscere il Cuore di Gesù meditando il Vangelo. E su questo, non abbiate paura del silenzio, non abbiate paura!”

Il secondo invito è nell’approfondimento della Parola di Dio: “E’ un invito anche per noi a farci dono l’un l’altro della meraviglia che nasce nel cuore quando si incontra il Signore… Anche nella vita di p. Chevalier condividere è stato importante.

In seminario ha trasmesso il suo fervore e i suoi sogni ad alcuni compagni sensibili, che con un gioco di parole definiva i cavalieri (chevaliers) del Sacro Cuore… Perciò, nei lavori di questo Capitolo, come nel discernimento ordinario delle vostre comunità, invito anche voi a mettere sempre alla base di tutto e prima di tutto la condivisione fraterna del vostro incontro con Cristo, nella Parola, nei Sacramenti e nella vita”.

L’ultimo consiglio riguarda la missione: “I discepoli di Emmaus partono senza indugio, tornano a Gerusalemme e raccontano quello che è accaduto… Di fronte ad esse, non temete di lasciarvi coinvolgere dalla compassione del Cuore di Cristo; come diceva il vostro Fondatore, consentitegli di amare attraverso di voi e di manifestare la sua misericordia attraverso la vostra bontà.

E fatelo con coraggio, come ha fatto lui (ad esempio quando, pur con forze limitate, accettò la missione in Melanesia e Micronesia), permettendo alla tenerezza irresistibile del Sacro Cuore di modellare, modificare e anche sconvolgere, se necessario, i vostri piani e progetti. Per favore, non abbiate paura della tenerezza!”

Precedentemente il papa aveva ricevuto le partecipanti al XII Capitolo Generale delle Piccole Sorelle di Gesù, fondate da Charles de Foucauld, con l’invito di non smettere di cercare Dio: “E’ bello coltivarne l’ascolto stando ai suoi piedi in adorazione, come faceva frère Charles, che non conosceva niente di più dolce delle ore passate davanti al Tabernacolo, dicendo che ‘più si beve di questa dolcezza e più se ne ha sete’. Così i cuori si aprono alle vie di Dio, che non fa violenza alle persone, ma ispira pensieri e sentimenti creativi di adesione, di disponibilità e di servizio”.

La ricerca di Dio permette la testimonianza del Vangelo: “Occuparsi delle altre e degli altri, dare a chi ha bisogno senza aspettare che chieda: ecco i segni dell’amore per lo Sposo, tratti caratteristici della vostra vicinanza premurosa agli ultimi, nei quali Egli è presente.

Una vicinanza tanto preziosa in una società come la nostra dove, nonostante l’abbondanza dei mezzi, anziché moltiplicarsi le opere di bene, sembrano indurirsi e chiudersi i cuori. La vicinanza è spontanea, è questo che conta, nasce dalla spontaneità del cuore. Vicinanza, prossimità.

La vostra prossimità delicata sia una sfida mite all’indifferenza (oggi siamo in una cultura dell’indifferenza), una testimonianza di fraternità, un dolce grido che ricorda al mondo”.

Ed infine un invito all’amore per la vita nascosta: “E’ la via dell’Incarnazione, la via di Nazaret, quella indicata da Dio con il suo spogliarsi e farsi piccolo per condividere la vita dei piccoli… La via del nascondimento è la via di Dio. Questo è bello, è importante. Voi non siete suore per fare pubblicità. Quanto più nascoste, tanto più divine. Continuate a coltivare questa via, è una profezia potente per il nostro tempo, inquinato dall’apparire e dalle apparenze”.

(Foto: Santa Sede)

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