Solennità del Corpus Domini: Santissimo Corpo e Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

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Con la Pentecoste si conclude il tempo forte dell’anno liturgico durante il quale si è chiamati a meditare sul grande mistero delle nostra redenzione. Le due domeniche successive sono riservate rispettivamente a celebrare il mistero dell’unità e trinità di Dio e la festa del Corpus Domini: Dio ci ha amato da restare in modo visibile in mezzo a noi sotto le apparenze del pane e del vino come cibo e nutrimento delle nostre anime.

Lo afferma Gesù stesso: ‘prendete e mangiate, questo è il mio corpo … prendete e bevete questo è il mio sangue’ ed aggiunge ‘fate questo in memoria di me’. Oggi ci si riunisce davanti all’altare per restare insieme alla presenza di Gesù, partecipare al banchetto del suo corpo e del suo sangue, prima di accompagnare il Signore Gesù, vivo e vero, quando, in processione, passerà lungo le strade della nostra città.

Questo radunarsi era detto ‘statio o stazione’; come primo atto oggi ci si raduna davanti a Gesù, presente sotto le apparenze del pane e del vino, attorno a Gesù si costituisce la comunità, la famiglia di Dio, quella famiglia dove non c’è giudeo né greco, libero o schiavo, ignorante o dotto ma dove siamo chiamati ad essere tutti un solo corpo: il corpo mistico di Cristo Gesù in cui Egli è il capo, noi le membra.

La festa del Corpus Domini ci ricorda che essere cristiani significa radunarsi alla presenza del Signore dove Gesù ci libera dalle nostre paralisi: ci fa alzare per poi procedere, metterci in cammino e, passo dopo passo, con la forza di questo pane diventare forti, superare difficoltà e debolezze e pervenire alla meta.

Già ne fece esperienza il popolo ebreo quando si liberò dalla schiavitù egiziana per avviarsi verso la terra promessa e Dio nutrì il suo popolo per quaranta anni con la ‘manna’ del cielo. L’Eucaristia è l’esperienza del popolo cristiano che Gesù nutre con il suo corpo e il suo sangue: ‘Prendete e mangiate, questo è il mio corpo; prendete e bevete questo è il mio sangue’ e così procedere verso la meta stabilita da Dio.

Gesù non abbandona mai il suo popolo: Egli è l’Emmanuele (il Dio con noi), il Dio sempre vicino che ci sostiene come singoli, come famiglia, come popolo di Dio sempre in marcia verso la casa del Padre.

E’ Dio che non ci lascia mai soli, ci indica la via, la direzione, la meta per la quale siamo stati creati a sua immagine e salvati da Gesù morto e risorto. Da qui è naturale e necessario inginocchiarci davanti a Lui, adorarlo presente, vivo e vero, sotto le apparenze del pane e del vino. 

Nel Vangelo l’Eucaristia è descritta in due momenti: la promessa e l’istituzione. La promessa ci riporta a Cafarnao quando Gesù moltiplicò i cinque pani e due pesci per sfamare oltre cinquemila persone; questa folla, visto il miracolo, avrebbe voluto proclamare Gesù Re, ma Gesù sconvolse la folla con la sua promessa dirompente: ‘Vi darò da mangiare la mia carne, vi darò da bere il mio sangue’.

Una promessa che sconvolse il popolo, sconcertò amici ed avversari; ma Gesù ribadì: ‘La mia carne è vero cibo, il mio sangue è vera bevanda’. Molti dei presenti andarono via, ma Gesù si rivolse a Pietro e ai dodici: ‘Se volete, potete andare via pure voi!’ Pietro, a nome suo e degli altri rispose: ‘Signore, tu hai parole di vita eterna’ e restarono. 

La promessa di Gesù diventa concretezza nell’ultima cena con la istituzione dell’Eucaristia: era la sera del giovedì, prima di morire; Gesù, dopo avere lavato i piedi agli Apostoli, seduto a tavola, prese il pane e disse: ‘Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo  che sarà dato a morte per voi e per tutti’ de aggiunse: ‘Fate questo in memoria di me!’ La festa di oggi, già celebrata il Giovedì santo, è dire grazia a Gesù rimasto in mezzo a noi sotto le specie del pane e del vino. 

I pagani non capivano il mistero eucaristico e, storpiando la realtà, accusavano i cristiani di cannibalismo perché nella loro adunanza mangiavano il corpo e il sangue di Gesù. Gesù in vero, che conosce abbastanza bene la realtà umana, sa bene che l’uomo è corpo e spirito, come il corpo ha bisogno di nutrimento alla stessa maniera l’anima; laddove il pane è nutrimento del corpo, l’Eucaristia è nutrimento dell’anima.

Ad ogni realtà il nutrimento adeguato; Ecco perché dice Gesù: ‘Non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio’. L’Eucaristia è dunque un sacramento; come tale è segno visibile della grazia invisibile; Gesù utilizza proprio questo segno, assai eloquente, per invitare l’uomo ad avvicinarsi alla mensa eucaristica.

L’uomo è ciò che mangia, aveva asserito un filosofo; aveva proprio ragione perché se l’anima si nutre di pornografia, di pensieri delittuosi, di vendetta ed ira necessariamente si abbrutisce; se nutre l’anima del corpo e sangue di Cristo Gesù si purifica davanti a Dio e ai fratelli.   

L’Eucaristia è il nutrimento dell’uomo in cammino verso la casa del Padre; questo sacramento è scuola di carità e di solidarietà. La festa del Corpus Domini è occasione propizia per crescere nell’amore verso Dio e verso i fratelli. Maria, che portando Gesù nel suo seno è stata un ‘tabernacolo vivente’, che ha custodito Gesù, ci comunichi la sua stessa fede, ci aiuti a fare dell’Eucaristia il centro della nostra vita.         

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