A Napoli la Giornata della Memoria e dell’Impegno contro le mafie

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Napoli accoglierà i familiari di vittime innocenti provenienti da tutta Italia in occasione della XXVII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie promossa da Libera e Avviso Pubblico, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e in collaborazione con la Rai che si svolgerà lunedì 21 marzo con un corteo che partirà alle ore 9.00 da Piazza Garibaldi e arriverà a Piazza Plebiscito dove verranno letti i nomi della vittime innocenti delle mafie.

Però domenica 20 marzo i familiari provenienti dalla Calabria, Sicilia, Puglia, Campania e dal Nord Italia si ritroveranno alle ore 15.00 presso il Monastero Santa Chiara Piazza del Gesù, a cui seguirà alle ore 18.00 una Veglia ecumenica nella Basilica Santa Chiara.

Nell’occasione Libera presenta Vivi, un archivio multimediale, aperto e accessibile a tutti, dove sono raccolte tutte le storie delle oltre 1000 vittime innocenti delle mafie, e arricchito con testimonianze , ricordi, aneddoti, album di famiglie e interviste dei familiari. Un album collettivo in cui ritrovare la memoria dei propri territori (vivi.libera.it).

Il prodotto multimediale si compone di diverse sezioni, ciascuno strettamente legata all’altra. La navigazione prende avvio dall’elenco dei nomi da non dimenticare, perché è dall’idea di un elenco completo, su cui lavorare quotidianamente che è nato l’impegno di Libera nella memoria, come ha sottolineato Daniela Marcone, componente dell’Ufficio di Presidenza di Libera e responsabile di Libera Memoria:

“E’ importante ricordare le oltre 1000 persone uccise dalle mafie nella loro vitalità, nel loro essere madri, padri, figli, sorelle, mogli e mariti, cittadini del nostro stesso mondo. La memoria che custodiamo è fatta di ricordi vivi che restituiscano ai familiari come me una speranza importante, che permetta percorsi difficili di vita e di ricerca di una verità processuale imprescindibile. L’80% dei familiari delle vittime innocenti di mafia non conosce la verità e non può avere giustizia.

Ogni anno nel percorso di avvicinamento al 21 marzo nei nostri archivi aggiungiamo periodicamente nuove storie. Storie che ci aiutano un pò di più nel rendere questo elenco più aderente ai fatti, storie che sono parte della Storia d’Italia.

Per questo motivo è importante essere il 21 marzo, primo giorno di primavera, a Napoli e nei tanti di luoghi d’Italia,in Europa e America Latina dove verranno letti i nomi delle vittime innocenti delle mafie, nel segno di una memoria che non vuole essere celebrazione ma impegno per il cambiamento.

Una lettura collettiva che unisce il paese per risvegliare le coscienze, a cominciare dalle nostre, per ribadire che quando c’è di mezzo la giustizia e la verità le scelte non ammettono chiaroscuri, margini di ambiguità”.

Il 21 marzo è un momento di riflessione, approfondimento e di incontro, di relazioni vive e di testimonianze attorno ai familiari delle vittime innocenti delle mafie, persone che hanno subito una grande lacerazione che noi tutti possiamo contribuire a ricucire, costruendo insieme una memoria comune a partire dalle storie di quelle persone:

“E’ una giornata di arrivo e ripartenza per il nostro agire, al fine di porre al centro della riflessione collettiva la vittima come persona e il diritto fondamentale e primario alla verità, diritto che appartiene alla persona vittima, ai familiari della stessa, ma anche a noi tutti.

Siamo certi vi sia un diritto-dovere alla verità: la verità ha un valore pubblico fondamentale per uno Stato che voglia dirsi democratico. E’ altresì il momento in cui dare spazio alla denuncia della presenza delle organizzazioni criminali mafiose e delle connivenze con politica, economia e massoneria deviate.

Leggere i nomi delle vittime, scandirli con cura, è un modo per far rivivere quegli uomini e quelle donne, bambini e bambine, per non far morire le idee testimoniate, l’esempio di chi ha combattuto le mafie a viso aperto e non ha ceduto alle minacce e ai ricatti che gli imponevano di derogare dal proprio dovere professionale e civile, ma anche le vite di chi, suo malgrado, si è ritrovato nella traiettoria di una pallottola o vittima di potenti esplosivi diretti ad altri. Storie pulsanti di vita, di passioni, di sacrifici, di amore per il bene comune e di affermazione di diritti e di libertà negate”.

Lo slogan della giornata è ‘Terra mia. Coltura I Cultura’: E’ uno slogan che vuole unire due dimensioni di impegno, oggi fondamentali, dalle quali ripartire. Terra mia: per prendersi cura della nostra comunità locale e reinterpretare il nostro essere cittadini globale a partire dall’attenzione al contesto nel quale viviamo, alla nostra quotidianità.

Coltura I Cultura. La coltura nella terra, la cultura nelle coscienze. Due parole che si differenziano solo per una vocale, che ci restituiscono la necessità di un lavoro che prosegue in parallelo e tiene insieme l’impegno per il nutrimento della Terra con l’impegno per il nutrimento delle coscienze.

A partire dall’enciclica ‘Laudato Sì’, ha assunto centralità il concetto di ecologia integrale, una dimensione attraverso la quale il rispetto dell’ambiente deve coniugarsi con politiche più eque, capaci di porre le basi per una reale inclusione tra i popoli e di diminuire la forbice che vede ancora oggi una parte del pianeta sfruttarne un’altra.

Si tratta di un approccio che valorizza lo scambio tra l’ambiente naturale, la società, le istituzioni e l’economia, costruendo un piano di riflessione e di azione unitario, utile a invertire la rotta.

Con l’arrivo della pandemia, infatti, è stato ancora più evidente che non c’è tempo da perdere, che l’impegno per recuperare gli esiti nefasti dello sfruttamento incondizionato delle risorse naturali dev’essere immediato e deve prevedere un corale impegno internazionale tra gli Stati.

Per attivare questo nuovo paradigma però è necessario uno scatto culturale, che viene provocato dai movimenti giovanili per l’ambiente ma che non è ancora patrimonio di tutti”.

E la scelta di Napoli non è casuale: “Napoli è una delle città che ha maggiormente pagato un tributo di sangue innocente negli ultimi anni: il nostro elenco parla di giovani ragazzi che hanno perso la vita per mano della violenza camorristica; giovani dei quartieri popolari le cui speranze sono state stroncate da una guerra fatta per il controllo della droga e del racket.

Ma saremo a Napoli anche per incoraggiare una Campania che resiste, fatta di gente perbene che nelle associazioni, nelle cooperative sociali, nelle realtà laiche e religiose, o anche semplicemente assumendosi la propria responsabilità di cittadino, s’impegna per il bene della sua terra e dell’intero paese.

Il nostro cammino di memoria ed impegno si rinnova tornando tra le strade di Napoli perché c’è bisogno di tutte le energie, le intelligenze, le forze e le reti per liberare la città da un potere criminale sempre più forte e violento dopo la pandemia. Bisogna abbattere i muri che separano centro e periferie, Posillipo e Ponticelli, società civile e Istituzioni. Occorre fare squadra, metterci in rete, riconnettere Napoli nella lotta contro la camorra, le camorre”.

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