Alle famiglie il papa indica cinque passi

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Sono stati cinque i passi in più della famiglia, delineati dalle cinque testimonianze che papa Francesco che ha ascoltato con attenzione, prima di dare inizio, con il suo discorso, all’Incontro Mondiale delle Famiglie, dopo aver ringraziato il card. Farrell, il card. De Donatis e tutti i collaboratori del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e della diocesi di Roma:

“Desidero poi ringraziare le famiglie presenti, venute da tante parti del mondo; e in particolare quelle che ci hanno regalato la loro testimonianza: grazie di cuore! Non è facile parlare davanti a un pubblico così vasto della propria vita, delle difficoltà o dei doni meravigliosi, ma intimi e personali, che avete ricevuto dal Signore. Le vostre testimonianze hanno fatto da ‘amplificatori’: avete dato voce all’esperienza di tante famiglie nel mondo, che, come voi, vivono le medesime gioie, inquietudini, le medesime sofferenze e speranze”.

E dopo i ringraziamenti il papa ha ringraziato: “Vorrei farvi sentire la mia vicinanza proprio lì dove vi trovate, nella vostra concreta condizione di vita. Il mio incoraggiamento è anzitutto proprio questo: partire dalla vostra situazione reale e da lì provare a camminare insieme: insieme come sposi, insieme nella vostra famiglia, insieme alle altre famiglie, insieme con la Chiesa.

Penso alla parabola del buon samaritano, che incontra per strada un uomo ferito, gli si fa vicino, si fa carico di lui e lo aiuta a riprendere il cammino. Vorrei che proprio questo fosse per voi la Chiesa!”

Partendo dalle testimonianza il primo passo è quello verso il matrimonio: “Il mio incoraggiamento è anzitutto proprio questo: partire dalla vostra situazione reale e da lì provare a camminare insieme: insieme come sposi, insieme nella vostra famiglia, insieme alle altre famiglie, insieme con la Chiesa. Penso alla parabola del buon samaritano, che incontra per strada un uomo ferito, gli si fa vicino, si fa carico di lui e lo aiuta a riprendere il cammino. Vorrei che proprio questo fosse per voi la Chiesa!”

Il matrimonio è un dono di Dio: “Un dono meraviglioso, che ha in sé la potenza dell’amore divino: forte, duraturo, fedele, capace di riprendersi dopo ogni fallimento o fragilità. Il matrimonio non è una formalità da adempiere. Non ci si sposa per essere cattolici ‘con l’etichetta’, per obbedire a una regola, o perché lo dice la Chiesa o per fare una festa; no, ci si sposa perché si vuole fondare il matrimonio sull’amore di Cristo, che è saldo come una roccia”.

Quindi il matrimonio è un bel viaggio insieme a Gesù: “Nel matrimonio Cristo si dona a voi, così che voi abbiate la forza di donarvi a vicenda. Coraggio, dunque, la vita familiare non è una missione impossibile! Con la grazia del sacramento, Dio la rende un viaggio meraviglioso da fare insieme a Lui, mai da soli.

La famiglia non è un bell’ideale, irraggiungibile nella realtà. Dio garantisce la sua presenza nel matrimonio e nella famiglia, non solo nel giorno delle nozze ma per tutta la vita. E Lui vi sostiene ogni giorno nel vostro cammino”.

La famiglia è un aiuto a portare la croce: “Vedere come lei ha vissuto la prova della malattia vi ha aiutato ad alzare lo sguardo e a non rimanere prigionieri del dolore, ma ad aprirvi a qualcosa di più grande: i disegni misteriosi di Dio, l’eternità, il Cielo. Vi ringrazio per questa testimonianza di fede!..

Nel cuore di Chiara è entrata anche la verità della croce come dono di sé: una vita donata alla sua famiglia, alla Chiesa, al mondo intero. Sempre abbiamo bisogno di esempi grandi a cui guardare: che Chiara sia d’ispirazione nel nostro cammino di santità, e che il Signore sostenga e renda feconda ogni croce che le famiglie si trovano a portare”.

Il terzo passo è il perdono, come hanno raccontato Paul e Germain: “Vi ringraziamo di questo, perché in ogni matrimonio ci sono le crisi: dobbiamo dircelo, dobbiamo svelarlo e andare sulla strada per risolverla.

Non avete voluto addolcire la realtà con un po’ di zucchero! Avete chiamato per nome tutte le cause della crisi: la mancanza di sincerità, l’infedeltà, l’uso sbagliato dei soldi, gli idoli del potere e della carriera, il rancore crescente e l’indurimento del cuore”.

Il perdono è risanante: “Il perdono, fratelli e sorelle, il perdono risana ogni ferita; il perdono è un dono che sgorga dalla grazia con cui Cristo riempie la coppia e la famiglia intera quando lo si lascia agire, quando ci si rivolge a Lui.

E’ molto bello che abbiate celebrato la vostra ‘festa del perdono’, con i vostri figli, rinnovando le promesse matrimoniali nella celebrazione eucaristica…. E i vostri figli hanno visto in voi qualcosa di molto più importante: hanno visto l’umiltà per chiedersi perdono e la forza che avete ricevuto dal Signore per risollevarvi dalla caduta. Di questo loro hanno veramente bisogno!”

Un altro passo è quello verso l’accoglienza: “Ringrazio voi, Iryna e Sofia, per la vostra testimonianza. Avete dato voce a tante persone la cui vita è stata sconvolta dalla guerra in Ucraina. Vediamo in voi i volti e le storie di tanti uomini e donne che hanno dovuto fuggire dalla loro terra.

Vi ringraziamo perché non avete perso fiducia nella Provvidenza, e avete visto come Dio opera in vostro favore anche attraverso persone concrete che vi ha fatto incontrare: famiglie ospitali, medici che vi hanno aiutato e tanti uomini dal cuore buono.

La guerra vi ha messe di fronte al cinismo e alla brutalità umana, ma avete incontrato anche persone di grande umanità. Il peggio e il meglio dell’uomo! E’ importante per tutti non rimanere fissati sul peggio, ma valorizzare il meglio, il tanto bene di cui è capace ogni essere umano, e da lì ripartire”.

L’accoglienza è la dinamica dell’accoglienza: “E questa, in fondo, è la dinamica propria della famiglia. In famiglia si vive una dinamica di accoglienza, perché anzitutto i coniugi si sono accolti l’un l’altro, come si sono detti a vicenda il giorno delle nozze: ‘Io accolgo te’. E poi, mettendo al mondo i figli, hanno accolto la vita di nuove creature.

E mentre nei contesti anonimi chi è più debole viene spesso rigettato, nelle famiglie, invece, è naturale accoglierlo: un figlio con disabilità, una persona anziana bisognosa di cure, un parente in difficoltà che non ha nessuno… E questo dà speranza.

Le famiglie sono luoghi di accoglienza, e guai se venissero a mancare! Guai. Una società diventerebbe fredda e invivibile senza famiglie accoglienti. Sono un po’ il calore della società, queste famiglie accoglienti e generose”.

Infine il papa ha citato il passo della fratellanza: “Oltre che essere marito e moglie, voi avete vissuto da fratelli nell’umanità, da fratelli nelle diverse esperienze religiose, da fratelli nell’impegno sociale.

Anche questa è una scuola che s’impara in famiglia. Vivendo assieme a chi è diverso da me, in famiglia s’impara ad essere fratelli e sorelle. S’impara a superare divisioni, pregiudizi, chiusure e a costruire insieme qualcosa di grande e di bello, partendo da ciò che ci accomuna”.

(Foto: Santa Sede)

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