Porte Aperte denuncia la persecuzione contro i cristiani
Mercoledì 18 gennaio la ong ‘Porte Aperte’ ha pubblicato la World Watch List, la nuova edizione della lista dei primi 50 paesi dove più si perseguitano i cristiani al mondo, che compie 30 anni, in cui si denuncia la crescita della persecuzione anticristiana in termini assoluti, mantenendo l’impressionante accelerazione degli ultimi 10 anni.
Infatti sono più di 360.000.000 i cristiani che subiscono la persecuzione e discriminazione a causa della loro fede: uno ogni sette e, divisi per macro-aree geografiche, uno ogni cinque in Africa, due ogni cinque in Asia, uno ogni 15 in America Latina, secondo quanto dichiarato da Cristian Nani, direttore di Porte Aperte/Open Doors:
“La nostra ricerca compie 30 anni e oggi registriamo la più alta persecuzione anticristiana in termini assoluti! 1 cristiano su 7 patisce discriminazione o persecuzione a causa della sua fede: è ora di mettere al centro del dibattito mondiale la libertà religiosa, il diritto orfano della Carta Universale dei diritti umani.
L’Africa Sub-Sahariana ospita i paesi killer di cristiani. Ma i governi africani non sono gli unici a non affrontare la vera natura di questa epurazione a sfondo religioso: i governi di tutto il mondo stanno facendo lo stesso. Oltre a tanta sofferenza assistiamo però a un miracolo: la rinuncia alla vendetta, alla rappresaglia. Se la risposta fosse proporzionale, oggi saremmo di fronte a una catastrofe inarrestabile in Africa”.
Comunque il rapporto indica, per il periodo considerato che va dal 1° ottobre 2021 al 30 settembre 2022, qualche miglioramento, perché diminuisce leggermente, passando da 5.898 a 5.621, in media 15 al giorno, il numero dei cristiani uccisi. Sono di meno anche i cristiani arrestati senza processo e incarcerati: 4.542 rispetto ai 6.175 del rapporto precedente.
Più che dimezzato è il numero delle chiese e degli edifici connessi attaccati o chiusi: 2.110 contro i 5.110 del 2021, per effetto principalmente della riduzione di quelle colpite in Cina, dove tuttavia dal 2016 a oggi sono più di 20.000 le chiese chiuse, danneggiate o distrutte. Un forte aumento invece si riscontra per quanto riguarda i cristiani rapiti che salgono da 3.829 a 5.259, ben 5.000 dei quali in tre paesi africani: Nigeria, Mozambico e Repubblica democratica del Congo.
Tuttavia nei 100 paesi monitorati si registra un ulteriore aumento del livello di persecuzione rispetto al periodo precedente: sono quasi 30.000 i cristiani aggrediti, picchiati o vessati con minacce di morte a causa della loro fede, ma sono sicuramente molti di più i casi di cui non si ha notizia.
Sono la punta dell’iceberg anche gli attacchi a case (4.547) e ad attività economiche (2.210) documentati. Però a preoccupare la ong è soprattutto l’Africa sub-sahariana dove l’oppressione ha raggiunto un’intensità senza precedenti.
La Corea del Nord torna al primo posto, ma con i livelli di persecuzione più alti di sempre (98 punti!): questo aumento segue la nuova ondata di persecuzione promossa dalla ‘Legge contro il pensiero reazionario’, uno dei fattori che ha portato all’aumento degli arresti di cristiani e alla scoperta e conseguente chiusura di un maggior numero di chiese.
Comunque nelle prime 5 posizioni, ci sono 3 nazioni fortemente islamiche, come evidenza del fatto che l’oppressione islamica rimane una delle fonti principali di intolleranza anticristiana: Somalia (2°), Yemen (3°) e Libia (5°).
Per la precisione qui le fonti di persecuzione sono connesse ad una società islamica tribale radicalizzata, all’estremismo attivo e all’instabilità endemica di questi paesi: la fede cristiana va vissuta nel segreto e se scoperti (specie se ex-musulmani) rischiano anche la morte.
L’Eritrea risale di due posizioni (4°), confermando la propria nomea di ‘Corea del Nord dell’Africa’, così come la Nigeria sale ancora (6°), confermandosi la nazione dove si uccidono più cristiani al mondo (5.014, mai così tanti). Il Pakistan al 7° posto è stabile nella top 10 da molti anni, rimanendo la seconda nazione al mondo dove si manifesta più violenza anticristiana (dopo la Nigeria).
L’Iran (8°) rimane tra le nazioni dove la vita della chiesa è più difficile: costretti ad incontrarsi in piccoli gruppi in casa, i cristiani e le chiese sono percepiti come minacce al regime islamico e, come in tutti i succitati paesi islamici, i convertiti al cristianesimo sono esposti a maggiori rischi.
L’Afghanistan scende al 9° posto: dopo la riconquista del potere dei Talebani nel 2021, molti cristiani sono stati uccisi, tramite una vera e propria caccia all’uomo. Però una piccola parte è riuscita a nascondersi, mentre una grossa fetta è fuggita all’estero. Tutto ciò, però, accadeva nel 2021.
Nel 2022, invece, cala vistosamente il punteggio relativo alla violenza contro i cristiani, poiché l’attenzione dei Talebani si è concentrata sul consolidare il loro potere, affermando a più riprese che ogni presenza cristiana era stata debellata.
Il Sudan risale al 10° con un aumento di 4 punti spalmati su tutte le sfere della vita del cristiano. Infine, completa le 11 nazioni dove si registra un livello di persecuzione e discriminazione contro i cristiani definito estremo, l’India (11°), di cui denunciamo da anni il declino delle libertà fondamentali della minoranza cristiana, bersaglio di violenze e discriminazioni.
Quanto alle aree geografiche, l’Asia con 27 paesi e l’Africa con 19 sono i continenti in cui intolleranza, violenza, odio religioso sono più diffusi. L’America Latina è rappresentata da quattro paesi: a Cuba, Colombia e Messico si è aggiunto il Nicaragua dove la repressione governativa si è intensificata a partire dal 2018.
A Cuba responsabile della persecuzione è il regime comunista. In Colombia e in Messico invece sono i gruppi criminali e i leader etnici a minacciare i cristiani, perseguitati anche solo per il fatto di opporsi alla criminalità, esortando i giovani a non aderire a bande criminali e cercando di offrire loro delle alternative con l’istruzione e con opportunità di lavoro.
(Foto: Porte Aperte)