Da Manfredonia mons. Moscone ha invitato ad una buona festa

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“La notizia della caduta dell’Amministrazione Rotice e del Consiglio comunale di Manfredonia preoccupa e sconcerta la maggior parte dei cittadini con i quali desidero condividere qualche sentimento, approfondimento e provocazione che il momento suggerisce. Soprattutto spero che questo momento non sia caricato di retorica, di inutili disquisizioni speculative o di enfasi, cose che danno adito a sole chiacchiere, ma intendo aiutare a porre uno sguardo sulla città fatto di concretezza”.

Così inizia la riflessione del vescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, mons. Franco Moscone, alla notizia delle dimissioni del sindaco di Manfredonia, Gianni Rotice, eletto nel novembre 2021 dopo un lungo commissariamento per infiltrazione mafiosa, obbligate dopo quelle di parte dei consiglieri di maggioranza di centrodestra e di quelli dell’opposizione di centrosinistra.

Il vescovo ha spiegato il motivo dell’intervento: “Ci sta a cuore come Chiesa la vita della nostra città; vogliamo che la cosa pubblica sia ‘buona’ e che l’aggettivo ‘buona’ corrisponda a vari livelli di azioni concrete nei confronti di tutti i cittadini, delle varie componenti della società, ciascuno nel suo protagonismo e ciascuno nella propria responsabilità civile”.

Ed ha fornito una risposta, citando la Costituzione Dogmatica ‘Gaudium et Spes’: “Qualcuno forse si chiederà perchè al cuore di un Vescovo, di una Chiesa, interessi parlare di vita pubblica della città. Qualcuno forse si chiede perchè la Chiesa debba parlare di queste cose…

Si, cari fratelli e sorelle, ricordiamoci di questo incitamento e mettiamoci tutti coraggio ed impegno civico: Manfredonia non ha bisogno di chiacchiere e pettegolezzi, ma di ricerca di verità e dedizione responsabile, di certezza di futuro!”

Manfredonia fu sciolta per gravissimi fatti tra i quali provati collegamenti di esponenti della maggioranza, allora di centrosinistra, e dell’opposizione, con esponenti della mafia garganica, in particolare coi clan coinvolti nella strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017, quando fu ucciso il boss manfredoniano Mario Luciano Romito, suo cognato Matteo De Palma e due agricoltori, Aurelio e Luigi Luciani, colpiti perché testimoni dell’agguato.

Da qui l’invito a credere ad una politica ‘buona’: “Invito vivamente tutti alla preghiera per la città di Manfredonia, perchè i mesi che ci attendono e separano dalla tornata elettorale non corrispondano a una già sperimentata inattività politica che, non facendo camminare la città e non prendendo le opportune e necessarie decisioni, sia solo caratterizzata da mera contesa elettorale.

Prendiamo tutti per mano, secondo le nostre competenze e professionalità, la nostra amata città e collaboriamo per il bene comune e non per l’interesse di parte. La politica sia veramente la modalità di esprimere la carità nella cosa pubblica”.

Ed a fine agosto, per la festa della Madonna di Siponto, patrona della città, aveva invitato i cittadini alla festa: “La festa è buona e vera, non solo se ricordiamo e ripetiamo con scadenza annuale e ricchezza di tradizioni culturali le date di fine agosto, che attirano e muovono i cuori degli abitanti e di chi continua a sentire le sue radici in Gargano e vi ritorna per giorni di vacanza, ma se si rafforzano le proprie relazioni famigliari, amicali, civili ed ecclesiali”.

La festa è necessaria se aumenta la responsabilità di ciascuno: “La festa è buona e vera, se oltre al rallegrare esternamente ed al luccicare di insegne luminose e manifestazioni folkloristiche, porta ogni anno alla presa di coscienza della propria situazione comune (tanto di città che di Chiesa), se muove le coscienze e stimola a progetti e decisioni che migliorano la città, la Chiesa, il popolo ed il territorio.

La festa è buona e vera, se aumenta la responsabilità di ognuno, secondo le proprie condizioni socio-economiche, la propria capacità professionale e di rapporto con la fede, verso il bene comune facendoci sentire tutti cittadini di una sola città, e figli e fratelli di una Chiesa che continua a fare sua la sfida dell’annuncio del Vangelo”.

La festa è buona se educa alla legalità: “La festa è buona e vera, se ci fa tutti più cittadini coesi dalla comune costituzione e impegnati nella salvaguardia della legalità, e se permette, a chi si sente discepolo di Gesù, di essere tra il popolo e sul territorio fermento dei valori cristiani e testimoni della possibilità di vivere qui ed ora le Beatitudini!”

Ha richiamato alcune frasi del venerabile mons. Tonino Bello: “Siamo a trent’anni dalla salita al cielo del Venerabile don Tonino Bello: vescovo e profeta del nostro tempo e del nostro popolo e territorio di Puglia.

Riprendo velocemente quanto ho accennato l’anno scorso in questa occasione, per poi passare ad uno sguardo su avvenimenti e situazioni che chiedono la partecipazione di tutti e impegno per trovare soluzioni degne, secondo legalità e spirito del Vangelo.

Manfredonia e il Gargano tutto devono allargare il loro senso di cittadinanza e di Chiesa e si scopriranno più veri, più belli, più buoni: non perderanno nulla, ma scopriranno la ricchezza che proviene dall’accoglienza e dalla fraternità”.

E’ un invito all’ascolto sull’esempio di ‘Maria donna del silenzio e dell’ascolto’: “Perciò, seguiamo Maria ‘donna dell’ascolto’ e impariamo da Lei l’arte di ascoltarci l’un l’altro. L’esercizio dell’ascolto è fondamentale per la ricerca del bene comune e la costruzione di una corretta vita organizzata tanto a livello civile che ecclesiale.

Non c’è sviluppo e futuro né per la città, né per la Chiesa, che si radica in un territorio particolare, se non si fa costante e sincero esercizio di ascolto e di accoglienza. Chi cerca solo l’individuale o il ‘di parte’ non costruisce né la città né la Chiesa, ma le usa e sfrutta nascondendo i propri interessi dietro la maschera di un ingannevole impegno civile e di una farisaica testimonianza di religiosità ammantata di tradizionalismo”.

Infine, dopo aver elencato alcuni avvenimenti successi nell’anno, il vescovo ha invitato i cittadini a ‘generare’ speranza: “Proviamo allora, cari cittadini e cittadine di Manfredonia, cari fratelli e sorelle di questa Chiesa locale, a sognare una città e Chiesa nuova che generino vita, speranza e futuro e mettiamo tutto il nostro impegno perché il sogno diventi realtà. La festa patronale ci renda città e Chiesa in ascolto ed annuncio del Vangelo.

Così offriremo alla Madonna la corona di cui risplende ed è adorna. Così possiamo continuare ad elevare a Lei la preghiera che ci rende tutti responsabili e coesi in unità: ‘O Madonna di Siponto, vieni, sii coronata regina. La corona è di oro purissimo, come il cuore dei tuoi figli che te l’offrono!’

Ad ognuno di noi il compito di offrire alla Vergine, alla Chiesa ed alla città un cuore di oro purissimo ricco di solidarietà e responsabilità! Ci sentiremo Figli di un unico Dio, Abitanti della ‘Casa comune’, Cittadini del futuro”.

(Foto: Diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo)

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