Papa Francesco invita i giovani ad essere ‘re’ con Gesù

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Al termine dell’Angelus di ieri papa Francesco ha ringraziato i giovani che hanno partecipato alla Giornata Mondiale dei Giovani, che si è svolta nelle diocesi:

“Oggi, per la prima volta nella solennità di Cristo Re, in tutte le Chiese particolari si celebra la Giornata Mondiale della Gioventù. Per questo accanto a me ci sono due giovani di Roma, che rappresentano tutta la gioventù di Roma.

Saluto di cuore i ragazzi e le ragazze della nostra Diocesi, e auspico che tutti i giovani del mondo si sentano parte viva della Chiesa, protagonisti della sua missione. Grazie di essere venuti!

E non dimenticate che regnare è servire. Come era questo? Regnare è servire. Tutti insieme: regnare è servire. Come ci insegna il nostro Re”. Ed ha chiesto a due giovani, accanto a lui, di salutare tutti i giovani.

Prima della recita dell’Angelus il papa ha spiegato cosa consiste la regalità di Gesù: “Gesù non soltanto rifugge da ogni ricerca di grandezza terrena, ma rende anche libero e sovrano il cuore di chi lo segue. Egli, cari fratelli e sorelle, ci libera dalla sudditanza del male.

Il suo Regno è liberante, non ha nulla di opprimente. Egli tratta ogni discepolo da amico, non da suddito. Cristo, pur essendo al di sopra di tutti i sovrani, non traccia linee di separazione tra sé e gli altri; desidera invece fratelli con cui condividere la sua gioia”.

La verità di Gesù libera: “Ma la verità di Gesù non è un’idea, qualcosa di astratto: la verità di Gesù è una realtà, è Lui stesso che fa la verità dentro di noi, ci libera dalle finzioni, dalle falsità che abbiamo dentro, dal doppio linguaggio. Stando con Gesù, diventiamo veri.

La vita del cristiano non è una recita dove si può indossare la maschera che più conviene. Perché quando Gesù regna nel cuore, lo libera dall’ipocrisia, lo libera dai sotterfugi, dalle doppiezze. La miglior prova che Cristo è il nostro re è il distacco da ciò che inquina la vita, rendendola ambigua, opaca, triste”.

Nell’omelia della celebrazione eucaristica di Cristo Re, in cui si è svolta anche la XXXVI Giornata Mondiale della Gioventù, sul tema ‘Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto’, papa Francesco ha chiesto di combattere l’oscurità, alzando lo sguardo: “E’ l’invito che il Signore ci rivolge, e al quale ho voluto fare eco nel Messaggio dedicato a voi giovani per accompagnare questo anno di cammino.

E’ il compito più arduo, ma è il compito affascinante che vi è consegnato: stare in piedi mentre tutto sembra andare a rotoli; essere sentinelle che sanno vedere la luce nelle visioni notturne; essere costruttori in mezzo alle macerie (ce ne sono tante in questo mondo di oggi, tante!); essere capaci di sognare”.

L’omelia papale è un invito a ‘fare chiasso’: “Fate chiasso, perché il vostro chiasso è il frutto dei vostri sogni. Vuol dire che non volete vivere nella notte, quando fate di Gesù il sogno della vostra vita e lo abbracciate con gioia, con un entusiasmo contagioso che ci fa bene!

Grazie, grazie, quando siete capaci di portare avanti i sogni con coraggio, per quando non smettete di credere nella luce anche dentro le notti della vita, per quando vi impegnate con passione per rendere più bello e umano il nostro mondo”.

L’omelia del papa è un ringraziamento a loro, perché continuano a sognare: “Grazie per quando coltivate il sogno della fraternità, per quando avete a cuore le ferite del creato, lottate per la dignità dei più deboli e diffondete lo spirito della solidarietà e della condivisione.

E soprattutto grazie perché in un mondo che, appiattito sui guadagni del presente, tende a soffocare i grandi ideali, non perdete in questo mondo la capacità di sognare! Non vivere o addormentati o anestetizzati. No: sognare vivi. Questo aiuta noi adulti e la Chiesa.

Sì, abbiamo bisogno anche come Chiesa di sognare, abbiamo bisogno dell’entusiasmo, abbiamo bisogno dell’ardore dei giovani per essere testimoni di Dio che è sempre giovane!”

E’ un invito ad essere liberi: “Lasciamo che ci vibri dentro, che ci scuota, che susciti in noi il coraggio della verità. E noi possiamo chiederci: se fossi qui, ora, al posto di Pilato davanti a Gesù, a guardarlo negli occhi, di che cosa mi vergognerei?.. Ci serve metterci davanti a Gesù per fare la verità in noi.

Ci serve adorarlo per essere liberi dentro, per fare luce sulla vita e non lasciarci ingannare dalle mode del momento, dai fuochi d’artificio del consumismo che abbaglia e paralizza. Amici, non siamo qui per farci incantare dalle sirene del mondo, ma per prendere in mano la nostra vita, per ‘mordere la vita’, per viverla pienamente!”

Un invito ad andare ‘controcorrente’: “Andare controcorrente per metterci nella scia di Gesù. Egli ci insegna ad andare contro il male con la sola forza mite e umile del bene. Senza scorciatoie, senza falsità, senza doppiezze.

Il nostro mondo, ferito da tanti mali, non ha bisogno di altri compromessi ambigui, di gente che va di qua e di là come le onde del mare (dove li porta il vento, dove li portano i propri interessi), di chi sta un po’ a destra e un po’ a sinistra dopo aver fiutato che cosa conviene”.

Non bisogna fare gli equilibristi: “Gli equilibristi che cercano sempre una strada per non sporcarsi le mani, per non compromettere la vita, per non giocarsi sul serio. Per favore, abbiate paura di essere giovani equilibristi.

Siate liberi, siate autentici, siate coscienza critica della società. Non avere paura di criticare! Noi abbiamo bisogno delle vostre critiche. Tanti di voi stanno criticando, per esempio, contro l’inquinamento ambientale. Abbiamo bisogno di questo! Siate liberi nelle critiche”.

E’ un invito ad essere ‘re’ con Gesù: “Sono re: sono un segno vivente dell’amore di Dio, della sua compassione e della sua tenerezza. Sono un sognatore abbagliato dalla luce del Vangelo e guardo con speranza nelle visioni notturne. E quando cado, ritrovo in Gesù il coraggio di lottare e sperare, il coraggio di tornare a sognare. Ad ogni età della vita”.

(Foto: Santa Sede)

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