6^  Domenica Tempo Ordinario: la compassione e tenerezza del cuore di Cristo Gesù

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Oggi di scena nel brano del Vangelo la guarigione miracolosa di un lebbroso: una persona disperata, che aveva perduto tutto: lavoro, famiglia, amici, dignità, tale era considerato un ammalato di lebbra. Un uomo rifiutato da Dio e dalla società, costretto dalla legge a vivere ai margini della società con il divieto di avvicinare o di essere avvicinato d’alcuno. Nell’Antico Testamento la labbra era sinonimo di peccato; il lebbroso era considerato un vero appestato; Mosè ne aveva descritto l’impurità e, come tale, doveva essere allontanato e segregato dalla casa e dal popolo.

Questo povero lebbroso, calpestando la legge, ssi avvicina a Gesù e la sua speranza è legata ad un ‘se’: ‘Se vuoi, Gesù, puoi guarirmi!’ La risposta di Gesù è stupenda, è divina: ‘Sì, lo voglio; sii purificato’: Gesù ne ha compassione, cioè attiva partecipazione alla sua sofferenza, lo guarisce toccandolo con la mano: ‘lo voglio’. Gesù supera la prescrizione della legge con la misericordia di Dio ed instaura tempi nuovi. 

Gesù rovescia la concezione della santità evidenziando che la radice del male non sta in ciò che uno tocca o mette in bocca, non sono le mani sporche che contaminano l’uomo, ma ciò che esce dalla bocca, ciò che proviene dal cuore. La legge era stata data per mezzo di Mosè, la grazia invece oggi proviene solo da Cristo, e la grazie è l’amore misericordioso di Dio. Questa domenica chiude ed apre un tempo liturgico nuovo: la quaresima, tempo forte, di riflessione, di conversione vera che porta alla solennità della Pasqua di risurrezione.

Se la lebbra è sinonimo di peccato, l’episodio del Vangelo va letto alla luce della Pasqua: si chiude l’antica Alleanza, che ha come riferimento la legge, ed inizia l’era della Fede in Cristo Gesù, l’unica che conferisce la grazia. Gesù è quel buon samaritano della parabola, dove non c’è più l’amico o il nemico ma l’uomo creato ad immagine di Dio per il quale Gesù è morto in croce  ed ha aperto le porte del Regno di Dio. Perché si possa verificare una sana guarigione occorre imitare il lebbroso del Vangelo, il quale egli stesso va incontro  a Cristo Gesù chiedendo la guarigione.

Il lebbroso rompe con la prescrizione legale, si avvicina a Gesù e lo supplica. Gesù premia la sua fede: ‘lo voglio, sii purificato’ e la lebbre scomparve. La Pasqua, amici carissimi, è ormai vicina; mercoledì inizia la quaresima, periodo forte dell’anno liturgico che ci sprona ad una vera conversione del cuore, a prendere coscienza  di essere peccatori, confessare i nostri peccati e chiedere a Gesù di guarirci, di purificarci. Il peccato è la lebbra dell’anima e Cristo Gesù si è incarnato, è morto in croce per salvarci, per riaprire le porte del Regno.

Come Gesù non disse allora ai lebbrosi: siete tutti guariti, ma solo a chi si alzò, gli andò incontro e si prostrò chiedendo la grazia, così anche oggi Gesù non dice all’umanità: siete tutti salvi. La salvezza è personale e riguarda l’uomo e la sua libertà di scelta. Si salva chi si vuole salvare, chi ha l’umiltà di riconoscersi peccatore ed implora la grazia. Gesù ripete al peccatore pentito: ‘Lo voglio, vai e mostrati al sacerdote e fai quello che prescrive la legge’. E’ solo Cristo Gesù che assolve, è Cristo che perdona i peccati; Lui solo has il potere di guarire.

Gesù disse ai suoi Apostoli: ‘Andate, a chi rimetterete i peccati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo saranno rimessi, a chi non li rimetterete resteranno non rimessi’. La dottrina del ‘superuomo’ di nicciana memoria è una grande stupidità. Non esiste il superuomo; esiste l’uomo con la sua fragilità. Dalla lebbra, che è il peccato, se sei pentito dinanzi a Dio, se implori la grazia di essere purificato, troverai Gesù nella persona del suo ministro che ti accoglie e nel nome di Dio ti purifica.

E’ necessario riscoprire la coscienza del peccato e chiedere perdono. Uomo forte, consapevole ed onesto è colui che   sa di essere fragile e debole e solo in Cristo cerca e trova la forza  di rialzarsi. Dio vuole tutti salvi! In questo cammino, riconciliati con Dio, liberati dai peccati,  ci accompagni la Vergine Maria, madre di Gesù e madre nostra.               

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