Papa Francesco: preghiera ed eucarestia necessari per la vita

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Piano piano le attività del papa ritornano ai ritmi normali pre ricovero ed oggi papa Francesco ha ricevuto in udienza i Canonici Regolari del SS. Salvatore Lateranense, sorti nel 1823 dalla fusione delle comunità dei Canonici Regolari del Santissimo Salvatore e quella dei Canonici Regolari Lateranensi. Le loro radici, però, affondano in tempi più antichi, almeno al XVI secolo. Al 2020, la Congregazione dei Chierici Regolari del Santissimo Salvatore Lateranense contava 53 case con 194 religiosi, 168 dei quali sacerdoti:

“Appartenete perciò a una tradizione secolare, ispirata alla comunità cristiana delle origini e incentrata sulla preghiera, sulla comunione di vita e sull’uso comunitario dei beni, perché, come dice sant’Agostino, ‘viviate unanimi nella casa e abbiate una sola anima e un solo cuore protesi verso Dio’.

Preghiera, comunità, uso comune dei beni e spirito di servizio alla Chiesa: queste quattro sono le costanti carismatiche della vostra storia, le ‘quattro stelle’ che non tramontano mai e che rendono il vostro apostolato luminoso e attuale”.  

Per il papa la preghiera è ossigeno per l’anima: “Se tu non preghi, sarai il dio di te stesso. Tutti gli egoismi nascono dalla mancanza di preghiera. Vi chiedo per favore: esaminate la coscienza, ognuno di voi dica quante ore al giorno prega. Ognuno.

‘Comunità’: ciò di cui ho parlato, essere fratelli; e vi do un consiglio: mai sparlare uno dell’altro, mai! Il chiacchiericcio è una peste. Dirò che vi diano, sul chiacchiericcio, uno scritto che ha fatto il segretario della Congregazione di Propaganda Fide, leggetelo bene. Il chiacchiericcio è una peste, distrugge le comunità”.

Ma la preghiera avviene nell’azione: “Il vostro carisma vi vuole al contempo contemplativi e attivi, dediti alla preghiera e allo studio come al ministero, pronti a rispondere alle esigenze dei tempi che mutano. Avete vissuto spesso dei cambiamenti e anche il bicentenario che celebrate è legato a uno di questi, a quando, in un tempo di circostanze avverse, avete saputo fare scelte coraggiose, trasformando la sfida in occasione di rinascita”.

Ed  ha chiesto di lasciarsi guidare da Cristo: “Il fatto di essere dedicati al Salvatore richiama all’importanza di coltivare, attraverso la preghiera, la centralità di Cristo… Vi chiamate canonici regolari, legati cioè a una Regola, il che delinea la fedeltà alla vostra consacrazione secondo i voti, anzitutto la povertà.

Infine, il vostro nome vi lega alla Basilica Lateranense: nemmeno questo costituisce un fregio prestigioso o un ricordo che evoca gloriosi trascorsi, no, ma l’invito alla fedeltà alla Chiesa, da testimoniare essenzialmente attraverso il servizio”.

Infine l’invito a vivere l’esperienza cristiana come dono: “A loro e a tutti voi dico: vivete questa occasione come un dono, nell’ascolto reciproco, riconoscendo in ciascuno una ricchezza per gli altri. Raccontatevi e ascoltatevi, con sincerità e apertura di cuore, non rimanendo fermi ciascuno nelle proprie convinzioni, ma muovendovi col cuore… E’ con il cuore in cammino, dinamico e dilatato, che si accolgono le strade che lo Spirito Santo indica. Questo vi auguro con il cuore, andare avanti!”

Mentre ai membri del Comitato Organizzatore del Congresso Eucaristico Nazionale degli Stati Uniti d’America ha sottolineato che l’Eucarestia dà vita: “L’Eucaristia infatti, è la risposta di Dio alla fame più profonda del cuore umano, alla fame di vita vera: in essa Cristo stesso è realmente in mezzo a noi per nutrirci, consolarci e sostenerci nel cammino.

Purtroppo, al giorno d’oggi, a volte tra i nostri fedeli qualcuno crede che l’Eucaristia sia più un simbolo che la reale e amorevole presenza del Signore. E’ più di un simbolo, è la reale e amorevole presenza del Signore”.

E’ un richiamo all’adorazione: “Credo che noi in questo tempo moderno abbiamo perso il senso dell’adorazione. Dobbiamo riprendere il senso di adorare in silenzio, adorare. E’ una preghiera che abbiamo perso, poca gente sa cosa sia questo, e voi Vescovi dovete catechizzare i fedeli sulla preghiera di adorazione; l’Eucaristia ci chiede di farlo.

A questo proposito, non posso non menzionare la necessità di promuovere le vocazioni al sacerdozio, perché, come disse san Giovanni Paolo II: ‘Non esiste Eucaristia senza Sacerdozio’. Ci vogliono sacerdoti per celebrare la santa Eucaristia”.

E’ l’Eucarestia che permette la missione: “Questo è il senso di missionarietà: tu vai, celebri la Messa, prendi la Comunione, fai l’adorazione… e dopo? Dopo esci, esci a evangelizzare, Gesù ‘ci fa’ così… L’Eucaristia ci spinge a un amore fortemente impegnato per il prossimo, perché non possiamo veramente comprenderne e viverne il significato se teniamo chiusi i cuori ai fratelli e alle sorelle, specialmente a quanti sono poveri, sofferenti, sfiniti o smarriti nella vita.

Mi vengono in mente due gruppi di persone che dobbiamo andare a trovare sempre: gli anziani, che sono la saggezza di un popolo, e gli ammalati, che sono la figura di Gesù sofferente”.

(Foto: Santa Sede)

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