Da Lisbona una Chiesa aperta a tutti

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“Ed i giovani sono una sorpresa, i giovani sono giovani, fanno delle ragazzate, la vita è così, ma cercano di guardare avanti e loro sono il futuro. La questione è di accompagnarli, e il problema è saper accompagnarli, e che non si stacchino dalle radici. Per questo io insisto tanto sul dialogo vecchi-giovani, i nonni con i nipoti. Questo dialogo è importante, più importante del dialogo genitori-figli. Con i nonni, questo si deve fare, perché lì si prendono le radici. Poi i giovani sono religiosi, cercano una fede non ostica, non artificiale, non legalista, un incontro con Gesù Cristo. E questo non è facile. E’ un’esperienza”.

Questa è la sintesi della Giornata Mondiale della Gioventù, appena conclusa a Lisbona, fatta da papa Francesco; una sintesi che guarda da un’altra prospettiva i giovani accorsi in terra lusitana, da cui non possiamo tenere conto nel ritorno nella ‘normalità’ della vita quotidiana. La sintesi fatta dal papa deve essere anche un monito per le chiese locali, se hanno veramente a cuore la vita dei giovani.

Da Lisbona è scaturita limpida un’immagine; i giovani sono alla ricerca di Dio e desiderano una proposta concreta, sentirsi dire che Dio li ama: “A voi giovani che avete vissuto questa gioia (stavo per dire questa gloria, e in effetti una specie di gloria lo è, questo nostro incontro); a voi che coltivate sogni grandi ma spesso offuscati dal timore di non vederli realizzati; a voi che a volte pensate di non farcela, un po’ di pessimismo ci assale a volte; a voi, giovani, tentati in questo tempo di scoraggiarvi, di giudicarvi forse inadeguati o di nascondere il dolore mascherandolo con un sorriso”.

I giovani hanno bisogno di essere motivati ed invitati a non avere paura delle proprie azioni: “a voi, giovani, che volete cambiare il mondo (ed è un bene che vogliate cambiare il mondo) e che volete lottare per la giustizia e la pace; a voi, giovani, che ci mettete impegno e fantasia nella vita, ma vi sembra che non bastino; a voi, giovani, di cui la Chiesa e il mondo hanno bisogno come la terra della pioggia; a voi, giovani, che siete il presente e il futuro; sì, proprio a voi, giovani, Gesù oggi dice: Non temete!, Non abbiate paura!”

Ai giovani riuniti a Lisbona è rimasta impressa la frase di papa Francesco, in cui ha detto che Dio vede il bene, come mi hanno detto alcuni giovani presenti al Campo della Grazia: “Dio vede tutto il bene che siete, Lui solo conosce quello che ha seminato nei vostri cuori. Voi andate via da qui con quello che Dio ha seminato nel cuore: fatelo crescere, custoditelo con cura.

Vorrei farvi una raccomandazione: fatene memoria, fissate nella mente e nel cuore i momenti più belli, perché così, quando arriverà qualche momento di fatica e scoraggiamento, che è inevitabile, e magari la tentazione di fermarvi nel cammino o di chiudervi in voi stessi, con il ricordo ravvivate le esperienze e la grazia di questi giorni, perché (non dimenticatelo mai) questa è la realtà, questo siete voi: il santo Popolo fedele di Dio che cammina nella gioia del Vangelo!”

 Giovani che nelle stazioni della Via Crucis hanno pregato in silenzio lungo la via del Calvario di Gesù: “Ma noi giovani viviamo in un mondo individualistico. Ci è stato detto mille volte che ciò che contava di più era la nostra immagine e la nostra autorealizzazione.

Che avevamo il diritto di essere felici e che dovevamo pensare prima a noi stessi. Ed eccoci qui, egocentrici, ognuno concentrato sul suo cellulare, nei propri interessi, sulla propria isola, in attesa di una felicità che non arriva. Perché la vera felicità sta nel lasciarsi attrarre dal volto dell’altro”.

A Lisbona i giovani hanno cercato la vita: “E’ qui che dobbiamo sentire la voce di Maria. Maria parla dei punti di arrivo che diventano punti di partenza, dell’apparente morte di un albero in inverno che si appresta a fiorire in primavera, delle tombe che sono porte di risurrezione”.

 Papa Francesco ha raccontato loro la vita nella Chiesa, in cui ognuno può trovare il proprio posto: “Amici, vorrei essere chiaro con voi, che siete allergici alle falsità e alle parole vuote: nella Chiesa c’è spazio per tutti, per tutti! Nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c’è spazio per tutti.

Così come siamo, tutti. E questo Gesù lo dice chiaramente quando manda gli apostoli a invitare al banchetto di quell’uomo che lo aveva preparato, dice: ‘Andate e portate tutti, giovani e vecchi, sani e malati, giusti e peccatori: tutti, tutti, tutti’. Nella Chiesa c’è posto per tutti”.

Questa è la Chiesa raccontata ai giovani da papa Francesco a Fatima, nonostante che qualcuno la contesti e chiuda le porte alla Grazia di Dio, ligi solo alla legge: “Accogliente e senza porte; è un santuario a cielo aperto, nel cuore di questa piazza che evoca un grande abbraccio materno.

Così sia nella Chiesa, che è madre: porte aperte per tutti, per facilitare l’incontro con Dio; e posto per tutti, perché ognuno è importante agli occhi del Signore e della Madonna”.

(Foto; Santa Sede)

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