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I cristiani sono i più perseguitati nel mondo

Un cristiano su sette nel mondo (uno su cinque in Africa e due su cinque in Asia) è vittima di gravi forme di persecuzione per un totale di 365.000.000 persone in oltre 70 Paesi, mentre le nazioni ad alto rischio sono aumentate da 11 a 13, secondo il nuovo rapporto di ‘PorteAperte/OpenDoors’, che analizza il periodo tra il primo ottobre 2022 e il 30 settembre scorso, come ha sottolineato il direttore della sezione italiana, Cristian Nani:

CCEE: mons. Grusas delinea le nuove ‘sfide’ per le Chiese europee

Le sfide della Chiesa in Europa sono ampie, e vanno dalla necessità di implementare il cammino sinodale voluto da papa Francesco fino alle questioni della difesa della vita di fronte ad una società sempre più in balia della ‘cultura della morte’, come raccontano diversi fatti di cronaca degli ultimi tempi, passando per la risposta agli abusi, l’intelligenza artificiale, le questioni della giustizia e della pace.

In Pakistan violenza contro i cristiani

“Le parole mi mancano mentre scrivo questo. Noi, vescovi, sacerdoti e laici, siamo profondamente addolorati ed angosciati per l’incidente di Jaranwala nel distretto di Faisalabad in Pakistan”: sono le parole di mons. Azad Marshall, vescovo della diocesi di Raiwind, riportate dal settimanale cattolico spagnolo ‘Alfa & Omega’.

Peggiora la libertà religiosa nel mondo

Nei giorni scorsi nella sala dell’Ambasciata italiana presso la Santa Sede è stato presentato l’ultimo rapporto di ‘Aiuto alla Chiesa che soffre’ sulla libertà religiosa nel mondo: 800 pagine in cui sono descritti gli orrori delle persecuzioni e superare l’indifferenza, come ha sottolineato Sandra Sarti, presidente di Acs Italia: ‘L’indifferenza ci rende complici verso chi viola il diritto di libertà’.

Porte Aperte denuncia la persecuzione contro i cristiani

Mercoledì 18 gennaio la ong ‘Porte Aperte’ ha pubblicato la World Watch List, la nuova edizione della lista dei primi 50 paesi dove più si perseguitano i cristiani al mondo, che compie 30 anni, in cui si denuncia la crescita della persecuzione anticristiana in termini assoluti, mantenendo l’impressionante accelerazione degli ultimi 10 anni.

La drammatica situazione dei cristiani nel Corno d’Africa, tra guerra e persecuzioni

Nelle scorse settimane ha fatto scalpore l’arresto di abune Fikremariam Hagos, vescovo cattolico di Segheneiti, culla della diffusione del cattolicesimo nel paese, devastata dalle operazioni di reclutamento forzato di uomini di ogni età da inviare in Tigray, a dar manforte all’esercito etiopico nella guerra civile che si combatte da ormai due anni nella regione. L’arresto del vescovo, senza motivazioni dichiarate come finora ha fatto il governo di Asmara, può essere interpretato come un segnale alla Chiesa cattolica, rimasta ormai l’unica voce critica all’interno del Paese.

Ottava edizione del Rapporto di ACS: ‘Perseguitati più che mai’

“Stavo ancora celebrando la Messa quando ho sentito le esplosioni. Ero sul sagrato, stavo mettendo l’incenso nel turibolo e mi stavo preparando a guidare la processione fuori dalla chiesa, quando ho sentito due forti boati e ho visto i miei parrocchiani in preda al panico correre in diverse direzioni. Qualcuno è corso da me e ha gridato: ‘Padre, ci sono degli sconosciuti armati!’ Non so quanti fossero, alcuni dicono sei, altri quattro, ma so che erano organizzati. Alcuni degli assalitori si sono confusi tra i parrocchiani e hanno pregato con noi durante la Messa, sapendo per tutto il tempo che avevano intenzione di ucciderci”.

Mons. Battaglia affida tutti alla protezione di san Gennaro

Nella mattinata di lunedì 19 settembre nella Cattedrale di Napoli l’arcivescovo, mons. Domenico Battaglia, ha annunciato che il sangue di san Gennaro si era sciolto e nell’omelia della celebrazione eucaristica ha ricordato il valore del martirio:

In Nicaragua Ortega contro la Chiesa

Secondo il giornalista Paolo Manzo il governo nicaraguense sta portando avanti trattative con il Vaticano che dovrebbero culminare con l’esilio di mons. Rolando Álvarez, arrestato dalle autorità giovedì 4 agosto ed accusato di’organizzare gruppi violenti’, presumibilmente ‘con l’obiettivo di destabilizzare lo Stato nicaraguense e attaccare le autorità costituzionali’. Quindi il presidente Ortega sta perseguendo l’obiettivo di arrivare a un negoziato con il Vaticano per esiliare il vescovo Álvarez, come già successo con mons. Silvio Báez nel 2019.

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