Papa Francesco: conservare la fede per tutelare i poveri

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Papa Francesco stamane ha incontrato gli ambasciatori dell’Ordine di Malta, riuniti negli ultimi tre giorni in una conferenza in cui hanno affrontato le sfide geopolitiche mondiali con esperti, e nel suo discorso ribadisce il carattere religioso dell’Ordine, sostenendo la riforma che lui stesso ha voluto e approvato e che ha portato ai nuovi statuti. L’Ordine di Malta ha relazioni diplomatiche con 113 Paesi nel mondo e 37 missioni presso gli organismi internazionali, e l’obiettivo, annunciato dal Gran Maestro Fra’ John Dunlap all’inizio della conferenza, è quello di estendere la rete diplomatica e rafforzare la presenza alle Nazioni Unite.

Il papa ha ricordato che la loro Carta costituzionale prevede la tutela della fede e l’ossequio dei poveri: “Circa l’ossequio dei poveri, avete un modo molto significativo di chiamare i vostri assistiti: ‘i signori malati’. Date loro la signoria, e questo è molto bello. Servendo loro, servite Gesù. Poco prima della passione, anch’Egli, come narrano i Vangeli, ha ricevuto da Maria di Betania un atto di ‘ossequio’:

un’unzione con olio profumato di vero nardo, assai prezioso. Cristo accolse molto bene il gesto e, alle proteste indignate di chi lo riteneva uno spreco, rivelò il senso di quell’atto di amore, compiuto in vista della sua sepoltura… E siamo tenuti a farlo con amore e umiltà, senza retorica e ostentazione”.

Tutela della fede e ossequio dei poveri sono le basi del Vangelo: “Cristo ha così congiunto la predicazione del Vangelo e l’elogio del servizio ai poveri. Infatti la tuitio fidei e l’obsequium pauperum non si possono separare. E quando ci avviciniamo agli ultimi, agli ammalati, agli afflitti, ricordiamo che quanto facciamo è un segno della compassione e della tenerezza di Gesù.

In tal senso la vostra opera non è solo umanitaria, come quella meritoria di tante altre istituzioni: è un’azione religiosa, che dà gloria a Dio nel servire i più deboli e testimonia la predilezione del Signore per loro”.

Perciò l’attività svolta dall’Ordine di Malta è testimonianza dell’amore di Dio: “In questa prospettiva va considerata anche l’attività diplomatica che svolgete in tante parti del mondo, in ben 113 Paesi e in 37 missioni presso le Organizzazioni internazionali. E’ sempre l’attività di un Ordine religioso: se non avesse lo scopo di testimoniare l’amore di Dio per i bisognosi, non avrebbe senso che sia svolta da un Ordine religioso.

Infatti, non esistono due diverse realtà, quella del Sovrano Militare Ordine di Malta, soggetto internazionale deputato alle opere caritative ed assistenziali, e quella dell’Istituto religioso; non si può distinguere nettamente tra Gran Maestro quale Sovrano dell’Ordine, da cui derivano le prerogative sovrane e i titoli, e Gran Maestro quale Superiore religioso”.

Questa è strumento dell’azione apostolica: “In tal modo si delinea la rilevanza dell’Ordine in ambito internazionale, come strumento di azione apostolica, con la sua subordinazione, in quanto Ordine religioso, alla Santa Sede, e la sua obbedienza al Papa, come supremo Superiore di tutti gli Istituti religiosi.

Perciò è importante che tra il Rappresentante diplomatico dell’Ordine e il Legato Pontificio del luogo si stabilisca un rapporto di proficua collaborazione, in un’azione congiunta per il bene della Chiesa e della società; così pure, il legame dell’Ordine con il Papa non è una limitazione della sua libertà, ma una custodia, che si esprime nella sollecitudine di Pietro per procurarne il maggior bene, come avvenuto più di una volta anche con interventi diretti in momenti di difficoltà”.

Mentre all’associazione ‘Nolite Timere’ di Giugliano ha ricordato il loro impegno educativo con i bambini ruandesi: “Nello stemma della Cité è raffigurato un paniere ruandese, simbolo di solidarietà e di condivisione. E questo ci ricorda, in un mondo in cui sembrano moltiplicarsi sempre più muri e divisioni tra le persone e tra i popoli, che la carità non ha barriere, come dimostra la vostra storia.

Attraverso l’apporto di tante persone, membri, volontari e benefattori, infatti, da un quarto di secolo voi lavorate insieme per i ragazzi, con spirito aperto e con amore incondizionato, uniti dal comune desiderio di ridonare loro il sorriso e una speranza per il futuro. Perché la guerra e le armi tolgono il sorriso e l’avvenire ai bambini, e questo è tragico.

E’ bello invece che voi vi proponiate, nella solidarietà, di creare occasioni di amicizia, dando vita a rapporti che poi durano nel tempo. Si crea così una rete di affetti che si estende oltre le circostanze del momento, travalicando le differenze di età, nazionalità, cultura e condizione sociale”.

Ed infine ai cresimandi dell’arcidiocesi di Bari-Bitonto il papa ha sottolineato di non dimenticare la loro data di battesimo: “Ve lo dico, però, non per scherzo, ma perché la data del nostro Battesimo è davvero una data importantissima! Infatti quel giorno siamo nati alla vita cristiana, alla vita in Gesù, che dura per sempre, che è una vita eterna, per sempre! Poi siamo entrati nella grande famiglia della Chiesa, e lo Spirito Santo è venuto ad abitare in noi e non ci abbandona più; e infine abbiamo ricevuto l’eredità più grande che ci sia: il Paradiso!”

E sull’esempio del beato Carlo Acutis è arrivato l’invito a non dimenticare preghiera, testimonianza e carità: “Queste cose, Carlo Acutis le ha vissute con tanto impegno: stava molto tempo con Gesù, specialmente nella Messa, a cui partecipava ogni giorno, e pregava davanti al Tabernacolo, per poi annunciare a tutti, con le parole e con gesti d’amore, che Dio ci ama e ci aspetta sempre…

Allora, ragazzi e ragazze, mentre si avvicina il giorno della vostra Cresima, vi propongo di fare così anche voi. Andate da Gesù, incontratelo, e poi dite a tutti che è bello stare con Gesù, perché ci ama e ci aspetta sempre!.. Continuate così, gridate a tutti questo messaggio: non solo con le parole, ma soprattutto con gesti d’amore: aiutando gli altri, specialmente chi ha più bisogno”.

(Foto: Santa Sede)

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