Francesco Lorenzi racconta 25 anni di ‘The Sun’

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Sabato 3 dicembre al Teatro Lyric di Assisi il complesso musicale ‘The Sun’ hanno festeggiato il 25^ anniversario di band con uno straordinario evento sold-out. Una serata speciale, alla presenza di oltre mille ‘Spiriti del Sole’, durante la quale hanno ripercorso il cammino vissuto: una vera strada del Sole che ha unito in modo innovativo amicizia, musica e fede, portandoli a toccare i cuori di migliaia di persone nel mondo.

La band è l’evoluzione artistica dei vicentini ‘Sun Eats Hours’, formatasi nel 1997, ed è composta da Francesco Lorenzi (autore, cantante e chitarrista), Riccardo Rossi (batterista), Matteo Reghelin (bassista, fisarmonicista, armonicista), Gianluca Menegozzo (chitarrista, corista) e dal 2015 da Andrea Cerato (chitarrista solista, corista).

Prima ancora di siglare un accordo con la major discografica Sony Music, la band aveva già all’attivo quattro album autoprodotti e distribuiti in Europa, Giappone e Brasile da varie etichette indipendenti (in particolare da Rude Records) ed era stata supporter di band internazionali del calibro di The Cure, The Offspring, Misfits, Muse, Ok Go, NOFX, Ska P, Afi, Pennywise, The Vandals e, più di recente, dei Deep Purple.

E’ del 2004 il riconoscimento al M.E.I. come ‘miglior punk rock band italiana nel mondo’. La coraggiosa scelta di comporre in italiano è del 2008. Il leader Francesco Lorenzi matura questa decisione in seguito a una crisi esistenziale vissuta nel 2007 durante una tournée di 102 concerti in 10 stati tra Europa e Giappone, esperienza caratterizzata da un certo successo per la band, ma da molti eccessi.

Una decisione e insieme una svolta, dovuta alla volontà dell’autore di dare un significato più vero alla propria vita e quindi anche alla musica, che acquista un taglio più profondo, solare e diretto rispetto a prima.

Questa decisiva fase di cambiamento avviene attraverso un cammino di fede e riavvicinamento al cristianesimo, percorso poi testimoniato con tenacia da Francesco a Matteo, Gianluca e Riccardo. In seguito a questa condivisione, grazie all’amicizia e a forti scelte di vita ogni membro del gruppo, la band rinasce nel 2009 superando numerose difficoltà.

Mentre nello scorso anno, a 5 anni di distanza dalla collection ‘20’, ‘The Sun’ hanno pubblicato l’album ‘Qualcosa di vero’, uscito lo scorso 5 dicembre e pubblicato dall’etichetta ‘La Gloria’, anticipato dal singolo ‘Tutto quel che ho’, scritto da Francesco Lorenzi al rientro dalla quarta edizione di ‘Un invito poi un viaggio’ e così presentato: ‘Chi vuole capire da dove ‘The Sun’ traggano la forza per essere da anni coerentemente su questa Strada del Sole, troverà qui la risposta”.

L’album raccoglie singoli già pubblicati: ‘Lettera da Gerusalemme’, ‘Un buon motivo per vivere’, ‘La mia legge di attrazione’, ‘Voglio qualcosa di vero’, diventata la canzone manifesto della Fraternità nata da don Alberto Ravagnani, ed ‘Io mi arrendo’, brano degli Hillsong United, presente nella raccolta ‘Che magnifico nome’ ed eccezionalmente concesso alla band vicentina dalla grande band australiana in virtù dell’amicizia nata tra loro.

Proprio Francesco Lorenzi ci racconta come è nato ‘Qualcosa di vero’: “Qualcosa di vero è un album frutto di un lungo cammino. Canta esperienze, valori ed ideali che si incontrano a quel punto della vita in cui si è disposti a scavare fino in fondo per incontrare la Verità e stabilire, o ristabilire, obiettivi e priorità. L’ultimo album in studio risaliva al 2015. Sette anni sono molti per chiunque. Lo sono ancor più per chi vive una ricerca in modo intenso come è per me.

Ho scritto le canzoni tra fine del 2018 ed ottobre 2023: un tempo insolitamente ampio per la stesura di un album. Non era previsto che fosse così… Poi però, a causa delle restrizioni imposte alla libera circolazione e alla vita sociale nel corso del 2020 e 2021, le nostre previsioni di uscita sono andate modificandosi. Questa attesa e privazione mi ha permesso di approfondire ancor più certi aspetti umani e spirituali nelle canzoni.

Ed ora molti tra coloro che ci ascoltano dicono che, ad oggi, questo è il migliore album dei ‘The Sun’. Io non so sinceramente se crederci, però posso dire che è un album che ha fatto la differenza in primis per me. E spero possa quindi aiutare molte persone nel loro personale cammino”.  

Da dove scaturisce ‘Tutto quello che ho’?

“Tutto quel che ho è il brano più recente, scritto il 27 ottobre, quando ormai l’album stava andando in stampa. Eravamo appena rientrati dall’esperienza ‘Un invito poi un viaggio’, il pellegrinaggio che dal 2014 proponiamo e che tanto ha inciso nella vita di oltre mille persone (vi invito ad approfondire su sito www.thesun.it e www.uninvitopoiunviaggio.it).

Ho scritto la canzone di getto in pochi minuti dopo essere rientrato da Gerusalemme. Il cuore era ricolmo di gratitudine e di libertà: la consapevolezza certa che solo nella relazione con il Signore e nel vero abbandono al suo amore possiamo trovare noi stessi e quella gioia piena cui si riferisce Gesù nel vangelo di Giovanni”.

Come raccontare la Chiesa ai giovani attraverso la musica?

“Si può fare coniugando in una esperienza musicale l’amicizia in Cristo e quello che da ciò scaturisce: fiducia, fraternità, manifestazione dei talenti, autentica libertà, comunione, servizio, novità, gioia piena e il coraggio di dare testimonianza alla Verità senza paura”.

Come nasce una canzone di ispirazione cristiana?

“Non so cosa intendi per ‘canzone di ispirazione cristiana’. Anche se ‘The Sun’ sono un riferimento per la ‘christian music’, io non ho mai pensato di essere in un processo di scrittura di canzoni ‘d’ispirazione cristiana’. Mi sono semplicemente trovato a vivere sempre più una intima relazione con Gesù: questo trasforma e plasma il modo di concepire la vita, e quindi anche la musica.

Non so come scrivano gli altri autori. Io posso dirti cosa avviene dentro me. Sento tanto una responsabilità verso i miei fratelli. Dio mi dà l’opportunità di scrivere e produrre buone canzoni, per questo la prima preghiera che faccio quando sento l’ispirazione nell’aria è: ‘Cosa vorresti dirci ora, Maestro, attraverso una canzone?’…

’Come posso servirti Signore? Cosa vuoi che io dica attraverso la mia storia, le mie difficoltà e le piccole rinascite di ogni giorno?’ Mi domando questo. E chiedo di poter fare un buon servizio, con un occhio speciale alle nuove generazioni, ma anche a chiunque si trova di fronte al bivio della vita, che prima o poi arriva quasi per chiunque”.

A metà ottobre siete stati in Terra Santa: per quale motivo sono stati abbinati gesti di solidarietà alla musica?

“Perché le nostre canzoni sono radicate nell’amore e nella relazione con i fratelli. La fraternità non è un concetto astratto, è un ideale che richiede praticità. ‘The Sun’ esistono grazie all’amore e alla carità che molti hanno avuto e hanno verso di noi.

Ove possibile cerchiamo poi di promuovere esperienze che vadano ben oltre le raccolte fondi: ci piace portare le persone a conoscere le realtà che sosteniamo. E’ un circolo virtuoso d’amore! Il nostro agire è solo un piccolo modo per dire grazie alla Provvidenza che da sempre ci accompagna e sostiene nonostante i nostri peccati”.

(Foto: The Sun)

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