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Dai vescovi un invito ai giovani a vivere la realtà con Cristo

“Infine, la via della pace passa per l’educazione, che è il principale investimento sul futuro e sulle giovani generazioni. Ho ancora vivo il ricordo della Giornata Mondiale della Gioventù svoltasi in Portogallo nell’agosto scorso. Mentre ringrazio nuovamente le Autorità portoghesi, civili e religiose, per l’impegno profuso nell’organizzazione, conservo nel cuore l’incontro con più di un milione di giovani, provenienti da ogni parte del mondo, pieni di entusiasmo e voglia di vivere… Nei tempi moderni, parte della sfida educativa riguarda un uso etico delle nuove tecnologie. Esse possono facilmente diventare strumenti di divisione o di diffusione di menzogna, le cosiddette fake news, ma sono anche mezzo di incontro, di scambi reciproci e un importante veicolo di pace”.

Papa Francesco invita a vivere l’anno giubilare attraverso la pace

“L’occasione mi è gradita anche per ringraziarvi per l’impegno che profondete per favorire le relazioni tra la Santa Sede e i vostri Paesi. Lo scorso anno, la nostra ‘famiglia diplomatica’ si è ulteriormente allargata grazie all’allacciamento dei rapporti diplomatici con il Sultanato dell’Oman e la nomina del primo Ambasciatore, qui presente. In pari tempo, desidero ricordare che la Santa Sede ha proceduto alla nomina di un Rappresentante Pontificio Residente ad Ha Noi, dopo che, nel luglio scorso, è stato concluso con il Vietnam il relativo Accordo sullo statuto del Rappresentante Pontificio”.

Papa Francesco: la Madonna è tempio di Dio

“Seguo con viva preoccupazione quanto sta avvenendo in Nicaragua, dove Vescovi e sacerdoti sono stati privati della libertà. Esprimo ad essi, alle loro famiglie e all’intera Chiesa nel Paese la mia vicinanza nella preghiera. Alla preghiera insistente invito pure tutti voi qui presenti e tutto il Popolo di Dio, mentre auspico che si cerchi sempre il cammino del dialogo per superare le difficoltà. Preghiamo per il Nicaragua oggi”.

Il presidente della Repubblica: costruire una mentalità di pace

“Care concittadine e cari concittadini, questa sera ci stiamo preparando a festeggiare l’arrivo del nuovo anno. Nella consueta speranza che si aprano giorni positivi e rassicuranti. Naturalmente, non possiamo distogliere il pensiero da quanto avviene intorno a noi. Nella nostra Italia, nel mondo. Sappiamo di trovarci in una stagione che presenta tanti motivi di allarme. E, insieme, nuove opportunità”.

Padre Mauro Armarino racconta la vita in Niger dopo il golpe

“Se scoppia la guerra, il Niger sarà distrutto. I proiettili non risparmieranno la popolazione, che sarà la più colpita. Sappiamo quando una guerra inizia, ma mai quando finisce. Guardate la Libia. Questa guerra distruggerà la coesione sociale e il Niger diventerà ingestibile, chiunque lo governi”: così dichiarava l’arcivescovo di Niamey, mons. Laurent Lompo, a pochi giorni dall’avvenuto golpe di Stato nel Niger nella scorsa estate.

Holodomor: un eccidio da non dimenticare

“Ieri la martoriata Ucraina ha commemorato l’Holodomor, il genocidio perpetrato dal regime sovietico che, 90 anni fa, causò la morte per fame di milioni di persone. Quella lacerante ferita, anziché rimarginarsi, è resa ancora più dolorosa dalle atrocità della guerra che continua a far soffrire quel caro popolo. Per tutti i popoli dilaniati dai conflitti continuiamo a pregare senza stancarci, perché la preghiera è la forza di pace che infrange la spirale dell’odio, spezza il circolo della vendetta e apre vie insperate di riconciliazione”: con queste parole, pronunciate ieri al termine della recita dell’Angelo,  papa Francesco ha ricordato il genocidio dell’esercito sovietico ai danni degli ucraini, che continua ancora oggi con l’invasione dei russi.

Kennedy: 60 anni e se ne parla ancora

Erano le 12.30 del 22 Novembre 1963 quando J.F.Kennedy 35° Presidente degli USA veniva colpito da proiettili mentre era seduto con sua moglie Jacqueline nella Lincoln presidenziale nella Houston Street a Dallas in Texas dove cinque minuti dopo avrebbe pronunciato un discorso della campagna elettorale per l’elezione del secondo mandato. Le uniche parole ascoltate: ‘santo cielo, sono ferito’.

Mezz’ora dopo all’incirca alle 13.00 il presidente Kennedy chiudeva per sempre i suoi occhi di sognatore nel Parkland memorial Hospital.

Sono passati 60 anni da questo assassinio dell’uomo che viene considerato ad oggi dalla moltitudine il miglior presidente nella storia degli Stati Uniti. Ripercorriamo chi è stato. ‘Un giovane che ha troppa fretta di arrivare’, così lo ricordava il suo amico e collaboratore Schleinger.

Arriva all’Università di Harvard una tra le più prestigiose del mondo, arriva al Congresso, arriva al Senato ed arrivare nel 1960 alla Casa Bianca come il presidente più giovane nella storia e il primo presidente cattolico degli USA.

A suo merito va il sogno di un mondo migliore e più giusto a partire dalla riduzione dei missili e ed esperimenti nucleari. A suo merito va la conquista delle esplorazioni nello spazio ad opera degli americani.

A suo merito va la politica anche se non compiuta a favore dei neri e la riuscita dell’ammissione di un nero all’università di Oxford che era riservata solo ai bianchi lottando contro ogni discriminazione etnica.

A suo merito va certamente la fine della tensione con Krushev. A suo merito va l’essere stato un uomo di grande coraggio in grado di poter decidere sapientemente su qualunque emergenza. A suo merito va la volontà di perseguire sulla terra la pace mondiale ed in sintonia con l’enciclica di san Giovanni XXIII ‘Pacem in Terris’.

A suo demerito certamente va la sua infedeltà nel matrimonio con relazioni extraconiugali con diverse donne ed icone dello spettacolo e la sua attività compulsiva sessuale. Così certamente alle malattie e ai dolori violenti alla schiena tanto che amava rilassarsi sulla sedia a dondolo nello Studio Ovale.

La gente lo amava e lo ammirava. Certamente nessuna esperienza nella vita può preparare sufficientemente un uomo a diventare Presidente degli USA, ma dopo 60 anni dalla sua tragica morte almeno la sua voce non è per niente mutata, anzi è sempre più forte soprattutto in questi ultimi tempi dominati da guerre continue: ‘Se l’umanità non pone fine alle guerre, le guerre porranno fine all’umanità’.

Oggi lo ricordiamo non per i suoi molti traguardi raggiunti, ma piuttosto per ciò che ha significato e per ciò che significa ancora per noi: una nuova generazione di uomini coraggiosi, protagonisti del presente e del futuro.

Papa Francesco: la Parola di Dio è per tutti

“Questa mattina ho ricevuto due delegazioni, una di israeliani che hanno parenti come ostaggi in Gaza e un’altra di palestinesi che hanno dei parenti che soffrono a Gaza. Loro soffrono tanto e ho sentito come soffrono ambedue: le guerre fanno questo, ma qui siamo andati oltre le guerre, questo non è guerreggiare, questo è terrorismo.

Il Consiglio dei Giovani del Mediterraneo per costruire la pace

“Quando scoppia una guerra è come se s’interrompesse un discorso, un cammino. A Rondine è il discorso che affronta il conflitto, è il cammino che guarda la pace. In questi giorni tragici nei quali la guerra, il terrorismo e ogni forma di violenza sembrano avere interrotto quel cammino, la Cittadella della Pace si interroga, come tanti, sulla sua missione.

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