Papa Francesco: la fratellanza è un lungo cammino
In tutto il mondo si è celebrata la seconda Giornata della ‘Fratellanza umana’, a seguito della visita di papa Francesco ad Abu Dhabi, in cui firmò insieme al Grande Imam di Al-Azhar, l’egiziano Ahamad al-Tayyib, il documento ‘Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune’.
All’evento commemorativo, svoltosi a Dubai, dal titolo ‘The Human Fraternity and the Global Tolerance Alliance Roundtable’, ha partecipato il card. Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. L’evento si inserisce nel contesto dell’Expo Dubai 2020. È stato organizzato dal Ministero per la Tolleranza e la Coesistenza degli Emirati Arabi Uniti e dall’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, con il sostegno della Santa Sede e dell’Università di Al-Azhar.
L’incontro, intitolato ‘Sotto lo stesso cielo’, è stato aperto dalle parole di Gandhi, che si proclama soldato di pace, di santa Teresa di Calcutta sul legame tra preghiera, fede e amore, il sogno di uguaglianza di Martin Luther King, e infine l’elogio della tolleranza dello sceicco Zayed, fondatore degli Emirati Arabi Uniti.
Poi il ministro della Tolleranza e della Coesistenza di Abu Dhabi, lo sceicco Mabarak Al Nahyan ha dato il benvenuto ai partecipanti alla ‘Tavola rotonda della Fratellanza Umana e dell’Alleanza per la Tolleranza Globale’, sottolineando che l’Esposizione universale stessa è un manifesto della fratellanza, nel suo esaltare le diversità culturali dei Paesi del mondo e promuoverne il rispetto.
Il lavoro comune per obiettivi condivisi, per Al Nahuan, promuove il rispetto per le diversità etniche, culturali e religiosa e mette in un angolo razzismo e l’estremismo. Il futuro del pianeta, dice, ci chiede di combattere gli estremismi e ribellarci alla radicalizzazione.
Per rendere i giovani meno permeabili alle idee violente e ai comportamenti antisociali, lo sceicco-ministro ha indicato tre priorità: leader che credono fermamente nella Fratellanza Umana, la promuovono, la proteggono e la sostengono attraverso leggi e regolamenti che proibiscano la diffusione dell’intolleranza e dell’estremismo.
Concetti che sono tornati nel videomessaggio del Grande Imam di Al Azhar Al-Tayyeb, diffuso insieme a quello di papa Francesco: il cammino iniziato tre anni fa porta verso un mondo migliore, nel quale prevalga lo spirito di tolleranza, fraternità, solidarietà e collaborazione.
Il primo gruppo di interventi della tavola rotonda è stato chiuso dal card. Miguel Angel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e attualmente anche dell’Alto Comitato, sottolineando che il documento “non è una mappa, ma un impegno, da realizzare giorno dopo giorno, a lavorare insieme per il bene comune e a contribuire con gli altri credenti e le persone di buona volontà a guarire il mondo ferito”.
Nel messaggio papa Francesco ha sottolineato che la fratellanza “è uno dei valori fondamentali e universali che dovrebbe essere alla base delle relazioni tra i popoli, così che quanti soffrono o sono svantaggiati non si sentano esclusi e dimenticati, ma accolti, sostenuti come parte dell’unica famiglia umana. Siamo fratelli!”
Per questo non ci si salva da soli: “Tutti viviamo sotto lo stesso cielo, indipendentemente da dove e da come viviamo, dal colore della pelle, dalla religione, dal ceto sociale, dal sesso, dall’età, dalle condizioni di salute e da quelle economiche. Siamo tutti diversi eppure tutti uguali, e questo periodo di pandemia ce lo ha dimostrato. Ripeto ancora una volta: da soli non ci si salva!”
La fratellanza ci apre a Dio: “Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, e nel nome di Dio, noi che siamo sue creature, dobbiamo riconoscerci fratelli e sorelle. Come credenti, appartenenti a diverse tradizioni religiose, abbiamo un ruolo da svolgere. Qual è questo ruolo?
Aiutare i nostri fratelli e sorelle a elevare lo sguardo e la preghiera al Cielo. Alziamo gli occhi al Cielo, perché chi adora Dio con cuore sincero ama anche il prossimo. La fratellanza ci induce ad aprirci al Padre di tutti e a vedere nell’altro un fratello, una sorella, a condividere la vita, a sostenerci a vicenda, ad amare e conoscere gli altri”.
Se si vive sotto lo stesso cielo è necessario camminare insieme: “Non lasciare per domani o per un futuro che non sappiamo se ci sarà; oggi è il tempo opportuno per camminare insieme: credenti e tutte le persone di buona volontà, insieme.
E’ un giorno propizio per darsi la mano, per celebrare la nostra unità nella diversità (unità non uniformità, unità nella diversità, per dire alle comunità e alle società in cui viviamo che è giunto il tempo della fratellanza. Tutti insieme, perché è fondamentale essere solidali l’uno con l’altro”.
Il tempo della fratellanza non è il tempo dell’indifferenza: “E per questo oggi, lo ripeto, non è tempo di indifferenza: o siamo fratelli o crolla tutto. E questa non è un’espressione meramente letteraria di tragedia, no, è la verità! O siamo fratelli o crolla tutto, lo vediamo nelle piccole guerre, in questa terza guerra mondiale a pezzetti, come si distruggono i popoli, come i bambini non hanno da mangiare, come cala l’educazione… E’ una distruzione. O siamo fratelli o crolla tutto”.
Però il papa ha avvertito che è un percorso lungo: “Il percorso della fratellanza è lungo, è un percorso difficile, ma è l’àncora di salvezza per l’umanità. Ai tanti segnali di minaccia, ai tempi bui, alla logica del conflitto contrapponiamo il segno della fratellanza che, accogliendo l’altro e rispettandone l’identità, lo sollecita a un cammino comune.
Non uguali, no, fratelli, ognuno con la propria personalità, con la propria singolarità… La proposta è quella di camminare fianco a fianco, ‘fratelli tutti’, per essere concretamente artigiani di pace e di giustizia, nell’armonia delle differenze e nel rispetto dell’identità di ciascuno”.