Ricordare la Resistenza è via alla Democrazia

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In un libretto dal titolo ‘La Gabriella in bicicletta. La mia Resistenza raccontata ai ragazzi’ Tina Anselmi ha raccontato ad un’immaginaria nipote la sua esperienza partigiana, sottolineando il contributo costante e silenzioso, apportato dalle donne nella lotta per la liberazione:

“Le donne nella guerra partigiana sono state fondamentali. Io dico che la qualità della politica sarebbe migliore se ci fossero più donne accanto agli uomini a gestire i problemi del Paese… Quando noi abbiamo combattuto con le forze partigiane abbiamo combattuto per conquistare la pace…

Dobbiamo non perdere la memoria di quello che è avvenuto, di quello che abbiamo pagato perché la storia si ripete, non c’è niente e nessuno che ci possa salvare quel giorno in cui noi questa storia la tradissimo proprio nella memoria”.

Infatti, ricevendo una rappresentanza delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma nella ricorrenza del 77° anniversario della Liberazione, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nei giorni scorsi ha ricordato che Il 25 aprile è la data fondativa della democrazia: “Una data in cui il popolo e le Forze Alleate liberarono la nostra Patria dal giogo imposto dal nazifascismo. Un popolo in armi per affermare il proprio diritto alla pace dopo la guerra voluta dal regime fascista.

A pagare furono, come non mai, le popolazioni civili, contro le quali, in un tragico e impressionante numero di episodi sanguinosi, si scagliò la brutalità delle rappresaglie. Fu, quella, una crudele violenza contro l’umanità, con crimini incancellabili nel registro della storia, culminati nella Shoah”.

Ed il presidente della Repubblica italiana ha ricordato ciò che sta avvenendo in Ucraina: “Un’esperienza terribile; che sembra dimenticata, in queste settimane, da chi manifesta disinteresse per le sorti e la libertà delle persone, accantonando valori comuni su cui si era faticosamente costruita, negli ultimi decenni, la pacifica convivenza tra i popoli”.

Il presidente Mattarella non ha giustificato l’attacco russo: “Abbiamo assistito, in queste settimane, con un profondo senso di angoscia, a scene di violenza sui civili, anziani donne e bambini, all’uso di armi che devastano senza discrimine, senza alcuna pietà.

L’attacco violento della Federazione Russa al popolo ucraino non ha alcuna giustificazione… La pretesa di dominare un altro popolo, di invadere uno Stato indipendente, ci riporta alle pagine più buie dell’imperialismo e del colonialismo”.

La libertà ha bisogno di sacrificio: “La straordinaria conquista della libertà, costata sacrifici e sangue ai popoli europei (e condivisa per molti decenni) non può essere rimossa né cancellata. Sappiamo anche che la libertà non è mai acquisita una volta per sempre e che, per essa, occorre sapersi impegnare senza riserve.

Vale ovunque. In Europa, in Italia. Il convinto e incondizionato rifiuto di ogni sopraffazione totalitaria, unitamente alla consapevolezza dell’importanza della democrazia, all’affermazione coraggiosa e intransigente del rispetto della dignità umana, al rifiuto di ogni razzismo, alla fedeltà ai propri ideali, sono i valori che ci sono stati affidati dalla Liberazione; e che avvertiamo di dover trasmettere ai nostri figli, ai nostri nipoti, ai giovani europei perché si scongiuri l’atrocità inescusabile della guerra”.

Mentre il presidente nazionale di ANLA (Associazione Nazionale Lavoratori Anziani), Edoardo Patriarca, ha ricordato una frase di Piero Calamandrei, che afferma che la Costituzione italiana ha bisogno dell’impegno di tutti:

“C’è una guerra in Europa, sempre più terribile: ciò nonostante siamo  orgogliosi di appartenere a questo Continente, a Stati nazionali governati dal diritto scritto in norme costituzionali approvate dai Parlamenti e fondato sui diritti umani: dal rispetto della vita umana alla dignità della persona, dalla libertà di opinione e di autodeterminazione al valore delle diversità che animano lo spazio pubblico.

Uno stato di diritto costruito sulla legalità, con  regole scritte chiare (non gli umori di alcuni o della cosiddetta opinione pubblica) che determinano l’agire di coloro che guidano il paese. Principi difesi  mediante la separazione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, e nel bilanciamento dei diritti e doveri che garantisce  l’effettiva collegialità nei processi decisionali”.

L’Italia è una Repubblica democratica recita l’articolo 1 della Carta fondamentale: “E per Repubblica i nostri padri indicano sia il complesso dei pubblici poteri che compongono l’intero ordinamento (i Comuni, le Province, le Città  metropolitane, le Regioni, lo Stato) sia l’intera comunità politica e sociale sulla  quale si fonda ogni forma istituzionale organizzata.

Il popolo, altra parola abusata, non è solo  destinatario di decisioni ma ne è partecipe e artefice attraverso le sue istituzioni  civili: famiglie, associazioni, minoranze linguistiche, confessioni religiose,  scuole e università, sindacati e  partiti politici, cooperative e imprese”.

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