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Papa Francesco e il messaggio al Patriarca Kirill: ‘il mio amato fratello in Cristo’

Papa Francesco continua a costruire ponti. Lo ha fatto con un messaggio rivolto al capo della Chiesa ortodossa russa, il patriarca Kirill, in occasione del suo 70° anniversario.

Il Papa e Kirill, una firma per la famiglia e la pace

Famiglia e vita al centro della dichiarazione congiunta di Papa Francesco e il Patriarca Ortodosso Kirill. I quali, oltre a parlare di cristiani perseguitati, oltre a sottolineare l’importanza della libertà religiosa, mettono un punto preciso sui temi che più toccano il mondo occidentale. Ovvero che la famiglia è quella che si crea da un unione tra un uomo e la donna, protesa alla vita. E che la vita umana è sempre più minacciata dalla pratica dell’aborto, dell’eutanasia e della procreazione medicalmente assistita.

Il Papa si prepara ad abbracciare il Messico ed il Patriarca Kirill

Papa Francesco si prepara al viaggio apostolico in Messico che avrà inizio il prossimo venerdì 12 febbraio, giorno in cui il Pontefice si fermerà anche a Cuba per lo storico abbraccio ecumenico con il Patriarca Ortodosso di Mosca e di tutte le Russie Kirill.

Vengo in Messico “come missionario di misericordia e di pace”. Professeremo “insieme la nostra fede in Dio e condividere una verità fondamentale della nostra vita, che Dio ci ama molto, che ci ama con un amore infinito, oltre i nostri meriti”. Sono le parole di Papa Francesco nel videomessaggio diffuso in occasione del suo imminente viaggio apostolico.

La preghiera – ha ricordato ancora Papa Bergoglio – “allarga il cuore e illumina i nostri occhi” insegnandoci “a vedere gli altri come Dio li vede, ad amare come Dio ama”.

E in una conversazione con il Corriere della Sera il Pontefice è tornato a parlare anche dell’incontro che avrà con Kirill.

“Sono felicissimo – ha confidato Francesco – Io ho lasciato fare. Ho solo detto che volevo incontrare e riabbracciare i miei fratelli ortodossi. Tutto qui. Sono stati due anni di trattative di nascosto, ben condotte da vescovi bravi. Per gli ortodossi se n’è occupato Hilarion, che oltre a essere bravo è anche un artista, un musicista. Hanno fatto tutto loro. Ponti: quelli bisogna costruire. Passo dopo passo, fino ad arrivare a stringere la mano a chi sta dall’altra parte. I ponti durano e aiutano la pace. I muri no: quelli sembrano difenderci, e invece separano soltanto. Per questo vanno abbattuti, non costruiti. Tanto sono destinati a cadere, uno dopo l’altro. Pensiamo a quello di Berlino. Sembrava eterno, e invece: puff, in un giorno è caduto giù”.

È Pasqua a Shanghai. Kirill dice Messa nella cattedrale ortodossa, e spera in una resurrezione della sua chiesa in Cina

Si è conclusa con un Messa nella cattedrale ortodossa di Shanghai la visita del patriarca russo ortodosso Kirill in Cina. E non è un dato di poco conto, per l’ortodossia russa che cerca di essere riconosciuta tra le religioni ufficiali della Cina e che molto ha investito in questo primo, storico viaggio. Una spinta per il riconoscimento ufficiale che sa molto di realpolitik, e che serve al Dipartimento degli Affari Religiosi di Cina di legittimare il suo operato: non solo Kirill, incontrando tutti i membri del governo, ha riconosciuto che gli interlocutori del partito sono ineludibili, ma – in cinque giorni di visita – non ha mai fatto cenno al problema della libertà religiosa in Cina.

Il Patriarca Kiril in Polonia. In attesa di incontrare il Papa

Sarà un messaggio comune ai popoli in lingua polacca e lingua russa il momento più importante della visita che il patriarca ortodosso Russo Kirill si appresta a fare in Polonia, dal oggi al 19 di agosto. È la prima volta che un capo della Chiesa ortodossa va in visita in Polonia. Un evento “che non deve essere trattato come in termini politici”, ha dichiarato l’arcivescovo Jozef Mikhailik, presidente della Conferenza Episcopale Polacca, all’agenzia stampa cattolica polacca KAI. Un evento che potrebbe aiutare però a superare un altro degli ostacoli che portano verso un incontro tra il Patriarca ortodosso e Benedetto XVI. Un incontro che dovrebbe avvenire in un territorio neutro (né Roma né la Russia) e per il quale di recente si è candidata la Finlandia.

Il patriarca Kirill di Mosca e i diritti umani in un volume della Lev

Pochi mesi fa il patriarcato di Mosca ha pubblicato in russo i discorsi di Benedetto XVI sull’Europa. Questa volta è la Libreria Editrice Vaticana (Lev) che pubblica, in collaborazione con l’Associazione internazionale “Sofia: Idea russa, idea d’Europa”, i testi del patriarca Kirill. Il libro dal titolo “Libertà e responsabilità: alla ricerca dell’armonia. Dignità dell’uomo e diritti della persona” sarà presentato lunedì 17 prossimo, alle 11.45, nell’Aula Pio XI dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, a Milano. Si possono leggere così i più importanti discorsi sui diritti umani pronunciati dal metropolita Kirill, oggi Patriarca di Mosca e di tutte le Russie.

Kirill patriarca ortodosso di Mosca. Vince la linea del dialogo

Il metropolita Kirill, 62 anni considerato un innovatore, è stato eletto nuovo patriarca della Chiesa ortodossa russa, succedendo a Alessio II deceduto lo scorso mese. Sconfitto il conservatore Kliment, 59 anni. Con 508 voti su 677 schede valide Kirill, al secolo Vladimir Gundiaiev, e’ il sedicesimo patriarca e il primo post comunista, dato che Alessio II era stato eletto a fine ’90, prima del crollo dell’Urss.

Kirill, reggente del patriarcato di Mosca

Il metropolita di Smolensk e Kaliningrad, il 62enne Kirill, è stato scelto come patriarca ad interim dal sinodo della chiesa ortodossa russa, dopo la morte di Alessio II. Lo ha annunciato un portavoce del patriarcato. Il metropolita di Smolensk e Kaliningrad, Kirill, è stato eletto patriarca ad interim nel corso di uno scrutinio segreto del sinodo che si è riunito a mezzogiorno a Peredelkino, vicino Mosca.

Patriarcato di Mosca. Padre Aleksej Uminskij sospeso a divinis. Perché?

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 12.01.2024 – Marta Dell’Asta] – L’antivigilia del Natale ortodosso, il patriarcato di Mosca ha sospeso «a divinis» padre Aleksej Uminskij, uno dei parroci più autorevoli della capitale. Uno shock per i suoi fedeli e una grande perdita per la Chiesa.

280° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Sottomettere gli Armeni con l’arma della fame in modo che, se e quando il Corridoio di Lachin riaprirà, se ne vadano

[Korazym.org/Blog dell’Editore, 17.09.2023 – Vik van Brantegem] – Con il blocco dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh «gli Azeri vogliono che moriamo per strada», è quello che gli Armeni – dichiarati da Ilham Aliyev “cittadini del Karabagh dell’Azerbajgian senza alcun diritto o garanzia di sicurezza particolare” – dicono sia un tentativo di Baku di costringerli alla sottomissione: pulizia etnica a tappe e genocidio al rallentatore.

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