Anselmo Palini racconta la missione di mons. Gerardi

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“Sono trascorsi oltre vent’anni dal brutale assassinio del vescovo Juan José Gerardi Conedera. Lui è stato un buon pastore, convinto difensore dei diritti dei più poveri e degli indifesi, uomini e donne che per anni non hanno potuto alzare la voce per reclamare ed esigere rispetto per la loro dignità umana e per la loro condizione di figli e di figlie di Dio”.

Così scrive ha scritto il card. card. Álvaro Leonel Ramazzini Imeri, vescovo di Huehuetenango, nell’introduzione al libro al prof. Anselmo Palini, che ha dedicato un libro a mons. Gerardi, ‘Juan Gerardi – Nunca Mas (Mai più)’, riprendendo un proprio articolo apparso nel 2008 sul mensile ‘Mondo e Missione’:

“Infaticabilmente, fino all’ora della morte, ha cercato di aprire spazi che offrissero alla società guatemalteca un’alternativa di vita e non di morte, come invece faceva la repressione senza nessuna misericordia.

Annunciava e difendeva il valore della vita umana, come parte essenziale del progetto di Dio, contro tutto ciò che la distruggeva: gli assassinii extragiudiziali, le persecuzioni ai danni dei difensori della giustizia, la miseria e la povertà estrema che generavano fame e denutrizione nella sua terra”.

Il libro del prof. Anselmo Palini, già docente di letteratura nella scuola superiore, presenta all’Italia, la figura di Juan Gerardi (conosciuto come ‘martire della verità e della giustizia’ nonché ‘difensore dei poveri e degli oppressi’ e ‘voce dei senza voce’) vescovo cattolico guatemalteco, massacrato due giorni dopo aver presentato nella cattedrale di Città del Guatemala, il rapporto ‘Guatemala. Nunca mas’,  inerente massacri, violenze e violazioni dei diritti umani (durante i 36 anni di guerra civile e feroci dittature militari) che hanno interessato questo piccolo paese dell’America centrale.

Al prof. Anselmo Palini chiediamo di spiegarci il motivo per cui ha dedicato un libro a mons. Gerardi: “Questo libro si inserisce in un lungo percorso che ho avviato con l’editrice Ave di Roma, l’editrice dell’Azione cattolica, sul tema della memoria del bene, ossia sul proporre le storie e il pensiero di quanti, nella notte delle dittature e dei totalitarismi, hanno operato per la pace, per la giustizia, per la libertà.

Il libro su Juan Gerardi in particolare si collega agli altri miei lavori ‘latinoamericani’ in cui ho trattato di Helder Camara, di Oscar Romero e di Marianella Garcia Villas, di padre Rutilio Grande e dei gesuiti dell’Università centroamericana di san Salvador assassinati dai militari, del bresciano Pierluigi Murgioni, testimone di pace e di giustizia nell’Uruguay della dittatura militare, e delle quattro religiose nordamericane uccise in Salvador con le armi inviate dagli Stati Uniti per sostenere la giunta militare al potere e di altri ancora.

La decisione di proseguire in questo percorso con il libro su Juan Gerardi è dovuta al fatto che questo vescovo-martire è pressoché sconosciuto nel nostro Paese, per cui intendo così offrire un contributo per far conoscere la sua vicenda e il suo messaggio di pace e di giustizia, oggi più che mai attuale”.

Perché mons. Gerardi è stato ucciso?

“Mons. Juan Gerardi è un martire della verità e dei diritti umani. E’ stato infatti massacrato due giorni dopo avere presentato pubblicamente nella cattedrale di Città del Guatemala il rapporto ‘Guatemala. Nunca mas’ sui massacri e le gravissime violazioni dei diritti umani nei 36 anni di guerra civile e di feroci dittature militari che hanno insanguinato questo piccolo paese centroamericano”.

La storia di mons. Gerardi quale impegno per la pace traccia alla Chiesa?

“La testimonianza di questo vescovo martire, ancora poco noto in Italia, continua oggi a interpellare la Chiesa e ognuno di noi e ci indica la strada per un altro mondo possibile, dove finalmente, come afferma il testo biblico, ‘sia osservato il diritto e praticata la giustizia’.

La lezione di mons. Juan Gerardi impegna credenti e non credenti a diventare oggi tessitori di una nuova umanità, in cui non ci siano più massacri, camere di tortura, violazioni dei fondamentali diritti di ogni persona poiché, come ha scritto papa Francesco, siamo tutti fratelli e siamo tutti figli dello stesso Padre”.

Lei ha scritto altri libri sui martiri della fede: quale via di pace i martiri-testimoni hanno percorso?

“Ci troviamo di fronte ad una lunga fila di testimoni di pace e di giustizia che hanno preso sul serio l’affermazione di papa Benedetto XV secondo cui ‘la guerra è un’inutile strage, una follia’ che hanno messo in pratica le esortazioni di Paolo VI all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite:

‘Facciamo nostra la voce dei poveri, dei diseredati, dei sofferenti, degli anelanti alla giustizia… Non si può amare con le armi in pugno… Lasciate cadere le armi dalle vostre mani…’; hanno cercato di incarnare le proposte di pace e di giustizia contenute nelle encicliche ‘Pacem in terris’ di san Giovanni XXIII e ‘Populorum progressio’ di san Paolo VI e percorso la strada della nonviolenza indicata da papa Francesco nel messaggio per la Giornata mondiale della Pace del 1° gennaio 2017”.

(Foto: AVE)

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