Papa Francesco ai giovani russi: siate costruttori di pace

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Oggi si conclude a San Pietroburgo il X Incontro nazionale dei giovani cattolici della Russia sul tema della Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, ‘Maria si alzò e andò in fretta’, durante il quale papa Francesco ha fatto l’invito affinchè la diplomazia costruisca la pace: ‘Per favore, che la Chiesa non sia una dogana, dove si seleziona chi passa e chi no’.

Nel video messaggio papa Francesco ha sottolineato tre parole scaturite dalla recente Gmg lusitana per una Chiesa in uscita, chiamata da Dio: “Dio chiama a camminare, Dio ci invia a uscire e a camminare. Ognuno di voi, come Maria, è chiamato da Dio. Sì, chiamato da Dio, scelto e chiamato. Tutti siamo scelti e chiamati…

Chiamati prima dei talenti che abbiamo, prima dei nostri meriti, prima delle nostre oscurità e ferite, prima di tutto siamo stati chiamati. Chiamati per nome, a tu per tu. Dio non va al mucchio, no. Dio va al tu per tu”.

Ed è ritornato a riflettere sulla ‘fretta’, che ha avuto la Madonna: “Elisabetta, che era sterile, e Maria, la vergine: due donne che sono diventate testimoni, di che cosa?, della potenza trasformatrice di Dio. Dio trasforma. E’ questa esperienza dell’amore traboccante di Dio che non può non essere condivisa. Ecco perché Maria si è alzata ed è partita senza indugio, subito.

Deve alzarsi in fretta. Quando Dio chiama, non possiamo rimanere seduti. Alzarci e in fretta, perché il mondo, il fratello, il sofferente, colui che sta accanto e non conosce la speranza di Dio ha bisogno di riceverlo, ha bisogno di ricevere la gioia di Dio. Mi alzo in fretta per portare la gioia di Dio. Questa è la prima idea: siamo chiamati e in uscita”.

L’altro pensiero riguarda una Chiesa ‘aperta’: “L’amore di Dio si riconosce dalla sua ospitalità. Dio accoglie sempre, crea, crea spazio perché tutti troviamo posto e si sacrifica per l’altro, è attento ai bisogni dell’altro. Maria rimase con Elisabetta per tre mesi, aiutandola nelle sue necessità.

Queste due donne stanno creano spazio per le nuove vite che nascono, Giovanni il Battista e Gesù. Ma creano anche spazio l’una per l’altra, comunicano tra loro. La Chiesa è una madre dal cuore aperto, che sa accogliere e ricevere, soprattutto coloro che hanno bisogno di maggiori cure.

La Chiesa è una madre amorevole, perché è la casa di chi è amato e la casa di chi è chiamato… Non dimenticate questa parola: tutti. La Chiesa è per tutti: giovani e vecchi, sani e malati, giusti e peccatori. Ecco cosa intendeva Gesù: tutti, tutti, tutti”.

Ed infine un invito al dialogo tra generazioni, capace di alimentare i sogni: “E’ importante che voi giovani dialoghiate con gli anziani, che parliate con i nonni, che ascoltiate i nonni, che ascoltiate quell’esperienza di vita che va oltre quella dei vostri genitori.

Il punto di incontro tra Maria ed Elisabetta sono i sogni. Tutte e due sognavano. I giovani sognano, i vecchi sognano. E’ proprio il sogno, la capacità di sognare, la visione del domani ciò che ha tenuto e mantiene unite le generazioni”.

Un invito che si traduce in ‘costruttori’  di pace: “Vi invito a essere costruttori di ponti. Costruttori di ponti tra le generazioni, riconoscendo i sogni di coloro che vi hanno preceduto nel cammino. L’alleanza tra le generazioni mantiene viva la storia e la cultura di un popolo.

Auguro a voi, giovani russi, la vocazione di essere artigiani di pace in mezzo a tanti conflitti, in mezzo a tante polarizzazioni che ci sono da tutte le parti, che affliggono il nostro mondo. Vi invito a essere seminatori, a spargere semi di riconciliazione, piccoli semi che in questo inverno di guerra non germoglieranno per il momento nel terreno ghiacciato, ma che in una futura primavera fioriranno.

Come ho detto a Lisbona: abbiate il coraggio di sostituire le paure con i sogni. Sostituire le paure con i sogni. Sostituite le paure con i sogni. Non siate amministratori di paure ma imprenditori dei sogni. Concedetevi il lusso di sognare alla grande!”

E prima della benedizione finale papa Francesco ha invitato i giovani a conservare le radici cristiane: “Non dimenticate mai le vostre radici. Siete gli eredi della grande Russia: la grande Russia dei santi, dei governanti, della grande Russia di Pietro I, Caterina II; quell’impero grande, illuminato, di grande cultura e grande umanità.

Non rinunciate mai a questo patrimonio. Voi siete gli eredi della grande Madre Russia, andate avanti. E grazie. Grazie per il vostro modo di essere, per il vostro modo di essere russi”.

(Foto: Vatican Media)

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