8 anni di papa Francesco: gratitudine dalla Chiesa

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“Camminare, edificare-costruire, confessare… Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti”.

Così disse papa Francesco nella celebrazione eucaristica con i cardinali il giorno dopo l’elezione al soglio pontificio ed il rabbino Abraham Skorka su Osservatore Romano ha tracciato il profilo di questi 8 anni: “Il carisma e la credibilità di un leader autentico, di un leader servitore, risiedono nella sincerità e nell’onestà della persona.

La capacità delle sue parole di superare la prova del tempo dipende dall’integrità e dalla veracità di ciò che dice. Quando ho conosciuto Jorge Bergoglio nella nostra città natale Buenos Aires, sono stato edificato dall’umiltà, dalla semplicità e dalla franchezza della sua persona e del suo ministero…

Ricordo anche che spesso nei nostri dialoghi usava il verbo ‘camminare’. Lo usava nel senso di una ricerca di crescita spirituale e di impegno verso l’altro, come quando ha descritto il ravvicinamento tra cattolici ed ebrei dopo ‘Nostra aetate’ come un ‘cammino di amicizia’. Anche l’immagine di Abramo che obbedisce al comando del Signore ‘vattene’ è per lui una fonte d’ispirazione”.

Dai vescovi italiani è giunta la riconoscenza per dono delle parole del papa in questi 8 anni: “Il nostro augurio si fa riconoscenza per il dono della Sua parola, arricchita da segni e iniziative che orientano il cammino delle nostre Chiese verso una nuova tappa evangelizzatrice…

Questo periodo della storia, segnato dalla pandemia e dai suoi effetti, ci ha tolto la bellezza dello stare insieme, ma ci ha ancora più radicati nella convinzione che nessun uomo si salva da solo…

La ringraziamo per averci insegnato, con gesti concreti, che lo scorrere dei giorni ha senso pieno quando è vissuto per gli altri. La ringraziamo per il dono della Sua presenza, affettuosa e paterna, nella vita della nostra Chiesa”.

Anche dall’Azione Cattolica Italiana sono giunti gli auguri per il magistero di questi otto anni di pontificato: “Siamo con te papa Francesco nel proporre al mondo contemporaneo il volto di una Chiesa evangelizzatrice e missionaria.

Una comunità di discepoli fedele alla sua storia e alla sua missione e proprio per questo ancor di più capace di attenzione ai ‘segni dei tempi’, con lo sguardo e il cuore rivolto ai ‘fratelli tutti’, nel solco delle linee dettate dal Concilio Vaticano II, i cui frutti più maturi sono ancora da venire…

Siamo con te papa Francesco nel realizzare la più ampia sinodalità, poiché ‘il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio’.

Tutti nel battesimo abbiamo ricevuto una fondamentale consacrazione sacerdotale, che comprende una chiamata alla santità, la grazia e il compito di essere mediatori fra Dio e gli uomini.

Non destinatari ma soggetti attivi della missione della Chiesa. Una Chiesa che sa pregare, che sa amare, che sa dialogare, che sa abbracciare l’umanità tutta…

Siamo con te papa Francesco nel rimanere aperti alla realtà che ci circonda. Cercando senza timore il dialogo con chi vive accanto a noi, anche con chi la pensa diversamente ma come noi desidera la pace, la giustizia, la fraternità”.

Ed un ringraziamento per l’amore all’Azione Cattolica: “Grati per i tanti incontri che in questi anni hai voluto regalare all’Azione cattolica, per la tua benedizione e le tue parole, qui appena accennate, che accompagnano e incoraggiano i ragazzi, i giovani e gli adulti di Ac nel costante impegno a gettare il seme buono del Vangelo nella vita del mondo”.

Mentre i vescovi del Celam hanno espresso ringraziamento per ‘l’incoraggiamento a diventare discepoli missionari’: “Otto anni di pontificato vissuti con la gioia del Vangelo…

Sappiamo bene che in mezzo alle disuguaglianze e alle ingiustizie che patisce il nostro continente, come ‘Ecclesia semper reformanda’, dobbiamo fare nostra la chiamata permanente alla conversione per realizzare i sogni che ci hai donato in ‘Querida Amazonia’, per cedere il passo a una Chiesa ogni volta più samaritana, misericordiosa, sinodale, partecipativa e, soprattutto, al servizio del Popolo di Dio.

Una Chiesa sempre pronta a sanare le ferite come ospedale da campo tra i migranti, gli sfollati, chi subisce violenze, le vittime della tratta e i più vulnerabili, a cui vengono negati i diritti fondamentali, ovvero salute, lavoro, alloggio e istruzione”.

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