Verso la Settimana Sociale: un processo di democrazia

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Si terrà a Trieste dal 3 al 7 luglio del prossimo anno la 50ª Settimana Sociale dei Cattolici sul tema ‘Al cuore della democrazia, come deciso dal Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione dello scorso gennaio, sottolineando la necessità di favorire la riflessione sulle nuove forme di partecipazione e l’elaborazione di strumenti comuni per costruire e far crescere alleanze.

Durante i lavori del Consiglio Permanente i vescovi hanno evidenziato le grandi trasformazioni sociali, politiche e culturali in atto che fanno emergere, da un lato, la frammentazione sociale e l’individualismo crescente e, dall’altro, una vitalità diffusa.

Di fronte ai nodi importanti che il Paese è chiamato ad affrontare, tra cui la promozione e la difesa di un lavoro degno, la riduzione delle diseguaglianze, la custodia dell’ambiente, servono ascolto attivo, protagonismo comunitario e responsabilità, come è stato sottolineato nel documento preparatorio:

““Il futuro del Paese richiede persone capaci di mettersi in gioco e di collaborare tra loro per rigenerare gli spazi di vita, anche i più marginali e affaticati, rinforzando la capacità di scegliere democraticamente e di vivere il potere come un servizio da condividere.

E’ una sfida che riguarda tutti i cittadini: tutte le voci di una comunità devono trovare parola, ascolto e sostegno, per elaborare pensiero e avviare percorsi di partecipazione, per trasformare il presente e liberare più bellezza nel futuro”.

In quest’ottica, la scelta della sede non è casuale: “Trieste è città di confine, proiettata verso l’Europa e aperta verso Est, con una presenza storica di tante Confessioni cristiane e religioni diverse; una terra segnata da divisioni politiche che ne hanno attraversato la storia, con luoghi che ricordano dove porta la negazione della democrazia, dalla Risiera di San Saba alle Foibe.

Vogliamo capire qualcosa di più di questi confini che uniscono e dividono, di questa Europa e del suo sogno di pace tante volte tradito, del mondo che vi arriva a piedi (piedi feriti dal cammino e provati dalla fatica) dopo aver percorso le strade della guerra e della disperazione”.

Nel documento preparatorio la partecipazione è l’indicatore della salute della democrazia: “La partecipazione rivela la giovinezza della democrazia, la condivisione di valori, la stessa identità di una comunità. Non basta il momento elettorale o il rispetto formale dei diritti delle minoranze per definire una democrazia.

La partecipazione è il motore che tiene in movimento le società, che formula le domande e suscita le risposte organizzate, che produce nuovo pensiero e nuove visioni del mondo; è energia civile che rende vive le comunità locali, protagoniste del loro futuro, capaci di progettare politiche, azioni, risposte collettive”.

La partecipazione democratica coinvolge tutta la comunità: “La partecipazione non attiene solo al campo del fare, delle buone pratiche, alle azioni concrete, ma coinvolge anche la dimensione culturale e spirituale, la capacità di pensiero e di parola, la creatività e l’immaginazione.

Ha a che fare con il sentirsi parte, con il movimento generativo delle nostre comunità. Certamente riguarda anche la dimensione politica, in senso più lato, il senso di appartenenza ad una polis, ad una comunità di prossimi, ma anche in senso stretto, le forme di governo e di gestione della res publica”.

La partecipazione è un’azione comunitaria: “E’ un campo accessibile, dove nessuno deve sentirsi escluso dalla possibilità di incidere nei processi cruciali per la difesa e la promozione del bene comune; dove nessuno può chiamarsi fuori dalle responsabilità condivise, ma deve poter mettere in gioco i suoi talenti per il bene del suo quartiere”.

E’ un invito ad abitare i luoghi: “Il futuro del Paese richiede persone capaci di mettersi in gioco e di raccordarsi tra loro per rigenerare gli spazi di vita, anche i più marginali ed affaticati, rinforzando la capacità di scegliere democraticamente e di vivere il potere come un servizio da condividere.

E’ una sfida che riguarda tutti i cittadini: tutte le voci di una comunità devono trovare parola, ascolto e sostegno, per elaborare pensiero e percorsi di partecipazione, per trasformare il presente e liberare più bellezza nel futuro”.

(Foto: Settimane Sociali)

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