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‘Sacerdoti Insieme’: il primo meeting sulla ‘Fraternità Sacerdotale’ organizzato dal Centro per l’Evangelizzazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue

«È stata una tre giorni ricca di grazia quella che si è svolta dal 27 al 29 gennaio presso il Collegio del Preziosissimo Sangue di Roma, che ha visto la presenza di oltre 20 sacerdoti provenienti da tutta Italia. Un meeting sulla “Fraternità Sacerdotale”per tutti quei confratelli nel sacerdozio che ho avuto la possibilità di incontrare, nelle varie occasioni di predicazioni e missioni al popolo, su tutto il territorio nazionale» afferma don Flavio Calicchia, Missionario del Preziosissimo Sangue e direttore del Centro per l’Evangelizzazione della Provincia Italiana.

 «Prima di programmare iniziative concretecontinua don Flavio – abbiamo sentito il bisogno di ritrovarci insieme per condividere, in semplicità, la nostra esperienza ministeriale, promuovendo una forma di “spiritualità della comunione”, tanto cara al nostro fondatore San Gaspare del Bufalo. “Nessun presbitero è in condizione di realizzare a fondo la propria missione se agisce da solo e per proprio conto, senza unire le proprie forze a quelle degli altri presbiteri, sotto la guida di coloro che governano la Chiesa!” (PO 7). I contatti regolari con il Vescovo e con gli altri sacerdoti, la mutua collaborazione, la vita comune o fraterna tra sacerdoti, sono mezzi molto utili per superare gli effetti negativi della solitudine che alcune volte il sacerdote può sperimentare e per superare una certa sfiducia e scontentezza così diffusa tra i sacerdoti».

Don Ambrogio Monforte, uno dei sacerdoti partecipanti, racconta: «Ci siamo ritrovati in quella concreta fraternità sacerdotale dove le parole e la vita del confratello accanto ci hanno permesso di riprendere la vita di ogni giorno ricaricati, con la grinta di voler donare all’altro qualcosa della propria ricchezza e di incrementare meglio la vocazione propria e dell’amico (cfr. 2 Pt 3, 10). Ecco perché per noi sacerdoti diocesani, vivere la spiritualità del Preziosissimo Sangue significa vivere la spiritualità che riesce a dare luce a ciò che già c’è, ossia il nostro ministero sacerdotale, proprio come il sangue che ha la capacità di ossigenare e rivitalizzare tutto il corpo.

Proprio come lo fu per il Beato Giovanni Merlini che, già da sacerdote, conoscendo san Gaspare si perfezionò nel suo ministero: anche noi sacerdoti diocesani che viviamo questa spiritualità ci sentiamo di scegliere quanto abbiamo già scelto: innamorarci in maniera nuova di ciò che già siamo». «Nella relazione centrale che ci è stata offerta, – continua il presbitero – don Luigi Maria Epicoco, ha voluto sottolineare proprio questo legame tra sacerdoti definendolo a partire da ciò che Gesù dice nel vangelo di Giovanni con la categoria più importante, quella dell’amicizia: “Non vi chiamo più servi ma amici” (cfr. Gv 15, 12-17): nell’amicizia sacerdotale tra i santi cappadoci Basilio e Gregorio ci ha mostrato quella custodia premurosa vicendevole e la bellezza di fare strada all’altro senza farsi strada.

Dopo il pellegrinaggio alla Porta Santa della Basilica Vaticana, abbiamo concelebrato la santa messa pomeridiana con il card. Mauro Gambetti, il quale ci ha ricordato il legame di parentela che noi abbiamo con Gesù: nella misura in cui siamo sempre più servitori e annunciatori instancabili della Parola riusciamo a generarLo negli altri diventando suoi fratelli, sorelle e madri (cfr. Mc 3, 35). E così, forti di questa esperienza, abbiamo concluso le nostre giornate con un giro di condivisione di esperienze e la celebrazione presieduta da don Benedetto Labate, direttore della Provincia Italiana dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Le parole risuonate nella nostra vita diventano una linfa vitale di grazia, ci rafforzano nel ministero, ci invitano a raggiungere e donarci a quanti il Signore mette sul nostro cammino, come il Sangue prezioso di Cristo che dalla Croce scorre come un fiume verso tutti».

Beato don Giovanni Merlini il servitore dei miseri

Lo scorso 23 maggio la Sala Stampa della Santa Sede ha comunicato il riconoscimento di un miracolo attribuito a don Giovanni Merlini, che sarà il primo beato del Giubileo: “Il Sommo Pontefice Francesco, accogliendo e confermando i voti del Dicastero delle Cause dei Santi, ha dichiarato: consta il miracolo, compiuto da Dio per intercessione del Venerabile Servo di Dio Giovanni Merlini”. Quindi il venerabile don Giovanni Merlini sarà beatificato oggi nell’arcibasilica papale San Giovanni in Laterano dal card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, suscitando gratitudine in don Emanuele Lupi, moderatore generale della Congregazione dei ‘Missionari del Preziosissimo Sangue’ ed in suor Nicla Spezzati, postulatrice della Causa:

“Tale notizia è per ognuno di noi fonte di grande gioia e di sentimenti di profonda gratitudine a Dio per il dono della santità offerto alla sua Chiesa nella persona del nostro amato don Giovanni Merlini, sacerdote e terzo Moderatore generale della Congregazione dei ‘Missionari del Preziosissimo Sangue’, nato a Spoleto (PG) il 28 agosto 1795 e morto a Roma il 12 gennaio 1873. Uomo di profondo discernimento e di sapienza, ha annunciato, come Missionario Apostolico, il Mistero della Redenzione ad intere popolazioni nello Stato Pontificio e nel Regno di Napoli, favorendo i miseri ed i reietti”.

Per approfondire questa beatificazione abbiamo contattato don Valerio Volpi, missionario del ‘Preziosissimo Sangue’ e direttore dell’ufficio di pastorale giovanile e vocazionale della congregazione: “Per il suo essere stato un uomo ‘tutto di Dio’ in ogni ambito della sua vita. Nella preghiera che lui stesso compone per la Congregazione scrive: ‘Signore, voglio essere tutto, tutto tuo e solo tuo’ e penso che ci sia davvero riuscito.

Se è vero che i frutti della santità si riconoscono nella vita non tanto della persona interessata, quanto in quella delle anime che gli sono accanto, un uomo che ha guidato spiritualmente per 42 anni Maria De Mattias (fondatrice della congregazione delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo e proclamata santa da papa Giovanni Paolo II, ndr.), facendone una santa non può che essere qualcuno che ha vissuto di cielo.

Un uomo insomma, che in tutta la sua vita non ha fatto che ricercare quello che Dio voleva da lui e dalle persone che aveva accanto. Non a caso era solito ripetere: ‘La volontà di Dio sola mi basta’. Santo perché un uomo divenuto volontà di Dio in tutto e nel concreto”.

Perché aderì alla Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue?

“Rimase affascinato dalla predicazione e dall’amabilità di san Gaspare del Bufalo che incontrò nel luglio del 1820, prendendo parte ad un corso di esercizi spirituali da lui stesso predicati nell’abbazia di san Felice di Giano, in Umbria, casa di fondazione dell’allora nascente Congregazione. Rimase colpito dal fuoco di passione e di zelo per il vangelo che quel santo uomo riusciva a trasmettere e da san Gaspare stesso si sentì rivestito di immane fiducia.

A seguito di quella settimana di esercizi il fondatore gli affidò direttamente la possibilità di predicare un altro corso di esercizi al suo posto, subito dopo lo portò con sé nella missione popolare di Monte Martano. Don Giovanni si sentì investito di gratuita fiducia da parte di quello che lui stesso considerava un santo. La vita della Congregazione fu da subito, per lui, la possibilità di mettere a frutto la migliore versione del suo sacerdozio, brillando forse oltre quello che lo stesso don Giovanni si sarebbe mai aspettato”.

Per quale motivo volle che la festa del Preziosissimo Sangue si estendesse a tutta la Chiesa?

“Nei moti rivoluzionari del 1848 il papa si era trovato invischiato in fraintendimenti di quello che lui stesso avrebbe voluto dire ai cristiani. Papa Pio IX sentiva di non doversi schierare da nessuna parte rispetto alle fazioni che erano venute a crearsi perché si considerava padre di tutti. Per riaffermare questo concetto di fraternità del genere umano, secondo don Giovanni Merlini, bisognava partire dal presupposto che la comunione è un dato di partenza per i cristiani e non un punto di arrivo. Mentre tutti cercavano soluzioni umane su come poter ‘costruire’ la comunione e la fraternità, secondo don Giovanni Merlini era necessario invertire l’ottica: la comunione non è un semplice obiettivo da raggiungere, ma un dato di fatto, che ci è già stato conquistato dal sacrificio di Cristo sulla croce, da cui bisogna ripartire.

Estendere la festa del Preziosissimo Sangue a tutta la Chiesa voleva dire gridare al mondo che la comunione e la fraternità non erano punti da costruire, quanto piuttosto premesse indispensabili e irrinunciabili da cui far partire ogni altro tentativo. Proprio perché le guerre e le rivoluzioni avevano sconfessato i tentativi umani di costruire comunione e fraternità, bisognava riaffermare che Cristo aveva già compiuto questa opera e che essa andava assunta come principio vitale di fondo per ogni altro pensiero o azione”.

Quale era la spiritualità di don Giovanni Merlini?

“Cento misure e un taglio, amava ripetere. Uomo di profonda preghiera era fermamente convinto che la comunione con Dio si dovesse tradurre in scelte concrete. Tanta preghiera precedeva ogni sua scelta, ma era fermamente convinto che le scelte sono il vero risultato di una vita di comunione con Dio. Ecco perché fu uomo di profonda contemplazione ma anche faro di discernimento spirituale. Una spiritualità che si nutriva della intima comunione con Dio per poter comprendere cosa Dio volesse da lui e dal cuore delle persone che a lui si rivolgevano. Un uomo ‘vuoto di sé stesso’ ma pieno di Dio. ‘Siamo canali, non fonti’, ripeteva a santa Maria De Mattias, frase in cui si vedono bene i due poli della sua vita spirituale: rimanere attaccati in intima unione alla sorgente che è Dio, e fare in modo che questo Dio si comunichi e arrivi alle anime assetate”.

In quale modo coniugò l’adorazione eucaristica con la carità?

“Nella casa di Santa Maria in Trivio era solito pregare nascosto nella cantoria che sovrasta l’altare, in modo che nessuno potesse vederlo mentre adorava il Santissimo Sacramento nel tabernacolo dell’altare maggiore. La prima carità don Giovanni l’ha esercitata da Moderatore Generale con i confratelli. Cercava di guardare tutti con gli occhi con cui si sentiva lui stesso guardato da Dio: Mi raccomando (scriveva a Maria De Mattias) usi carità con tutte, soprattutto con le anime più problematiche”.

In quale modo è stato ‘servitore dei miseri’?

“Un episodio in particolare ci aiuta a vedere il cuore di don Giovanni Merlini nei confronti dei bisognosi. Quando è stato superiore della casa di Sonnino, che era posta fuori dall’abitato, era solito attendere tutte le sere i contadini che si ritiravano stanchi dalla campagna. Don Giovanni si faceva trovare fuori dalla porta della casa di missione, con un orcio d’acqua e un mestolo: un sorso d’acqua e una parola del Vangelo per tutti quelli che passavano, perché potessero ristorarsi prima di riprendere il cammino per la salita che li avrebbe ricondotti in paese”.

Allora, come può aiutare a vivere il Giubileo don Giovanni Merlini?

“Penso che il primo e più grande insegnamento che ci viene da don Giovanni sia la necessità di imparare l’arte del discernimento. Il tema del Giubileo ci richiama alla speranza, una virtù teologale spesso confusa con l’idea del terno a lotto, di quelle frasi che suonano molto come ‘speriamo che Dio mi sia benevolo’, ‘speriamo che Dio voglia le stesse cose che mi porto nel cuore io’, ‘speriamo che vada bene’. Da don Giovanni impariamo che speranza è la capacità di saper vedere in ogni situazione quello che Dio vuole rivelarmi. E’ passare da ‘speriamo che Dio voglia’ ad ‘in quello che vivo, mi basta la tua Volontà, perché so che sarà il meglio per me’”.

(Tratto da Aci Stampa)

La visita dei Missionari del Preziosissimo Sangue e delle Adoratrici del Sangue di Cristo nelle Parrocchie San Gaspare del Bufalo e SS. Corpo e Sangue di Cristo a Roma

In occasione della prossima beatificazione di don Giovanni Merlini, Missionario del Preziosissimo Sangue e III Moderatore Generale dell’Istituto, che avrà luogo il 12 gennaio 2025 alle ore 11:00 presso l’Arcibasilica Papale San Giovanni in Laterano, a Roma, il Centro per l’Evangelizzazione e l’Ufficio di Pastorale Giovanile e Vocazionale stanno visitando le molteplici comunità dei Missionari, sparse sul territorio nazionale, per incontrare i tanti fedeli e sensibilizzarli a questo grande evento.

Don Giovanni Francilia, vice provinciale della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue e Presidente della Commissione per la Beatificazione, afferma che «la beatificazione di don Giovanni Merlini è senza dubbio un grande dono per la Chiesa e, in modo particolare, per noi che viviamo la spiritualità del Preziosissimo Sangue. Merlini diventa per la Chiesa un nuovo intercessore, un punto di riferimento nel nostro cammino di fede, un modello di imitazione di Cristo che ci aiuta a percorrere la via del Vangelo sulle orme di coloro che hanno compiuto lo stesso itinerario prima di noi.

Per la nostra Congregazione, questo è un momento di crescita: avere un nuovo beato rafforza la testimonianza di un carisma che il Signore ha suscitato nella Chiesa attraverso San Gaspare del Bufalo e che è stato poi sostenuto da Santa Maria De Mattias, con l’ausilio appunto del suo padre spirituale, don Giovanni Merlini.

Queste figure ci ricordano che il traguardo della santità è possibile; sapere che loro lo hanno raggiunto ci incoraggia a seguirne l’esempio. Merlini è stato un uomo che si è lasciato trasformare in uno strumento nelle mani di Dio, dispensando riconciliazione, misericordia e pace, non solo nella profondità dell’anima umana, ma anche tra le persone e i popoli.

Con la sua saggezza lungimirante, è stato capace di scorgere la bellezza e la grandezza della volontà di Dio nell’altro. Conoscere Merlini e apprezzarne il carisma, ci sprona a imitarne la disponibilità a fare sempre e soltanto la volontà di Dio, ci insegna a essere osservatori attenti e scrupolosi, capaci di discernere, al momento opportuno, le decisioni da prendere sotto la guida dello Spirito».

Sr. Nicla Spezzati, Adoratrice del Sangue di Cristo e Postulatrice della Causa, evidenzia che «fedeli all’unica carismaticità delle origini che li vede segnati in modo speciale dalla contemplazione e dall’annuncio del Mistero della Redenzione, nel segno del Sangue della Nuova ed eterna Alleanza, i Missionari del Preziosissimo Sangue e le Adoratrici del Sangue di Cristo hanno iniziato insieme il cammino dell’Annunzio di Grazia, in cui rendono partecipe i Pastori della Chiesa e il popolo di Dio della Beatificazione di don Giovanni Merlini. Questo itinerario li vedrà pellegrini per le strade d’Italia e, in modo in particolare, da venerdì 15 a domenica 17 novembre presso le Parrocchie San Gaspare del Bufalo e SS. Corpo e Sangue di Cristo a Roma».

Nella Parrocchia San Gaspare del Bufalo, venerdì 15 novembre, dalle ore 9:30 alle ore 18:30, si terrà l’Adorazione eucaristica al Corpo e Sangue di Cristo, con possibilità di colloqui e confessioni. Alle ore 18:30 seguirà la Santa Messa e alle 19:30, nella stessa chiesa, è previsto un incontro aperto a tutti, intitolato: «Don Giovanni Merlini…una vita riuscita».

Sabato 16 novembre ci sarà la visita agli ammalati, dalle ore 9:00 alle ore 12:30 e dalle ore 16:30 alle ore 18:00. Alle ore 10:00 sarà celebrata una messa presso la clinica “Nuova Latina”, rivolta ai pazienti e agli operatori sanitari. Domenica 17 novembre, alle ore 19:00, si terrà la Santa Messa, seguita da una Veglia Eucaristica. Nella Parrocchia SS. Corpo e Sangue di Cristo, invece, venerdì 15 novembre alle ore 21:00 è previsto un incontro in chiesa aperto a tutti, dal titolo «Don Giovanni Merlini…una vita riuscita».

Sabato 16 novembre, la mattinata, dalle ore 9:00 alle ore 12:30, sarà dedicata alla visita agli ammalati. Nel pomeriggio, alle ore 16:00, si terrà un incontro con i ragazzi del catechismo della prima comunione, mentre alle ore 17:00 sarà il turno dei ragazzi della cresima. Alle ore 18:00 seguirà la Santa Messa prefestiva, e alle ore 21:00 la giornata si concluderà con una Veglia Eucaristica. Domenica 17 novembre, infine, la celebrazione della Santa Messa avrà luogo alle ore 11:00.

Un invito a donare il sangue

Ho sempre avuto paura degli aghi e del sangue, (avevo anche svenimenti e crisi di panico) ma grazie a mia moglie e alla fede mi sono cimentato e sono diventato donatore di sangue. Ma avevo sempre detto non donerò mai le piastrine, perché con questo tipo di donazione occorre stare con l’ago nel braccio almeno un ora e solo il pensiero mi terrorizzava.

Ci sono riuscito grazie all’unione con Cristo, ho pensato alla Sua crocifissione; a Gesù nella sua carne hanno piantato i chiodi e io per degli aghetti nel braccio avevo paura! Ho preso il mio santo Rosario e fondendomi in Gesù e Maria ho pregato tutto il tempo della donazione, chiedendo l’Avvento del Regno di Dio e sono riuscito nel donare le piastrine.

Se ci affidiamo totalmente farà tutto Gesù in noi, ci farà superare le nostre paure e potremo aiutare chi ha bisogno di sangue, plasma e piastrine. Voglio ricordare che specie per il plasma non basta a coprire il fabbisogno in Italia di medicinali plasmaderivati e si è costretti a prenderli sul mercato internazionale. Per il sangue ci sono varie città in Sicilia e in Italia che non coprono tutta la richiesta di tutti gli ammalati. 

(Tratto da https://www.adveniatregnumtuum.it/)

A Napoli il sangue di san Gennaro: la fragilità rende migliori

Ieri a Napoli si è ripetuto il miracolo del sangue di san Gennaro, come ha annunciato l’arcivescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia, prima della celebrazione eucaristica nel duomo con il sangue nell’ampolla, portata a spalla dai seminaristi fino all’altare maggiore della cattedrale, ricordando che il patrono di Napoli non ha scelto la morte: “Oggi è la memoria del suo ‘dies natalis’, del giorno del suo martirio, della sua morte non subita ma scelta come conseguenza della fedeltà al Vangelo, scelta per amore ad un Amore che è più forte della morte, della violenza, di ogni potere!”

Il sangue di san Gennaro racconta l’Amore di Dio: “Questo sangue è segno del sangue di Cristo, della sua Pasqua ma al contempo è un appello a tutti noi a rimboccarci le maniche per costruire insieme il sogno di Dio: perché questo sangue si mescola sempre con il sangue dei poveri, degli ultimi, con il sangue versato a causa della violenza, dell’incuria umana, del degrado sociale, come purtroppo è accaduto alle vittime del crollo di Scampia e a quelle dell’esplosione di Forcella!”

E’ stato un segno di vicinanza per chi soffre: “E permettetemi oggi di rivolgere il mio pensiero che si fa preghiera, a Chiara, ai suoi familiari ed amici, e a tutti coloro che sono nel dolore per questa morte assurda e tragica: la Chiesa di Napoli vi è vi vicina! Questa vicinanza al dolore di chi soffre è necessaria oggi più che mai perché non possiamo guardare al sangue del nostro Patrono senza guardare al sangue della gente, al sangue di chi è nel dolore, al sangue dei poveri, al sangue degli ultimi: sarebbe un’ipocrisia imperdonabile! Non dobbiamo preoccuparci se il sangue di questa reliquia non si liquefa ma dobbiamo preoccuparci se a scorrere tra le nostre strade e nel nostro mondo è il sangue dei diseredati, degli emarginati, degli ultimi!”

Il sangue di san Gennaro è una sfida per i cittadini di oggi: “Il Vescovo Gennaro anche quest’oggi ricorda a ciascuno di noi che nel Vangelo di Gesù vi è la bussola necessaria a vivere, a vivere pienamente, affrontando a testa alta e con coraggio le sfide che ogni tempo reca con sé, sfide che interpellano la nostra umanità, il nostro essere credenti, la vita della nostra città e dell’intera comunità umana”.

Ed ha elencato alcune sfide a cui i cittadini sono chiamati: “Penso alla sfida della pace, che chiede di essere costruita prima ancora che invocata, attraverso il nostro modo di relazionarci quotidianamente a chi incontriamo, attraverso le scelte politiche, economiche, etiche che siamo chiamati a fare sia ogni giorno nel nostro piccolo che nei momenti importanti della vita democratica e sociale.

Penso alla sfida della solidarietà, che diventa sempre più necessaria in un tempo in cui la cultura dello scarto sembra avere la meglio, mettendo da parte ciò che non produce, o che si ritiene inutile ai fini dell’efficienza consumistica! Penso alla sfida che ogni giorno il mondo e anche la nostra città lancia alla Chiesa, chiedendole ragione della propria speranza, invitandola a non essere profeta di sventura ma piuttosto sorgente di senso e di significato, quel senso e quel significato che per noi ha il volto e il nome di Gesù di Nazareth, che siamo chiamati ad annunciare a tutti anzitutto attraverso la testimonianza della nostra vita personale e comunitaria!”

Anche san Gennaro è stato chiamato a tali sfide: “Fratelli e sorelle, penso che anche il martire Gennaro si è trovato in questa situazione. Vivendo un’epoca di grandi cambiamenti e mutamenti sociali, politici, etici. E la sua fiducia nel Signore lo ha spinto a non tirarsi indietro, a non nascondersi ma a portare il conforto dell’amicizia e della fede ai suoi amici imprigionati, mettendo a repentaglio la propria vita nella consapevolezza che solo una vita spesa fino alla fine per amore e nell’amore è degna di essere vissuta! Perché l’amore riesce a discernere ciò che davvero conta nella vita e ciò che davvero conta è anche ciò da cui bisogna ripartire per costruire insieme un futuro diverso, più umano, più pacifico e giusto”.

E’ stato un invito ad accogliere la Parola di Dio: “Le nostre ferite, vissute con fede, possono diventare feritoie da cui entra la luce di Dio, trasformandoci e rendendoci capaci di contagiare con la speranza coloro che incontriamo! E questo vale anche per le ferite della nostra città: spesso guardiamo ad alcune emergenze e alle problematiche sociali solo come problemi da risolvere dimenticando che possono segnare l’inizio di nuove traiettorie di giustizia e di pace per la nostra comunità. Pensiamo all’emergenza educativa o a quella abitativa: certamente sono problemi urgenti che richiedono risposte immediate e lungimiranti ma al contempo sono un invito a far luce su un futuro diverso possibile, capace di segnare un cambio di passo per la Napoli che verrà!”

Ma ciò avviene con la cooperazione: “Per far questo occorre, ad ogni livello, avere il coraggio di superare la logica della competizione ad oltranza per abbracciare quella della cooperazione. E cooperare implica il tenersi per mano, lo stare l’uno accanto all’altro, superando le contrapposizioni personali inutili, il lessico violento, la calunnia gratuita, l’offesa come stile comunicativo”.

Questa la sfida del perdono: “Il perdono non è soltanto uno dei più grandi insegnamenti e inviti di Gesù ma è un tassello fondamentale della convivenza, a tutti i livelli. Non è facile perdonare, lo sappiamo bene ma è proprio nel perdono che troviamo la vera libertà, la pace del cuore, la capacità di andare oltre il male subito e di aprirci a un futuro nuovo in cui il fratello e la sorella non sono combattuti come nemici ma accolti come compagni di viaggio, anche e soprattutto se sono portatori e portatrici di idee e pensieri diversi dal mio!”

Per questo la fragilità non è debolezza: “La fragilità non è mai una sconfitta, ma un’opportunità per aprire il nostro cuore all’azione di Dio, per permettere alla sua grazia di entrare e trasformare le nostre vite. E’ la fragilità che ci rende più umani, e, allo stesso tempo, più capaci di comprendere e amare gli altri, fino a ‘sacrificare tutto in nome dell’amore’…

Un amore che non conosce limiti, che è disposto a dare tutto, anche la vita, per il bene degli altri, un amore che non è solo un sentimento, ma un impegno concreto, una scelta di vita. Gennaro ci invita a vivere un amore che non si accontenta di mezze misure, ma che va fino in fondo, fino alla croce, sapendo che si tratta sempre e comunque di una ‘collocazione provvisoria’, perché la notte del calvario non è eterna e dovrà ritrarsi alle prime luci dell’alba pasquale!”

E’ stato un appello alla ‘ripartenza’: “Napoli, mia amata città, ricorda sempre di custodire con tutto te stessa e ripartire ogni giorno dalle poche cose che contano e che reggono ogni giorno la tua speranza e la tua fiducia!

Riparti dall’esperienza di chi fa della cura la sua scelta di vita, evitando di girarsi dall’altra parte, rispondendo all’appello che il volto dell’altro esprime, sia esso quello di un familiare, di un amico, di un bambino di strada o di un migrante.

Riparti da una politica che diventa davvero scelta d’amore per il bene comune quando si diventa capaci di stringere la mano all’avversario e fare con lui un pezzo di strada pur conquistare un ulteriore pezzo di umanità e solidarietà per chi rischia di restare indietro.

Riparti dalla solidarietà autentica, dal riconoscimento spontaneo della fraternità innata che lega gli agli altri e che da sempre è decantata nel mondo come la tua perla preziosa, il tuo tesoro più grande: non dimenticare mai la potenza di una mano tesa, la forza guaritrice di un sorriso accogliente, la grandezza dello schierarsi per chi ha bisogno, senza chiedergli nessun patentino se non quello del suo essere figlio di questa umanità!

Napoli, conserva l’entusiasmo di lottare per una città più giusta e pacifica, in cui il malaffare, a qualsiasi livello, possa cedere il posto ad una cultura del bene. E in questo tragitto non sentirti mai sola ma avverti la compagnia umile della chiesa di Cristo, di questa barca che a volte sembra far acqua da tutte le parti ma che non teme perché nella sua stiva contiene un vaso di creta che custodisce il tesoro prezioso del Vangelo, tesoro che desidera condividere con tutti, senza alcuna distinzione.

E tu, beato Gennaro, non abbandonarci mai e che il segno del tuo sangue ravvivi sempre in noi il desiderio di realizzare per la nostra terra e per l’intero mondo il sogno di Dio!”

(Foto: arcidiocesi di Napoli)

Appello per salvare la vita

‘Sono una mamma affetta da Talassemia e d’estate sto male perché le trasfusioni sono sempre in ritardo. Alcuni giorni, tra il caldo e l’emoglobina bassa sono bloccata nel letto e non riesco ad accudire i miei figli’.

Questa è la toccante testimonianza di una mamma che ha la Talassemia e necessita di trasfusioni di sangue ogni 15 giorni. Attualmente vi è un calo di donatori di sangue e per tutto il periodo estivo si prevedono disagi.

*Vieni a donare sangue* contribuisci a salvare vite e dare speranza di una vita migliore a tante persone che soffrono.

*🩸DONA SANGUE, DONA VITA❤️*

Se non hai mai donato basta fare la *Pre-donazione* che consiste in un colloquio con il medico e un prelievo di sangue 👩🏻‍⚕️💉. Dopo qualche giorno verrai richiamato per donare. 

☎️ prenota ai numeri  392/9240662 – 375/6324280

⏰Aperti dal LUNEDÌ al SABATO dalle 8:00 alle 12:00

📌 Ospedale Cervello  Reparto di Medicina Trasfusionale (Ed.B)

📌 Centro fisso di Via Pecori Giraldi 18 (zona Forum-Sperone) 

☎ info su aperture e prenotazioni ai numeri 392/924 0662 – 334/9935216 

*#iodonosangue #iodonotuvivi #iodono #rossosangue*

Purtroppo abbiamo cambiato titolo perchè facebook censura la parola ‘sangue’.

Appello ai palermitani: donate sangue prima di partire per la vacanza

“Occorrono circa 500 donatori di sangue in più per i mesi di luglio, agosto e settembre per non ritardare le trasfusioni di sangue a chi ne ha bisogno all’ospedale Cervello di Palermo – lo evidenzia Pietro Giannopolo Direttore di Linfa Rossa, Donatori Sangue Palermo Odv- il tempo di attesa per una trasfusione può essere anche di 20 giorni in estate, quindi per abbattere i tempi siamo costretti a recuperare il sangue dove disponibile. Più è lontano il luogo disponibile – continua Pietro Giannopolo- e più giorni serviranno per avere il sangue in ospedale; nel frattempo questo perderà delle proprietà; l’ideale è avere del sangue fresco per avere il massimo del rendimento in una trasfusione per un paziente”.

“I malati cronici accolti dall’Ospedale Cervello sono 300, 200 sono talassemici e 100 hanno l’Anemia Falciforme -evidenzia il Dott. Aurelio Maggio, Ematologia e Malattie Rare, – loro hanno i problemi maggiori perché ogni quindici giorni hanno necessità di sangue. In questi soggetti, se i tempi di attesa di ricezione del sangue sforano i dieci giorni, sia il cuore che il fegato entrano in sofferenza, perché comincia a mancare l’ossigeno nel sangue; avranno anche un grande senso di stanchezza nel fare le cose, perché ogni muscolo andrà in difficoltà. Oltre i problemi fisici, ci sono anche quelli psicologici perché queste persone vivendo in continua attesa della sacca di sangue, non possono programmare nulla, spesso non possono andare in vacanza e la depressione prende il sopravvento.

Se il malato cronico riceve il sangue più volte in ritardo – continua il Dott. Aurelio Maggio- si accumula il ferro nel sangue che insieme alla mancanza di ossigeno fa aumentare la sofferenza di cuore e fegato e in generale di tutti i muscoli dei pazienti”. “Mi rivolgo a tutti i palermitani – aggiunge Pietro Giannopolo di Linfa Rossa – e ai donatori abituali di venire a donare sangue prima di andare in vacanza e anche ai nuovi donatori di operare questo gesto d’amore.

Palermo è una città molto solidale e generosa nella donazione del sangue, ma siccome in città abbiamo anche diversi operati per trapianti di midollo presso ospedale Cervello e Ismet, che hanno necessità di sangue immediato, le scorte si esauriscono ed entriamo in difficoltà con talassemici e anemici, a cui il sangue occorre ogni 15 giorni’’.

Per poter essere donatori di sangue bisogna avere dai 18 ai 65 anni, godere di buona salute, fare uno screening e una pre-donazione per controllare i valori del sangue. Dal lunedì al sabato mattina dalle 8 alle 12.30 all’ospedale Cervello si può donare sangue previa una telefonata per prenotarsi ai numeri: 392/9240662 – 375/6324280 – 091/7781309 

“Donare sangue può salvare una vita in una situazione di emergenza, – conclude Riccardo Rossi giornalista donatore di sangue- contribuisce a rendere più accettabile la vita di chi soffre di una malattia cronica, permette al donatore di controllare periodicamente il proprio stato di salute”.

Riccardo Rossi invita a donare il sangue

Carenza di sangue a Palermo all’ospedale Cervello che ha tanti pazienti che hanno continuo bisogno di trasfusioni. Questo video promosso dall’Associazione Linfa Rossa mette in evidenza come sia facile donare e come sia importante farlo per salvare tante vite.

Nel video sono spiegati i vari passaggi per poter essere idonei a fare una donazione, come essere in buona salute, avere valori ottimali, rientrare nei limiti d’età. Inoltre, il testimonial del video Riccardo Rossi, giornalista, ha raccontato che è riuscito a superare la sua fobia degli aghi grazie all’amore della moglie Barbara (anche lei nel video) e alla fede.

Riccardo ha dichiarato: “Un piccolo disagio, come quello di sottoporsi alla puntura per donare il sangue, è paragonabile ad un pizzicotto o poco più, ma il bene che si fa è talmente grande, che si contribuisce a salvare vite”. Barbara ha sottolineato che fare una donazione è importante anche per il donatore stesso, perché, grazie ai controlli preventivi, si può tenere sotto controllo il proprio stato di salute”.

https://www.facebook.com/gruppodonatori.fratrespalermo?__cft__[0]=AZUCZpfsXrPeIm60daowtJsqTR6NzDO0-dLcwVEhZ2hIQgnHsinYhK7KaKDfEs1U-w0sN1W0WsEJWaRWGUst5JvYdSev_xIpZV-d3ifQKP_Q898q0A6MwHinS8-ULad5uNpcABY0kQGMz_e65hG0CJdIP72xAQTau2RAJwq_xcikKGi_wiyWATYKKsG0gItBKjXT7TwHDqRsW1ATGfiikMn_YnMyHM26lBmBhb62taR6OQ&__tn__=-UC-R

  📌VIENI A TROVARCI ALL’OSPEDALE CERVELLO DAL LUNEDI AL SABATO DALLE ORE 8.00 ALLE 12.30 – Reparto di Medicina Trasfusionale

☎️PRENOTA LA TUA DONAZIONE AI NUMERI: 392/9240662 – 375/6324280 – 091/7781309

#iodonosangue #iodonotuvivi #LINFAROSSA

A Palermo per donare sangue

Il presidio ospedaliero ‘V. Cervello’ di Palermo ha molta carenza di sangue soprattutto in questo periodo estivo. Oltre agli incidenti e alle operazioni ordinarie e straordinarie numerosi pazienti necessitano periodicamente di trasfusioni.

E fa un appello, perché donare il sangue è un atto volontario e gratuito, è un dovere civico, è una manifestazione concreta di solidarietà e amore verso gli altri: #aiutaciadaiutare. Prenota la tua donazione: chiama ai numeri 392/9240662 – 345/4176083 dal lunedì al sabato dalle ore 8:00 alle ore 12:30.

Dove posso donare?Associazione Linfa Rossa donatori sangue Palermo ODV c/o Ospedale Cervello, Reparto di medicina trasfusionale, via Trabucco 180; Punto di Raccolta Fisso, Via Pecori Giraldi 18 Palermo.

3 SEMPLICI STEP PER FARE LA DIFFERENZA. DIVENTA DONATORE, FAI LA PREDONAZIONE:

1) ACCETTAZIONE

2) COLLOQUIO CON IL MEDICO

3) PRELIEVO

Dopo qualche giorno verrai ricontattato per fissare l’appuntamento per la donazione. Donate anche voi e ricordate: fare bene fa stare bene, anche d’’estate!

Solennità del Corpus Domini: Santissimo Corpo e Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

Con la Pentecoste si conclude il tempo forte dell’anno liturgico durante il quale si è chiamati a meditare sul grande mistero delle nostra redenzione. Le due domeniche successive sono riservate rispettivamente a celebrare il mistero dell’unità e trinità di Dio e la festa del Corpus Domini: Dio ci ha amato da restare in modo visibile in mezzo a noi sotto le apparenze del pane e del vino come cibo e nutrimento delle nostre anime.

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